L’Italia non è più abituata alle guerre per due ragioni principali: la prima è ovvia e la seconda molto meno. La ragione ovvia è che, dopo la Seconda guerra mondiale, l’Italia non è stata più bombardata. La seconda ragione, meno ovvia e che dovrebbe far riflettere la nostra classe dirigente […]
(di Alessandro Orsini – ilfattoquotidiano.it) – L’Italia non è più abituata alle guerre per due ragioni principali: la prima è ovvia e la seconda molto meno. La ragione ovvia è che, dopo la Seconda guerra mondiale, l’Italia non è stata più bombardata. La seconda ragione, meno ovvia e che dovrebbe far riflettere la nostra classe dirigente, è che, nonostante il mondo sia stato afflitto da tante guerre, l’Italia se n’è sempre disinteressata. La copertura della guerra e delle guerre civili in Siria, Yemen, Donbass, Iraq, Afghanistan, Somalia, Nigeria, per citarne soltanto alcune, è stata e continua a essere pressoché inesistente. L’Italia, quasi del tutto assorbita da problemi di politica interna, per la gran parte inutili polemiche, si è leggermente interessata alla guerra in Siria soltanto nel periodo in cui temeva di subire un attentato dell’Isis. Anche in quel caso, si è trattato di un interesse marginale, non relativo alla guerra siriana in sé, ma soltanto a un suo tragico derivato, lo Stato Islamico. La conseguenza di questa mancanza di informazione è stata una carenza di riflessione strategica, culturale, politica, antropologica e storica sul fenomeno della guerra, che si riflette nei commenti che leggiamo in queste ore sugli ultimi sviluppi in Ucraina dove l’esercito di Kiev è avanzato nella regione di Kharkiv. L’atteggiamento prevalente in Italia verso la guerra in Ucraina è identico all’atteggiamento dei tifosi allo stadio. Del tifo calcistico presenta due caratteristiche fondamentali. La prima è l’idea che una guerra duri novanta minuti. La possibilità che la Russia, subita questa sconfitta, possa tornare alla carica con violenza inusitata, è assente tra i tifosi. Riflettere sulle contromosse del nemico non ha senso. Che la Russia possa impiegare seriamente l’aviazione, cosa che finora non ha fatto, o ricorrere alla mobilitazione generale o magari alle armi nucleari, non è contemplato. Ha senso soltanto esultare. La seconda caratteristica è l’idea che il mondo sia diviso in due sole fazioni: i tifosi della Russia e quelli dell’Ucraina. Basta che l’Ucraina avanzi a Kharkiv e i problemi sono risolti. La Prima guerra mondiale e la Seconda guerra mondiale dovrebbero avere insegnato agli italiani due cose. La prima è che la pace in Europa non è possibile in presenza di una grande potenza revanscista. La seconda è che “vittoria” non significa automaticamente “pace”. Infine, manca un metodo. Una valutazione corretta ed emotivamente distaccata di ciò che sta accadendo in Ucraina richiederebbe di condurre prima un’analisi separata delle operazioni militari su ognuno dei fronti di guerra e poi una sintesi. Kharkiv è soltanto uno dei tre fronti. Che cosa accade sugli altri due? Chi scrive non ha mai previsto che la Russia non avrebbe subito nemmeno una sconfitta o che avrebbe vinto in pochi giorni. Al contrario, ha sempre temuto la sirianizzazione della guerra. Una guerra esistenziale è fatta di vittorie e di rovesci. Il tipico andamento altalenante delle guerre, soprattutto nelle fasi iniziali, sfugge anche a Zelensky, il quale, anziché aprire subito una trattativa, si è profuso in commenti iper-radicali contro la Russia sprecando un’occasione. Nessuno può rimproverarlo troppo: i falchi da cui è consigliato – Draghi, Biden, Stoltenberg, Truss – lo inducono a tanto contro gli interessi del suo popolo, dell’Italia e dell’Europa tutta. Viviamo in un tempo di falchi. La guerra apre gli occhi a chi la subisce e non a chi la guarda dal divano. Il nostro augurio è che tanti italiani continuino a vagare senza vista.
