(Alessandro Orsini) – Siccome voglio bene a chi mi odia, rispondo affettuosamente come segue.

Ho spiegato molte volte, anche nel mio libro sull’Ucraina, che il metodo corretto per analizzare l’andamento della guerra e le sue cause è il metodo della sociologia comprendente di Max Weber che consiste nell’assumere il punto di vista di chi agisce, in questo caso, di chi invade. L’errore che commettono molti analisti italiani è di avere deciso un tipo di guerra per la Russia e di valutarla in base alle intenzioni e alle strategie che la propaganda occidentale attribuisce a Putin.

La propaganda è una forma di malafede che consiste nel ritrarre l’interlocutore in una luce sempre negativa. Se domani la Russia conquistasse tutto il Donbass, la propaganda occidentale cambierebbe i criteri di riferimento nottetempo per concludere che la conquista russa del Donbass non ha valore. Se un uomo è razzista – insegna Merton in “Teoria e struttura sociale” – qualunque cosa faccia un nero è sbagliata. Se il nero lavora dalla mattina alla sera, è avido; se lavora poco, è un fannullone. I miei analisti-odiatori, purtroppo, non hanno studiato la teoria sociologica classica e contemporanea e questo è un gran problema perché non capiscono ciò che dico e commettono sempre gli stessi errori girando su se stessi.

Il metodo corretto per analizzare la guerra in Ucraina consiste, in primo luogo, nel ricostruire esattamente quali siano gli obiettivi strategici perseguiti dalla Russia. La Russia non persegue l’obiettivo di conquistare tutta l’Ucraina. Il suo obiettivo principale è la demilitarizzazione dell’Ucraina. Da questo punto di vista, il fatto di distruggere, giorno dopo giorno, le infrastrutture energetiche, civili e militari, si pensi al ponte di Kherson nella foto, è più importante, per Putin, della riconquista ucraina della regione di Kharkiv.

Se dobbiamo emettere un giudizio sull’andamento della guerra basato sulla magnitudine delle distruzioni materiali, non ci sono dubbi che la Russia sta vncendo la guerra. Se i miei haters non accettano che dica queste parole; se queste mie parole provocano in loro ira e afflizione, allora capisco umanamente la loro sofferenza e riformulo, affettuosamente, il mio pensiero in questo modo.

UCRAINA: non ho mai visto vincere una guerra così male.

RUSSIA: non ho mai visto perdere una guerra così bene.

L’Ucraina è un Paese distrutto; la Russia no.

Molti dicono che la Russia in Ucraina farà la stessa fine della Germania nella Seconda guerra mondiale.

Vedremo.

Per ora invito i miei odiatori a notare che il territorio tedesco di Hitler è stato devastato durante la Seconda guerra mondiale, mentre quello russo di Putin è illeso.

Odiate pure, però, santa pace, fate paragoni sensati.

Ho l’impressione di vivere in un mondo capovolto.

A ben pensarci, non è un’impressione così sbagliata giacché il fine della propaganda è proprio quello di capovolgere la realtà per promuovere politiche di guerra.

Infine, sono un pacifista. Metto la mia cultura al servizio della pace e non del Cremlino. Ma se i miei odiatori vogliono credere questo, facciano pure: solidarizzo con il loro dolore.

Odiare fa male a chi odia, non a me.

Le mie tesi trovano una conferma nell’invito alla diplomazia da parte del comandante delle forze armate americane, generale Milley.

Pensateci.

Pensate criticamente e odiate di meno, se possibile.

A che vi serve odiare?

L’invidia, l’odio, il disprezzo, l’insulto, la denigrazione, la calunnia, l’irrisione, non provocano alcun tipo di crescita umana e intellettuale.

La cultura non è contare i soldatini su youtube.

La cultura è un progetto antropologico per la trasformazione del mondo (in meglio).

Pace per l’Ucraina.