Scissionisti in campo alle primarie per Schlein. Pier Luigi Bersani dà la sua benedizione al processo costituente del nuovo Pd, ma mette anche dei paletti. “Siamo dentro questo percorso e vogliamo andare avanti. Ma attenzione: occorre […]

(DI GIANLUCA ROSELLI – Il Fatto Quotidiano) – Pier Luigi Bersani dà la sua benedizione al processo costituente del nuovo Pd, ma mette anche dei paletti. “Siamo dentro questo percorso e vogliamo andare avanti. Ma attenzione: occorre una carta dei valori, che ti dà il perimetro dei principi fondativi e della platea cui ti rivolgi. Altrimenti tutto avrebbe poco senso. I candidati ora dicano come si va avanti”, afferma Bersani partecipando a un’iniziativa (“Fare costituente, rifare la sinistra”) a Bologna insieme al sindaco Matteo Lepore. “Abbiamo fatto un pezzo del percorso, ora c’è da fare il resto”, aggiunge l’ex ministro dello Sviluppo economico. Che il Pd l’ha guidato per ben 4 anni per dimettersi dopo la mancata vittoria elettorale del 2013.

Gli scissionisti di Mdp-Articolo 1 stanno partecipando alla fase costituente e sono pronti a rientrare a tutti gli effetti nella casa madre, specialmente dopo che si è sciolto il nodo del voto: chi ha la tessera di Articolo 1 (gli iscritti sono circa 14 mila) potrà votare anche ai congressi di circolo del Pd. Per le primarie, invece, non c’è bisogno, visto che la consultazione è aperta a tutti. Il problema ora però è l’approvazione del manifesto dei valori, che il Pd sembra aver lasciato sullo sfondo, anche per le numerose defezioni dal comitato chiamato a redigerlo. “Ci vuole la carta dei valori, ma poi occorre il progetto, dove devi andare nel dettaglio delle questioni. Le idee avrebbero bisogno di essere accompagnate da proposte concrete, altrimenti rischiano di restare un libro dei sogni”, osserva l’ex segretario dem. Insomma, va tutto bene: lavoro (in primis), ambiente, diritti civili, diritti sociali. “Ma su ogni tema bisogna spiegare: cosa vogliamo fare? Quali sono le priorità?”, è la domanda dell’esponente di Articolo 1. “Dobbiamo essere il partito dei lavori, dare una scossa. Non dobbiamo aver paura dei sondaggi – in questo prendiamo esempio da Giorgia Meloni – e non voglio sentir parlare di alleanze”, interviene Lepore (che voterà Schlein). “Sì, ma bisogna spiegare come vogliamo costruire un’alternativa a questa destra. Con chi la facciamo l’alternativa?”, gli risponde Bersani, secondo cui qualcosa sui compagni di viaggio bisogna dirla. Di candidati non parla, ma osserva che “ci metteremo a lato di chi è più innovativo”. E chi vuol capire, capisca. In Articolo 1 sembra essere Elly Schlein a riscuotere maggiori simpatie. E forse per questo qualcuno dei dem pro Bonaccini ha provato a ostacolare il loro ritorno. Senza riuscirci.