I Prestanome

(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Giuro che l’altra sera, per un attimo, ho avuto il dubbio che anche Mattarella e la figlia fossero entrati nella premiata scuderia Presta, buoni ultimi dopo Benigni, Amadeus, Morandi, Bonolis, Clerici, Cuccarini, Ventura, Isoardi, Belén, Perego e naturalmente Bin Rignan. Poi però ho capito che il Capo dello Stato non era al Festival di Sanremo in carne e ossa per quel prosaico motivo, ma per una ben più elevata missione: salvare […]

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17 replies

  1. I Prestanome

    (Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Giuro che l’altra sera, per un attimo, ho avuto il dubbio che anche Mattarella e la figlia fossero entrati nella premiata scuderia Presta, buoni ultimi dopo Benigni, Amadeus, Morandi, Bonolis, Clerici, Cuccarini, Ventura, Isoardi, Belén, Perego e naturalmente Bin Rignan. Poi però ho capito che il Capo dello Stato non era al Festival di Sanremo in carne e ossa per quel prosaico motivo, ma per una ben più elevata missione: salvare la Nazione da un incidente diplomatico con l’Ucraina aggredita e, più modestamente, salvare quel gran genio di Carlo Fuortes, el tanguero de Avenida Mazzini, che grazie all’Operazione Vespensky rischiava los dientes y tambien el culo dopo la monumental figura de mierda del videomessaggio di Zelensky declassato a letterina ad Amadeus. Ma persino Mattarella nulla ha potuto contro altre due immani catastrofi: il pistolotto diabetico di Benigni sulla Costituzione che prima era la più bella del mondo, poi nel 2016 quando Renzi voleva sfracellarla divenne orrenda e ora è tornata bellissima, infatti armiamo quello che scrive la letterina come se non ci fosse un domani e un articolo 11; e i pensierini da terza elementare della pikkola Kiara Ferragni, che insieme al resto hanno sortito l’effetto collaterale di resuscitare Salvini nella sua veste più consona: quella di critico musicale di Sanremo. Ma non è colpa sua.

    Nessuno lo ricorda, ma ci fu un momento, prima che i giornaloni virassero le lingue sulla Meloni, in cui il Cazzaro Verde era il loro idolo: fu nel febbraio del 2019, quando si mise a difendere la prescrizione, il Tav Torino-Lione, gli inceneritori, le trivelle, persino i Benetton e a bombardare i 5Stelle e il primo governo dell’odiato Conte. Sambuca Molinari, allora direttore della Stampa, lo promosse a esperto di Festival con ben due ficcanti interviste, modello watchdog anglosassone. Domande da ko: “Ma lo sa di aver vinto a suo modo il festival? Si parlava molto di lei…”. “Pio e Amedeo parlavano di lei. Le sono piaciuti?”. “Ma allora Baglioni le piace?”. “Sentendo E tu con chi avrebbe voluto stare accoccolato ad ascoltare il mare?”. “Ma la sua vita è più spericolata oggi o quando ha preso la Lega morente ed è partito in tour?”. “Cantanti preferiti?”. “La canzone che ha segnato un momento della sua vita?”. “Va ai concerti con suo figlio?”. “Baglioni si è detto lusingato per avere una persona tanto illustre come spettatore. Bisio ha detto che lei è simpatico… Non starà diventando troppo popolare?”. Mancava il classico “Ma come fa a essere così bello e così bravo?”. Ma solo perché Salvini, nel frattempo, era annegato nella saliva.

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  2. il Festival di Sanremo è l’apoteosi dell’italiano medio e della presa per il qulo degli spettatori, in cui l’informazione si svela per quello che è: una divulgatrice di pettegolezzi

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  3. Non mi vanto di appartenere a quella minoranza che di Sanremo se ne frega, specie dopo essermi perso la visione di quelle tettine efebiche della Ferragni in vibrazione. E va beh, per intanto me la spasso con l’editoriale di MT

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  4. Grande Travaglio! Mattarella ci ha messo la faccia per giustificare l assenza di Zel .. per puro senso di asseverenza al patto Atlantico di cui il padre fu promotore interessato… anche troppo ! Adesso c era troppa gente contraria alla apparizione del burattino ucraino per poter rischiare un altra accusa di impeachment? !

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  5. Benigni è stata la cosa più vomitevole dell’intero Festival. e il fatto che ci fosse lì Mattarella ad ascoltarlo è raccapricciante.
    ma è ancora più raccapricciante leggere i commenti dei giornaloni, che subito hanno iniziato a trombettare elogi e a sfornare interpretazioni e retroscena.
    credo che il peggio del peggio del peggio sia De Angelis su HuffPost, che parla di Mattarella “in coppia con Benigni” (come se fosse un duo comico) schierati in difesa della Costituzione che funziona e che non va cambiata (“capito Meloni?”).
    ora, a parte che Benigni non ha detto che la Costituzione funziona e non va cambiata, anche perché lui era uno di quelli che la volevano cambiare con la schiforma Renzi, e ovviamente Mazzancolla non si è pronunciato sul punto, possibile che ci sia qualche paramecio come De Angelis che crede, anzi vuole farci credere, che le modifiche alla Costituzione si decidano sul palco di Sanremo e non in Parlamento? che davvero il palco di Sanremo sia lo specchio della società (se fosse così saremmo messi veramente male)?
    possibile che questi buffoni pennivendoli debbano cercare di venderci una LORO verità, che nulla ha a che vedere con la realtà delle cose; che cerchino di spacciarci un universo parallelo in cui si fa esattamente quello che dicono loro, e in cui tutti gli avvenimenti siano reinterpretati a loro uso e consumo?
    e possibile che qualcuno ci creda davvero?

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  6. La grancassa RAI sul Festival di Sanremo ha il suo perché nell’esigenza, raggiunta da anni, di share elevati, tali da veicolare pubblicità, introiti collaterali, attenzione mediatica complessiva etc. ( la “distrazione di massa” è conseguente e piace al Potere). Che la politica si parametri al Festival e addirittura il PdR faccia passarella è sempre più imbarazzante. Questo Sistema politico è un Cancro le cui metastasi hanno compromesso ogni spazio vitale.
    Siamo un Paese deceduto. Che canta come uno zombie.

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  7. a differenza di chi si sente realizzato, si ingozza di luci blu, di ipocrite comparsate, fa il pieno di pubblicità, deve sapere quanti vasi e altro sono stati rotti, per non esser tagliato fuori dalle discussioni da bar e da talk tv, nel mio piccolo mi vanto di non guardarlo. Anzi dirò di più, vuoi confrontarlo con lupo ululà e castello ululì? Visto alla n esima volta. Non c è storia, poi tutti i gusti sò gusti, come diceva quel cane seduto sulla pancetta che si le..va il c…o

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  8. Sanremo ormai da decenni è l’ennesima arma di distrazione di massa, fatta con i soldi nostri del canone. Una vetrina per i soliti noti messi lì dai soliti burattinai. Un inutile minestrone pesante cucinato per far finta di colmare il vuoto reale della pancia (e della testa) degli italiani. Come diceva Battiato in risposta ad una intervista (fa non confondere con la canzone di Bennato) sono solo canzonette. Quindi come al solito in Italia, nulla di serio.

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