Tutto in aria. A neanche 24 ore dalla pace, Silvio torna all’attacco: pretende il Guardasigilli e “minaccia” la famiglia della leader FdI. Le ricostruzioni sui giornali l’hanno descritto come lo “sconfitto”, quello uscito a pezzi dal confronto con Giorgia Meloni. Un ex statista caduto […]

Foto Cecilia Fabiano/LaPresse 18-10-2022 Roma, Italia – Politica -Elezione dei capogruppo uscita di Silvio Berlusconi dai gruppi parlamentari della Camera – Nella Foto : Silvio Berlusconi October 14 , 2022 Rome, Italy – Politics – Election of group leaders Silvio Berlusconi\’s exit from the parliamentary groups of the House – In the photo: Silvio Berlusconi

(DI GIA. SAL. – Il Ftto Quotidiano) – Le ricostruzioni sui giornali l’hanno descritto come lo “sconfitto”, quello uscito a pezzi dal confronto con Giorgia Meloni. Un ex statista caduto in disgrazia, costretto ad andare a casa della nuova leader e uscito con due no: niente ministero allo Sviluppo Economico per le sue tv, niente Giustizia per i suoi processi. E così Silvio Berlusconi, il giorno dopo, ha deciso di mandare tutto all’aria. Incontrando i gruppi parlamentari di Forza Italia ha fatto l’elenco dei ministri ottenuti, millantato un accordo su Maria Elisabetta Casellati alla Giustizia e raccontato di aver fatto pace con il presidente russo Vladimir Putin. Oltre ad attaccare personalmente la premier in pectore Giorgia Meloni con cui aveva fatto pace solo lunedì, facendo allusioni sul compagno che lavora a Mediaset: un attacco che poi è scaduto sul personale riferendosi al compagno Andrea Giambruno: “È amica di mio figlio, il suo uomo lavora in Mediaset”.

Una giornata che rimette in discussione tutto e che manda nel panico Forza Italia, costretta a smentire le dichiarazioni del suo leader e a ritrattare le sue frasi. Di buon mattino il primo atto è già un segnale di guerra: con una lettera impone Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo come capigruppo al Senato e alla Camera. Già un messaggio a Meloni: il gruppo parlamentare sarà tutto controllato da Ronzulli (eletta per acclamazione) che da quella posizione potrebbe far traballare la maggioranza come vendetta per essere stata tenuta fuori dal governo.

Ma il vero show Berlusconi lo regala quando si presenta ai neo eletti. A Palazzo Madama, all’ora di pranzo, fa il primo sgarro a Meloni: “Ieri Giorgia mi ha chiesto di essere suo consigliere, io sono a disposizione”. Dopo essersi lamentato per la distribuzione dei collegi con la Lega, dà una stoccata sul ministero della Giustizia: “Meloni vuole Nordio, ma per me la scelta giusta è Casellati, oggi lo vedrò”.

Poi, nel pomeriggio, il leader di Forza Italia si sposta a Montecitorio e lì dà spettacolo. A cominciare dal suo rapporto con Vladimir Putin: “Ho riallacciato un po’ i rapporti con il presidente Putin, un po’ tanto… – si sente in un audio di LaPresse – per il mio compleanno mi ha mandato 20 bottiglie di vodka e una lettera dolcissima”.

Un colpo durissimo per la fervente atlantista Meloni e anche per Antonio Tajani, pronto a diventare ministro degli Esteri. Così, poco dopo esce un comunicato di Forza Italia che prova a smentire le ricostruzioni, spiegando che Berlusconi si riferiva a un aneddoto del 2008. Ma l’audio conferma.

Ma il leader azzurro ne ha anche per l’accordo di governo appena raggiunto, elencando i posti che andranno a Forza Italia, come se nominare i ministri fosse compito suo. “Tajani andrà agli Esteri e farà il vicepremier, Casellati alla Giustizia, Saccani all’Università, Bernini alla Pubblica amministrazione e Pichetto Fratin alla Transizione Ecologica” spiega Berlusconi. Ma fonti di FdI smentiscono subito l’accordo sulla Giustizia: “Il nostro nome è Nordio, non se ne parla”. Stessa tesi confermata da Ignazio La Russa a Porta a Porta. Se Casellati, come sembra, non diventerà ministra della Giustizia il possibile scambio potrebbe riguardare Francesco Paolo Sisto, senatore berlusconiano che verrebbe eletto al Csm e potrebbe ambire alla carica di vicepresidente dell’organo di autogoverno della magistratura.

Ma poco prima, durante la riunione, aveva spiegato ai suoi: “Ieri con la signora abbiamo parlato anche di ministri, che erano 4 e sono saliti a 5. Ma io le ho detto che deve imparare a usare il condizionale – ha continuato Berlusconi – Quando parli dei tuoi alleati dovresti dire ‘il Senato mi piacerebbe tenerlo per FdI’ e non ‘il Senato è mio’, perché non si fa. Il premier deve essere aperto e generoso nei confronti degli alleati se vuol tenere unita la coalizione. Quindi noi gli abbiamo chiesto 3 ministeri, mi ha riso in faccia, ne ho chiesti 2, ha riso ancora, ne ho chiesto uno, ha detto ok”.