(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Dentro Fratelli d’Italia deve esserci un ufficio promozione intellettuali di sinistra. Un paio di settimane fa, Federico Mollicone (noto come “testa più lucida” della cultura meloniana) pensò bene di sponsorizzare il romanzo Dalla stessa parte mi troverai di Valentina Mira, accusandola di offendere la memoria delle vittime di Acca Larentia. Subito, infatti, l’autrice, assurta a protagonista nei principali talk televisivi, ha scalato le classifiche della narrativa proponendosi per la vittoria al premio Strega. Poi c’è lo storico Luciano Canfora che ha goduto di rinnovata (e meritata) popolarità perché querelato e processato su esplicita richiesta della premier (definita “neonazista nell’anima”). Sotto gli occhi di tutti il caso di Antonio Scurati, acclamato dal popolo antifascista dopo la sparizione del suo monologo a Chesarà, nel solito polverone all’italiana. Il tafazzismo di certe sentinelle della Fiamma non sminuisce la gravità del clima d’intolleranza “dall’alto” sempre più diffuso ma pone, in sovrappiù, interrogativi inquietanti in merito ai comportamenti della cosiddetta classe dirigente meloniana. Si chiede, per esempio, Alessandro Campi (politologo non certo ostile alla destra): “Perché impedire a Scurati di leggere, anche se a pagamento, il suo testo scatenando il diluvio di conformistica indignazione che poi si è visto? Spirito censorio, ingenuità, incidente, dabbenaggine o zelanteria?”. Noi propendiamo per una sintesi del tutto, con spiccata prevalenza per la dabbenaggine, a meno che l’azienda non abbia qualche pezza d’appoggio per provare la buona fede. Anche se sorge il sospetto che alcuni recessi del sistema di potere, edificato sulla vittoria elettorale del 25 settembre 2022, abbiano col tempo generato delle consorterie dedite all’autoconservazione. Che la Rai rappresenti l’archetipo di una superfetazione di carrierismi e ruffianerie, è cosa nota. Che questo agitarsi e tramare e censurare per la maggior gloria di Giorgia Meloni finisca per generare dei boomerang che la danneggiano risulta evidente dal trambusto provocato dal caso Scurati nelle stanze di Palazzo Chigi. Tanto che lei ci ha dovuto mettere una pezza pubblicando integralmente il monologo sul suo profilo Facebook, per scrollarsi di dosso dei sospetti infamanti. C’era una leader mossa dall’ambizione di guidare una forza conservatrice e a pieno titolo europea. Che certi suoi zelanti esecutori stanno ricacciando nel buio della storia, in fondo a destra.