I militanti del Movimento 5 Stelle sono a quota 170 mila contro i 165 mila del Partito democratico. Il sistema dei rinnovi automatici

(di Emanuele Buzzi – corriere.it) – Il sorpasso. Il Movimento 5 Stelle supera il Pd. No, non si tratta di un sondaggio sulle intenzioni di voto, ma parliamo del numero di militanti. Gli iscritti stellati hanno toccato quota 170 mila contro i 165 mila tesserati dem. Il popolo M5S è in prevalenza maschile: gli uomini sono il triplo delle donne, 130 mila contro 40 mila. Il dato fotografa un trend crescente dei Cinque Stelle: solo un anno e mezzo fa, all’epoca delle Parlamentarie, gli iscritti aventi diritto di voto erano in totale 133.664 e a dicembre 2023 il numero (che non tiene conto però dei tesserati negli ultimi sei mesi) era salito a 158.538.

In sostanza un incremento del 20% negli ultimi 18 mesi mentre, secondo i numeri rivelati dal Sole 24 Ore , il Pd a traino Schlein avrebbe avuto un balzo del 10%. Nel Movimento gongolano: «L’incremento è frutto sia alla capacità di attrarre nuovi militanti da parte del nuovo corso legato a Conte, sia al lavoro fatto per la riorganizzazione e il radicamento territoriale». Tra i due partiti, però, ci sono modalità differenti nella gestione della base. L’articolo 5 del nuovo statuto del Movimento 5 Stelle stabilisce che «l’iscrizione ha durata annuale e si rinnova automaticamente di anno in anno a seguito del login nel sito informatico del Movimento». Oltretutto, l’iscrizione è gratuita. Il tesseramento ai dem, invece, prevede un contributo di poche decine di euro che varia di anno in anno.

Da quando è iniziata l’era Conte gli iscritti sono aumentati del 47% (e a parte andrebbero considerati i 25 mila iscritti ai gruppi territoriali). Ma la partecipazione politica alle votazioni sembra paradossalmente calata. All’ultima consultazione — quella sulla conferma di Claudio Cominardi come tesoriere e alla nomina dei comitati tematici e di Chiara Appendino come vicepresidente — nel dicembre 2023, ha partecipato solo il 12% degli aventi diritto. In tre anni, da quando c’è stato lo strappo con Rousseau e il passaggio a Skyvote — come ha evidenziato Pagella Politica — il Movimento ha organizzato 14 consultazioni di carattere nazionale e negli ultimi tre casi l’affluenza non ha mai superato l’asticella del 20%.