Carolina Morace, iscritta M5S: credo nella leadership di Conte

Morace (M5S): «Io, candidata, calciatrice e sposata con una donna nella Ue difenderò i diritti»

(di Emanuele Buzzi – corriere.it) – Al centro dell’azione. Per la prima volta su un terreno diverso dal suo, i campi da calcio calcati da giocatrice prima e da allenatrice poi. Carolina Morace, ex bomber della nazionale italiana femminile, è ora capolista con il M5S alle Europee (circoscrizione Centro) e ne spiega i motivi: «Siamo nel 2024 e con questo governo stiamo facendo passi indietro sui temi dei diritti civili e sociali. Non posso più stare a bordo campo. L’Europa può aiutarci molto».

Ma come è avvenuto l’avvicinamento al M5S? L’hanno cercata o li ha cercati lei?
«Mi sono iscritta al M5S nel dicembre del 2022, convinta dalla leadership impressa da Giuseppe Conte. Con lui e i dirigenti del M5S ci conosciamo da tempo e mi ha lusingato la loro proposta che ho accettato con convinzione».

In passato era vicina a Possibile di Pippo Civati. Come è andata quell’esperienza?
«È stata positiva. Condividevo le loro posizioni progressiste incarnate oggi dal Movimento».

Il suo primo contatto con la politica è stata la nazionale dei parlamentari…
«Quando sono arrivata negli spogliatoi mi sono subito resa conto che non avevano nessuna tenuta atletica. Così ho cambiato tattica: anziché la marcatura uomo a uomo a cui erano sempre stati abituati, li ho schierati a zona e abbiamo vinto 6-0 con la nazionale dei cantanti a Benevento. Ho portato il merito nel mondo della politica e ha funzionato».

Senta, il calcio è sempre stata la sua vita. Crede che le mancherà se verrà eletta?
«Il calcio è il mio secondo amore, dopo mia moglie (sorride, ndr). Al Parlamento europeo c’è l’Intergruppo sport, ne faceva parte la capodelegazione uscente Tiziana Beghin. Prenderò il testimone da lei e se qualcuno a Bruxelles vuole qualche lezione di calcio sono a disposizione».

Diceva che è sposata con una donna. In Italia il matrimonio ugualitario è un tema divisivo.
«Mia moglie Nicola è australiana, abbiamo vissuto in Australia e Gran Bretagna e oggi viviamo a Roma. Nei Paesi civili il matrimonio egualitario è la normalità. È solo un tabù in Italia e nei Paesi in cui la democrazia praticamente non esiste come la Russia. Facciamoci qualche domanda. E poi mi permetta…».

Dica.
«La politica deve ampliare i diritti dei genitori come quelli dei bambini e non annullarli. Seguiamo il modello australiano e non quello dell’Ungheria di Orbán».

Lei è stata la prima allenatrice di una squadra maschile. Da anni si batte per l’uguaglianza delle retribuzioni. Porterà avanti questa battaglia anche in Europa.
«Certamente. Se i club calcistici hanno più libertà nel decidere i livelli salariali, le Federcalcio devono invece promuovere l’uguaglianza dei montepremi e delle diarie. Perché una calciatrice che indossa la maglietta della Nazionale deve essere svantaggiata rispetto a un collega giocatore?».

Perché ci sono così pochi calciatori uomini gay?
«È un problema culturale. Molti hanno paura delle reazioni e tengono tutto sommerso. Ci sono troppi pregiudizi, anche io ho ricevuto commenti negativi sui social, ma questo rafforza la mia scelta a impegnarmi attivamente in politica».

Che aspettative ha per questa nuova avventura politica?
«La comunità del Movimento è fantastica. Interpretano la politica con lo stesso spirito di uno sportivo e mettono energia e passione in tutto quello che fanno. Io voglio fare qualcosa di utile per la società. Per me questo è la politica, non il solito chiacchiericcio che ha stancato».