Il programma di approfondimento di Rai Tre Carta Bianca aveva intenzione di arruolare Orsini come ospite fisso per almeno sei puntate, due delle quali già trasmesse. Durante le quali il sociologo ha espresso una serie di teorie controverse sull’invasione di Putin contro l’Ucraina.
Nella puntata andata in onda il 15 marzo, ad esempio, il professore si è espresso così: “Questa è una guerra persa in partenza. O noi diamo a Putin quello che vuole o lui se lo prende lo stesso”.
E ancora: “La Russia continuerà ad avanzare, avremo sempre più morti fra i civili. Se la Germania e Francia vogliono riempire l’Ucraina di armi lo facciano, l’Italia deve prendere i soldi che intende spendere per le armi per costruire due enormi ospedali per accogliere i bambini ucraini mutilati”.
E per finire: “Sono per una rottura in seno all’Unione europea, il ruolo dell’Italia è quello di Paese di pace”.
Nella puntata di Cartabianca del 22 marzo invece Orsini ha evocato una ecatombe nucleare: “Se porremo Vladimir Putin in una condizione disperata, certamente userà la bomba atomica”.
E poi: “L’Italia e l’Europa stanno dando armi, stanno portando sanzioni ad un livello altissimo. È chiarissimo cosa stanno facendo per la guerra. Ma cosa stanno facendo per la pace? Un bel niente”.
O ancora: “Bisogna avere il coraggio di ammettere che Putin ha già vinto”.
25 marzo, Orsini ospite a Piazza Pulita su La7 ha riproposto la sua personale soluzione del conflitto in due punti: l’Ue deve lasciare il Donbass a Putin e l’Italia deve rompere con l’Unione europea. “Questo è un conflitto frontale tra Putin, la Russia e l’Europa – ha detto il sociologo –
L’Italia deve fare tre cose,
rompere con l’Unione Europea,
fare una dichiarazione ufficiale che abbiamo sbagliato tutti, noi e l’Unione Europea,
riconoscere le colpe dell’occidente e quelle di Putin, deve dirsi disponibile al riconoscimento a guerra in corso del Donbass e della Crimea”.
Vorrei sapere se e quando Orsini intenda scusarsi per la sua propaganda a senso unico. Vero è che la sua posizione avversa gli ha portato visibilità, un martirio cercato e trovato, messo a reddito con vendita di libri e spettacoli teatrali.
Però pure BASTA . Come fa a scrivere le odierne boiate dimenticandosi delle dichiarazioni passate?
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Se non avessi un enorme rispetto per i morti di entrambe le parti e per la situazione drammatica, ti direi: lascialo parlare, che ci divertiamo.
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Detto da Frankie Goes to Hollywood, ovvero il NULLA COSMICO.
Come dimostri ampiamente nel dare ragione a quel mentecatto con lo scolapasta uscito da un ospedale psichiatrico che continua a postare la sua patologia mentale.
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La novità dell’ultima ora è il conflitto negli Urali tra l’Azerbaijan e l’Armenia.
l’Armenia ha richiesto ufficialmente alla Russia l’Art.4 del CSTO, ovvero la mutua difesa .
Ora la domanda è una, i russi attaccheranno l’Azerbaijan o troveranno il modo di voltare le spalle ai propri alleati come fanno sempre?
E come si comporterebbero su venisse attaccata la Siria?
E il loro avamposto nel mediterraneo in Libia, dove sostengono il Feldmaresciallo Haftar?
Forza Orsini, facci divertire.
P:S:
Ai figli di Pootteen dico di continuare a rosicare perchè siete uno spasso.
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SM
Hai la bua al pancino, stamattina?
Dai, un bel biberon caldo con due gocce di Alginor e passa tutto, poi più tardi chiamiamo il pediatra.
