(di Stefano Baudino – lindipendente.online) – La più grande fabbrica di pannelli fotovoltaici della Repubblica Popolare cinese, la Chint, si è accaparrata dall’azienda spagnola spagnola Enersid il più importante progetto solare mai concepito a livello europeo, allungando i suoi tentacoli su mille ettari di terreni nel nord della Sardegna. A dare il via all’operazione era stato un accordo sopraggiunto negli ultimi giorni del 2023, ufficialmente formalizzato lo scorso 19 aprile, che prevede un corrispettivo di oltre 7,2 milioni. Il progetto, che è al momento ancora in fase di sviluppo, contempla impianti fotovoltaici da 360 MW e 40 MW (82,5 MWh) di batterie di accumulo, che verranno combinati con coltivazioni e pascoli di pecore. Nel frattempo, cittadini, network di associazioni e autorità locali già da anni in trincea contro la realizzazione dei maxi-impianti progettati in varie zone dell’isola, promettono battaglia.
La frazione di territorio direttamente interessata dal progetto sarà quella che va da Palmadula, nella punta a Nord-Ovest della regione, fino alla borgata di San Giorgio (Sassari), coinvolgendo anche Scala Erre, non lontana da Porto Torres. L’allarme suona anche a Guspini, dove sono previsti numerosi progetti agrivoltaici. A destare molta preoccupazione è, in particolare, il fatto che una grossa fetta del progetto coinvolge zone costiere, siti di interesse comunitario e aree protette, nonché luoghi che si trovano non distanti da rovine archeologiche, come nel caso dell’antica città di Neapolis. Subito dopo l’annuncio della chiusura della transazione, Enerside ha ottenuto dai cinesi ben 7,2 milioni di euro per il progetto – che al momento è in fase di Via (valutazione di impatto ambientale) da parte del ministero dell’Ambiente –, ma continuerà a ricevere pagamenti fino all’approvazione finale da parte di Stato e Regione, che dovrebbe avere luogo entro la fine dell’anno prossimo. Per Enerside si tratta della terza operazione avvenuta negli ultimi anni, per un totale di circa 700 MW venduti nel nostro Paese e in Brasile. Ciò che immediatamente salta all’occhio è che la Chint non è un acquirente qualunque. Dal lontano 1995 è “sezione generale” del Partito Comunista Cinese, di cui divenne “comitato” nel 1998, e fa segnare 18 miliardi di dollari di ricavi. La sua filiale italiana, con sede a Venezia, vede un giro di affari attorno ai 40 milioni di euro. Da questo business, i cinesi incasserebbero circa 107 milioni di euro all’anno. Che, se proiettato in avanti per almeno vent’anni, farebbe fruttare oltre due miliardi di euro.
Negli ultimi anni, la popolazione sarda è in lotta per la tutela del patrimonio paesaggistico e naturale dell’isola contro quella che è una vera e propria “invasione” di pale eoliche e di distese di pannelli fotovoltaici. In Sardegna sono infatti state presentate 809 richieste di allaccio di impianti di produzione di energia rinnovabile alla rete elettrica nazionale che, in caso di semaforo verde, produrrebbero 57,67 Gigawatt di potenza, coprendo di fatto tutti i quadranti dell’isola, comprese vaste aree costiere. Il Centro Studi Agricoli ha lanciato l’allarme, denunciando come ben 200.000 ettari rischiano di essere compromessi. Le proteste contro la speculazione eolica e fotovoltaica si sono intensificate nelle ultime settimane, con cortei, sit-in e flash mob in molte province. E, specie alla luce delle novità emerse, la battaglia è destinata a proseguire.
La famosa Sovranità dei patrioti!
"Mi piace""Mi piace"
83MWh di batterie.
bel lavoro
la Sardegna sta consumando 2GW
le batterie durerebbero 150 SECONDI
si, giusto due minuti e mezzo
mettete due begli EPR FRANCESI E VIA, INVECE DI BUTTARE ALL’ARIA decone di kmq di territorio
"Mi piace"Piace a 1 persona
Ho avuto modo di scriverlo in un commento sullo stesso argomento, qualche giorno fa.
Mai utilizzare per scopi diversi tutto ciò che normalmente è destinato all’alimentazione umana o animale.
Se questa regola non si rispetta, il progetto va in fallimento.
La relativamente recente storia del biodiesel ne è un esempio chiarissimo.
Mettessero i pannelli sui tetti dlle case; tu mi fai mettere i pannelli sul tuo tetto? Io ti fornisco l’energia elettrica a prezzi più bassi.
Troppo bello per essere vero.
Vediamo cosa farà Todde per il rilascio di autorizzazioni per impianti con produzione inferiore a 300 MW; questo sarà un ottimo banco di prova.
"Mi piace""Mi piace"
Leggo qualcuno che auspica una centrale nucleare, con tutti i suoi costi e pericoli, al posto delle fonti rinnovabili.
Ma continuate pure con le idiozie, ritenendo inadeguate politiche energetiche ambientali.
Si chiama AGRIVOLTAICO ed è in uso da qualche decennio, nel nord Europa, dove hanno meno irraggiamento solare annuale.
Agrivoltaico od anche agrovoltaico, agri fotovoltaico, agro fotovoltaico, agri-pv, agrisolare, è un sistema di produzioni agricola e fotovoltaica realizzate sul medesimo terreno. Nel sistema agrivoltaico i pannelli fotovoltaici sono montati ad un’altezza da terra sufficiente per consentire pratiche di coltivazione convenzionali sul terreno sottostante. Tra gli obiettivi del sistema agrivoltaico vi sono la preservazione dei terreni all’utilizzo agricolo, l’ausilio alle coltivazioni idonee tramite l’ombreggiamento che ne riduce la richiesta idrica, la funzione di sostegno delle piante, il contributo alla regimentazione delle acque piovane, una parziale protezione antigrandine e ad altri fenomeni di precipitazioni e condizioni climatiche estreme. Nell’agrivoltaico la funzione di produzione di elettricità fotovoltaica del sistema è una funzione ulteriore alla produzione agricola.
"Mi piace"Piace a 1 persona
sempre una fonte aleatoria, per quanto utile, con un capacity factor del 23% quando va bene
se vuoi andare in discoteca, o ci vai a mezzogiorno, o hai una fonte stabile 24/7
"Mi piace""Mi piace"
e lasciamo perdere la storiella dei costi e pericoli, perfavore.
l’idroelettrico ha appena fatto 9 morti (perche’ si, Bardi NON era una centrale nucleare, ma idroelettrica. solo che ci siamo purtroppo abituati
"Mi piace""Mi piace"