Alla vigilia della manifestazione per la pace che si terrà sabato a Roma, dal Vaticano arriva un’altra spinta al cessate il fuoco e la disponibilità ad aiutare la mediazione “in qualsiasi forma possibile”. Francesco: “Si gioca con il fuoco ignorando le crisi planetarie”. Il ministro della Difesa invece ad Avvenire difende l’aumento della spesa militare.

(ilfattoquotidiano.it) – Un altro messaggio di pace, un altro forte appello affinché “si ponga fine alla guerra in Ucraina e si avviino seri negoziati“. Papa Francesco intervenendo al Forum per il Dialogo in corso ad Awali, in Bahrein, torna a condannare duramente la corsa al riarmo a cui il mondo sta assistendo: “Pochi potenti si concentrano in una lotta risoluta per interessi di parte”, dice il Pontefice, “mentre la popolazione mondiale è afflitta da gravi crisi alimentari, ecologiche e pandemiche”, loro giocano “con il fuoco, con missili e bombe, con armi che provocano pianto e morte“. Alla vigilia della manifestazione per la pace che si terrà sabato a Roma, dal Vaticano arriva un’altra spinta al cessate il fuoco: da parte di Mosca “qualche piccolo accenno c’è stato”, per esempio per quanto riguarda l’accordo sul grano, “sono piccoli segnali, spero vadano nella direzione del buon senso”, sottolinea il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. Che sulla manifestazione per la pace dichiara: “Tutte le iniziative per la pace sono buone, l’importante è che le facciamo insieme e l’importante è che non si strumentalizzino per altri scopi”. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio al ministro della Difesa Guido Crosetto in occasione del giorno dell’Unità nazionale della festa delle forze armate, ricorda come la pace sia “un valore da coltivare e preservare”. Crosetto però, nella sua intervista ad Avvenire, conferma invece che quasi sicuramente arriverà un sesto pacchetto di aiuti militari a Kiev: “La pace non è mai gratis“, commenta il ministro.

Domani a Roma il pacifismo italiano scende in piazza, senza bandiere, per chiedere di cercare la pace e non arrendersi alla retorica bellicista secondo la quale non può esistere altra strada se non quella delle armi per risolvere il conflitto. Una manifestazione appoggiata anche da molti sostenitori de ilfattoquotidiano.it, che hanno voluto lanciare una loro iniziativa per la pace: “Il 5 novembre manifesto perché…”. La strada della pace e del dialogo è anche quella tracciata e difesa da Papa Francesco, che ancora oggi ricorda: “Chi è religioso con forza dice ‘no’ alla bestemmia della guerra e all’uso della violenza. E traduce con coerenza, nella pratica, tali ‘no’”. Il cardinale Parolin a sua volta ribadisce “la disponibilità della Santa Sede sempre ad aiutare in qualsiasi forma possibile” per una mediazione tra Kiev e Mosca. Poi aggiunge: “Il Papa a suo tempo disse, nell’appello” dell’Angelus di circa un mese fa, “che chiedeva anche al presidente Zelenski di essere aperto a serie proposte di pace perché altrimenti non se ne uscirà più. E questo invito rimane”.

“Rinnovo il mio accorato appello perché si ponga fine alla guerra in Ucraina e si avviino seri negoziati di pace“, dice il Papa in Bahrein. “Dopo due tremende guerre mondiali, dopo una guerra fredda che per decenni ha tenuto il mondo con il fiato sospeso, tra tanti disastrosi conflitti in ogni parte del globo, tra toni di accusa, minacce e condanne, ci troviamo ancora in bilico sull’orlo di un fragile equilibrio e non vogliamo sprofondare“, spiega Francesco nel suo discorso al Sakhir Royal Palace, ad Awali. E il Pontefice sottolinea anche “un paradosso“. Mentre “la maggior parte della popolazione mondiale si trova unita dalle stesse difficoltà, afflitta da gravi crisi alimentariecologiche e pandemiche, nonché da un’ingiustizia planetaria sempre più scandalosa, pochi potenti si concentrano in una lotta risoluta per interessi di parte, riesumando linguaggi obsoleti, ridisegnando zone d’influenza e blocchi contrapposti”. Il Papa continua: “Sembra così di assistere a uno scenario drammaticamente infantile: nel giardino dell’umanità, anziché curare l’insieme, si gioca con il fuoco, con missili e bombe, con armi che provocano pianto e morte, ricoprendo la casa comune di cenere e odio”.

Il mondo è “in bilico” e occorre ritrovare la via del dialogo: è il messaggio del Papa. Il governo italiano però conferma l’intenzione di non fermare la corsa al riarmo. Anche con l’invio di nuovi aiuti militari a Kiev: “C’è un solo modo di muoversi e di decidere”, spiega il ministro Crosetto ad Avvenire. Un sesto pacchetto “se non cambierà la situazione in Ucraina, ci sarà. E sarà giusto e dovuto, come lo sono stati gli altri”. Secondo Crosetto non è una contraddizione parlare di pace mentre si aumento le spese militari (nel 2028, sottolinea Avvenire, dovrebbero arrivare a 104 milioni al giorno): “La pace non è mai gratis. È un’illusione pensarlo – sostiene il ministro – Come aiutiamo l’Ucraina a difendersi? Organizziamo una catena umana di milioni di cittadini europei che circondi Kiev?”

“Affrontare il mondo con la responsabilità di dare risposte possibili ti costringe a fare i conti anche con qualcosa che non ti piace. Ma lo sguardo limpido del mondo della pace va capito, rispettato… Direi anche ammirato”, dice poi Crosetto sulla manifestazione per la pace in programma domani a Roma. Senza evitare un attacco implicito al presidente del M5s, Giuseppe Conte, che per primo tra i leader politici ha sposato la causa della manifestazione: “In questa piazza hanno promesso di non portare le bandiere dei partiti – dice Crosetto – Ci sarà però l’intollerabile mancanza di limpidezza di troppi uomini politici. Uomini che hanno votato con consapevolezza e responsabilità in Parlamento cinque decreti per cinque spedizioni di armi all’Ucraina. E che ora gridano ‘basta armi’”.

Eppure ieri anche il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha scritto una lettera invitando a partecipare alla manifestazione: “Non possiamo rimanere fermi. Alcuni diranno che manifestare è inutile, che ci sono problemi più grandi e spiegheranno che c’è sempre qualcosa di più decisivo da fare. Desidero dirti, chiunque tu sia – perché la pace è di tutti e ha bisogno di tutti – che invece è importante che tutti vedano quanto è grande la nostra voglia di pace“. Il presidente dei vescovi ha anche ricordato un altro concetto: “Chiedere pace non significa dimenticare che c’è un aggressore e un aggredito e quindi riconoscere una responsabilità precisa. Papa Francesco con tanta insistenza ha chiesto di fermare la guerra – ricorda Zuppi – L’umanità ed il pianeta devono liberarsi dalla guerra“.