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@J&B scotch whisky
Io leggo anche la propaganda russa, consapevole di ciò che maneggio. Viene dato sempre più risalto a uomini (mercenari occidentali, ma non solo), mezzi (blindati, trasporto truppe, aerei ecc) e addestramento/consiglieri speciali forniti dalla Nato .
L’ipotesi di atomiche tattiche è tutt’altro che scongiurata o esclusa.
Ce la fai a capirlo?
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Non serve l’atomica tattica, bastano e avanzano le fab-3000
Perché se avessero voluto un ucraina rasa al suolo gli sarebbero bastati pochi giorni,
Lo scopo della Russia è denazificare l’ucraina e ridurre in rottami la nato che è la vera forza che gestisce e combatte tramite arruolati con la forza e carne da cannone Ucraina, solo le zucche senza semi riempite di propaganda e spazzatura non lo capiscono,
Lo dimostra la mappa pubblicata, un niente a uso e consumo dei grulli.
Avesse almeno l’ inteligenza di pubblicarne una vicino alla realtà.
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*anche la propaganda russa
Intendo dire : oltre quella dei maggiori giornali italiani.
Non mi riferivo al prof. Orsini.
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Dire che la Russia è più forte dell’Ucraina, e da qui ragionare su cosa sarebbe meglio fare (per tutti), non è propaganda ma pareri che puoi condividere o meno.
Invece propaganda è dipingere uno dei due Stati come avamposto della democrazia da difendere dalla dittatura dell’altro, che è più o meno quello che credono i tifosi del “+ armi!” imbeccati da numerosi propagandisti a cui dovresti rivolgere la richiesta di scuse.
Persino gli americani hanno dovuto ammettere quello che già si sapeva:
“𝑈𝑐𝑐𝑖𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑖𝑙𝑙𝑒𝑔𝑎𝑙𝑖 𝑜 𝑎𝑟𝑏𝑖𝑡𝑟𝑎𝑟𝑖𝑒, 𝑐𝑎𝑠𝑖 𝑑𝑖 𝑡𝑜𝑟𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑒 𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑖𝑠𝑢𝑚𝑎𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑐𝑎𝑟𝑐𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖, 𝑐𝑜𝑛𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑐𝑎𝑟𝑐𝑒𝑟𝑎𝑟𝑖𝑒 𝑑𝑢𝑟𝑒 𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑖𝑐𝑜𝑙𝑜𝑠𝑒, 𝑎𝑟𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑜 𝑑𝑒𝑡𝑒𝑛𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑎𝑟𝑏𝑖𝑡𝑟𝑎𝑟𝑖𝑒, 𝑔𝑟𝑎𝑣𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑙𝑒𝑚𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑙’𝑖𝑛𝑑𝑖𝑝𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑔𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎, 𝑔𝑟𝑎𝑣𝑖 𝑟𝑒𝑠𝑡𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑒𝑠𝑝𝑟𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑎𝑖 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎, 𝑔𝑟𝑎𝑣𝑖 𝑟𝑒𝑠𝑡𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝐼𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑒𝑡, 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑖𝑛𝑔𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑓𝑢𝑔𝑖𝑎𝑡𝑖 𝑖𝑛 𝑃𝑎𝑒𝑠𝑖 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑙𝑎 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑜 𝑙𝑒 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑡𝑎̀ 𝑠𝑎𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒𝑟𝑜 𝑖𝑛 𝑝𝑒𝑟𝑖𝑐𝑜𝑙𝑜, 𝑔𝑟𝑎𝑣𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒“
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/08/15/gli-stati-uniti-bocciano-il-sistema-ucraina-uccisioni-illegali-corruzione-torture-in-carcere-e-mancata-indipendenza-dei-giudici/6763214/#35596751
Se questi sono i “buoni”, allora lo erano pure Saddam e Gheddafi che facevano le stesse cose. Ma chissà perchè non gli abbiamo inviato miliardi in armi per difendersi dall’invasione.
