Quello passato per Ferrara non può essere lui: ecco perché
(CARLO MASSARINI – lastampa.it) – Arridateci il vero Springsteen. Perché quello passato per Ferrara non può essere lui. Quello che ha costruito la sua fama e il rispetto narrando le storie dei diseredati dalla vita, della working class in cerca di riscatto, quel cuore empatico che era lì quando serviva, come gli urlò un ragazzo dopo la tragedia delle Torri, l’uomo (prima ancora del cantautore) che ha dedicato The Rising alla New York ferita, che ha partecipato a tante serate in onore o per benefit di giuste cause…non può essere lui.
Non può essere una superstar come tante che arriva col suo infermabile apparato di spettacolo in una città ai bordi di una tragedia nazionale ancora in atto, come fosse una città vicino a New Orleans subito dopo il passaggio di Katrina, fa ‘ciao Ferrara’ e parte in quarta per le solite tre ore di spettacolo nella quale non menziona, non conforta, non rivolge un pensiero alla Romagna.
Non può essere uno che non sa, che non è stato informato e brieffato sulle condizioni particolarissime nelle quali sta per andarsi a cacciare – e se è così, si faccia una domanda sulla gente che lo circonda. Non può essere uno che non fa nelle 48h successive neanche un gesto simbolico e -chessò- dona la sua parte di ricavato milionario, il centesimo ricavato milionario, a un’Associazione, alla Regione, a chi è intitolato a riceverlo. Non può essere quello che ha la mamma di origine italiana, che ha sempre detto che con l’Italia ha un rapporto speciale.
Non può essere quello che ho cominciato a trasmettere a Popoff 50 anni fa quando non era ancora nessuno neanche a casa sua, solo una grande promessa mantenuta in decenni in cui era quello da menzionare se si voleva un simbolo della rettitudine morale del rock. Quello che -aldilà del suo r’n’r- abbiamo considerato quello a cui aggrapparsi quando si cercavano le parole giuste per descrivere il proprio disagio, o il proprio dolore, com’anche la propria gioia e volontà di farcela a dispetto di tutto. Sembrava la persona giusta per dire la frase giusta nel (disgraziato) posto giusto com’ha spesso fatto in passato, e invece solo silenzio.
Ditemi che non era lui, che nel frattempo ha spiegato tutto, che ha fatto un gesto, che si è reso conto di quanti fan di sempre si son sentiti sconcertati dal suo silenzio. Ditemi che uno che ha sempre comunicato con passione e onestà non può essere inciampato in maniera così grossolana. Ditemi che era solo un (brutto) sogno, e che c’è rimasto male pure lui di quell’altro che per un paio di giorni ha preso il suo posto. E che ora ‘Bruce is back’, che è tornato quello di sempre, e che ha rimesso le cose a posto.
il tempo passa
e nei monumenti si deposita la sporcizia del tempo.
magari si è stufato di fare il monumento dagli anni ’70
(me la ricordo ancora quella tramissione di Radio RAI Secondo Programma)
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Mah! Dagli artisti in genere non mi aspetto granché di concreto in temi sociali, di solidarietà, di profonda empatia. Senza generalizzare credo che, a secondo dell’entourage che circonda l’artista, sia “formale” la partecipazione, la vicinanza, a popolazioni colpite da disastri ambientali, da guerre, da oppressioni.
Li valuto “artisticamente” punto.
Certo, in questo caso, l’opportunità del Concerto di Springsteen a pochi chilometri da un dramma umano e territoriale, non c’era proprio. E artisti, organizzatori, pubblico, dovevano fare un passo indietro.
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Sono d’accordo: anche tre passi indietro.
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Dopo che ho letto di aver aiutato l’ucrazia di Kiev, non mi meraviglio più di tanto
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Di “rockstar” vere fino al midollo come Roger Waters non ce ne sono molte in giro.
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C’era George Michael…
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E se trattassimo gli artisti da artisti e non da maitre à penser?
(Anche se la maggior parte di loro vive proprio di questa propaganda…)
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Anch’io seguo il nostro eroe da 50 anni o giu’ di li (non ricordo come lo conobbi, probabilmente ne lessi su Music Box della rivista Suono), dato il mal di schiena non potevo pensare di stare ore in piedi sul prato e ho rinunciato ai concerti di questa tournee. Comunque, aldilà di tutto, da uno che risponde in questo modo alla polemica sul dynamic ticketing non mi aspettavo certo che rinunciasse ad un concerto (fermo restando che i soldi li avrebbe portati a casa ugualmente):
In our new interview, Bruce Springsteen addresses the controversy around Ticketmaster dynamic pricing and high prices for his next tour.
“I know it was unpopular with some fans. But if there’s any complaints on the way out, you can have your money back.”
Chissà se ha contribuito in qualche modo attingendo all’ extra costo biglietti che ha incassato..
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Non basta essere una leggenda della musica, essere The Boss, se poi non spende neanche una parola per gli alluvionati dell’Emilia Romagna, o ancora peggio non devolve almeno parte del suo compenso a questa regione ferita…Che delusione!!!
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Il mio Bono avrebbe rimandato il concerto ne sono certo.
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Mi CHieDo: “THe SHoW MuST Go oN” SeMPRe e CoMuNQue?
Ogni riferimento al SURREALE Concerto di Bruce Springsteen “andato in onda, come se nulla fosse” ierisera a Ferrara, a una manciata di kilometri dai milioni di parenti/amici corregionali, colpiti dalla catastrofica alluvione in Romagna, NON È CASUALE…
Siamo OLTRE la vergogna, OLTRE il non-rispetto per gli altri, OLTRE il menefreghismo per i morti, i feriti, il disagio di un’intera comunità, colpita da una tragedia immane. Per non parlare dei danni… e di tutte le conseguenze drammatiche causate da un tale sconvolgimento nella vita delle persone, delle famiglie, dei bambini, degli anziani, colpiti dallo tsunami distruttivo dell’acqua.
Mi rispondo: ma cosa c’era da festeggiare?
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