(Massimo Gramellini – corriere.it) – Nella prima conferenza stampa da segretaria del Pd, Elly Schlein si è ben guardata dal dire quello che pensa, cioè che è contraria a mandare armi all’Ucraina, a costruire un termovalorizzatore a Roma, a vietare la gestazione per altri e a sopprimere l’orsa del Trentino. Ha invece affermato che «bisogna sostenere il popolo ucraino senza aumentare la spesa militare» (tradotto: nessun addio alle armi, scusate), che sul termovalorizzatore ha «ereditato una scelta già fatta» (non voteremo coi Cinquestelle, ma restiamo amici), che è «personalmente favorevole alla gestazione per altri, ma disponibile al confronto» (non se ne fa niente, almeno per ora) e che il destino dell’orsa «va deciso dalle autorità preposte» (ciao ciao, orsa).

Sarebbe facile inchiodarla alla sua incoerenza, come si è già fatto con Giorgia Meloni per canzonarne la virata filocapitalista. La verità è che la politica non è un mestiere per opinionisti ma per mediatori, perché il suo compito consiste nel decidere senza sfasciare. E qui si misura la nostra incoerenza di elettori, che da un lato vorremmo politici con convinzioni nette e immutabili, ma dall’altro diffidiamo di quelli talmente innamorati delle loro idee da non tener conto di tutti gli interessi in gioco. Il colore della politica è il grigio, perciò non ci emoziona. Perciò ogni nuovo leader ci illude e poi sempre ci delude. Facciamocene una ragione: anche il professor Orsini, se diventasse ministro della Difesa, uscirebbe da un vertice Nato sottobraccio a Biden.