(Estratto dell’articolo di Giuliano Ferrara – il Foglio) – Isolamento internazionale dell’Italia in Europa, giù le relazioni diplomatiche con partner decisivi, blocco dei ricollocamenti previsti in Francia. Non si capisce un tubo, è molto strano, per non dire grottesco, quel che va facendo la presidente Meloni in materia di immigrazione e accoglienza dei profughi. […]  Il massimo sforzo di creare le condizioni di una integrazione politica piena e legittimante del nuovo governo di destra a Bruxelles sembrava prevalere su altre considerazioni. E l’attenzione ai rapporti con la Francia, oggi sul filo di lama di una polemica molto astiosa, era emersa da subito, già nella fase di preparazione del governo Meloni.

D’altra parte la gestione del Pnrr e degli accordi di Dublino e altri tuttora validi, e del budget finanziario di compensazione dell’accoglienza marittima, autorizza i francesi, oltre tutto provocati dalle incaute e guascone dichiarazioni di Salvini sui “porti francesi aperti”, a richiamare l’Italia dei “porti chiusi” alle sue effettive responsabilità di partner europeo beneficiario di ingenti aiuti finanziari, con un’apertura collaborativa nella gestione degli sbarchi che però parte dal rispetto del diritto della navigazione e dunque dall’apertura degli approdi sicuri per le imbarcazioni che salvano profughi o migranti dal naufragio in mare. […] Ci hanno già provato a fare la voce grossa e a usare le maniere forti: non regge, nemmeno dal losco punto di vista della propaganda e della demagogia populista cosiddetta. Ci si aspettava un cambio di registro guidato con un minimo di saggezza dalla presidente del Consiglio e in ragione delle sue ambizioni di durata, di efficacia, di tenuta politica nel concerto europeo.

Ci si poteva aspettare una voce nuova nelle sedi istituzionali, una riflessione sui Trattati, una rete di relazioni da costruire, massimamente con la Francia che è nostro partner privilegiato soprattutto ora che è in questione la revisione di Maastricht e declina o si ridimensiona l’asse franco-tedesco. Sono stati assorbiti a milioni i profughi dall’Ucraina, in contesti diversi e con sofferenze sociali per tutti.

La difesa dei confini della patria c’entra poco con quello che è successo a Catania o a Reggio Calabria. Invece abbiamo, con la complicità finora di Meloni stessa, un calco starnazzante della vecchia e improbabile sceneggiata anti immigrazione, che fu a colpi di “zecca comunista”, “dàgli alle ong”, “l’Italia la vedrete solo in cartolina”. Che senso ha?