(ANSA) – WASHINGTON, 18 MAG – Oltre la metà dei più grandi laghi e bacini al mondo si sta prosciugando mettendo a rischio la sicurezza idrica dell’umanità. E’ l’allarme lanciato da uno studio pubblicato su Science e curato da Balaji Rajagopalan, professore all’Università del Colorado. Tra le cause principali, il cambiamento climatico e i consumi non sostenibili.

“Quello che ci ha colpito – ha detto il professore che ha curato la ricerca – e’ il fatto che il 25% della popolazione mondiale viva presso bacini lacustri che tendono a prosciugarsi”, il che significa che circa due miliardi di persone sono toccate dal fenomeno in questione. A differenza dei fiumi, che sono stati studiati dalla comunita’ scientifica, i laghi non sono ben monitorati, nonostante la loro importanza fondamentale per la sicurezza idrica, ha affermato Rajagopalan.

Ma i disastri ambientali che hanno colpito i grandi bacini idrici come il Mar Caspio e il Mar d’Aral sono stati un campanello d’allarme per i ricercatori che hanno individuato una crisi ben piu’ ampia. Il team – che comprendeva scienziati provenienti da Stati Uniti, Francia e Arabia Saudita – ha esaminato i 1.972 laghi e bacini idrici più grandi del mondo, utilizzando immagini satellitari dal 1992 al 2020.

Il risultato e’ stato drammatico: il 53% dei laghi e dei bacini ha registrato un calo dell’acqua, a un ritmo di circa 22 gigatonnellate all’anno. Durante l’intero periodo studiato, sono stati persi 603 chilometri cubi d’acqua, 17 volte l’acqua del lago Mead, il più grande bacino idrico degli Stati Uniti. Per i laghi naturali, gran parte della perdita d’acqua è stata attribuita al riscaldamento climatico e al consumo da parte dell’uomo. E l’aspetto sorprendente è che i laghi perdono volume sia nelle regioni umide che in quelle secche dall’Amazzonia all’Artico.