Nel caso mi rispondessi con l’elenco delle cattiverie, vere o presunte, dei russi, ti faccio presente che noi non stiamo regalando miliardi in armi ai russi, ma ai “buoni”. Se poi i buoni non ci sono, allora è lecito pensare che tutto sto bordello allucinante è stato creato è voluto non per difendere l’Ucraina (regime) e i suoi presunti “democratici valori”, ma per indebolire la Russia e poi, eventualmente, anche la Cina.
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Grazie Orsini.
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Se non rinsaviscono ciascuno un po’, non mancherà molto che sul campo arriveranno le armi nucleari tattiche. E speriamo che siano solo quelle
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Non è vero che non c’è stata copertura mediatica, dipende da “quale” guerra si parla.
Ad esempio in Ireq c’erano le giornaliste “embedded” ( Maggioni) e la Botteri ci rompeva i cabbasisi col suo tono “anema e core” raccontandoci, tra l’ altro, minuto per minuto, la sceneggiata della distruzione della statua di Saddam : ci parlava di una folla, le immagini testimoniavano quattro gatti.
Si era dopo l’ 11 settembre e Powell aveva appena messo in scena, teatralmente, la farsa dell’ antrace. Che i giornalisti ci testimoniavano trovarsi un giorno si e l’ altro pure, nelle lettere spedite ad ogni capo delgli US.
Vogliamo poi ricordare il contractor ridicolmente santificato, poveraccio, con uno pseudo audio in cui pare dicesse “Così muore un Italiano”? Ci voleva l’ eroe per coprire la realtà dei contractors , per lo più ancora sconosciuti al grande pubblico. Per non parlare poi dei nostri caduti a Nassiriya.
Certo altre guerre le abbiamo viste meno, ma quella in Serbia è stata abbastanza coperta, con questa volta Santoro a fare da eroe.
Diciamo che, per noi – partecipazioe a parte, ovviamente decisa altrove – le altre guerre non hanno comportato per noi il pericolo ( sebbene, in Serbia… ma la Russia allora aveva ancora altri problemi ) e le privazioni che porta e porterà questa in Uncraina.
E siamo solo all’ inizio.
Quindi siamo in guerra, tutti, e la propaganda è una propaganda di guerra. Da prendersi con le pinze, quindi.
Quello che manca, come in tutte le guerre, è la voce del popolo ucraino. In tanti ci stanno guadagnamndo, in tanti – i più poveri ed anziani: in molti se ne sono scappati e chissà se torneranno – hanno perso tutto.
Come in tutte le guerre sentiamo solo le voci del potere e qualche “intervista” accuratamente selezionata, come le immagini che ci mostrano.
Difficile, anzi, impossibile, capire come stanno realmente le cose: ricordo benissimo la strigliata di Mentana ad un suo inviato che si era collegato da un parco in cui pedalavano serene tranquille famigliole: non si poteva dare una idea di normalità. Il malcapitato raddoppiò la dose dicendo che quella era la realtà di quei luoghi: Mentana schiumava.
Qualche ora dopo il collegamento era accanto ad un capannone semi distrutto. E da allora in poi è stato sempre così
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PUTIN HA LE ORE CONTATE – IL MINISTRO DEGLI ESTERI SERGEI LAVROV PARLA APERTAMENTE DI NEGOZIATI:
“CHI LI RIFIUTA DEVE CAPIRE CHE PIÙ RITARDA QUESTO PROCESSO, PIÙ DIFFICILE SARÀ NEGOZIARE”. CE L’HA FORSE CON “MAD VLAD”?
INIZIALMENTE LAVROV ERA CONTRARIO ALLA GUERRA IN UCRAINA, POI, PIÙ PER PRAGMATISMO CHE PER CONVINZIONE, SI ERA CONVERTITO – LE SANZIONI STANNO FACENDO MALISSIMO ALL’ORSO RUSSO, CHE STA BRANCOLANDO VERSO IL BARATRO…
Chiedo ad Orsini: Com’era a storia dei bambini felici sotto una dittatura?
Ci sono bambini festanti verso i liberatori ucraini appena arrivati nella regione di Kharkiv.
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“PUTIN HA LE ORE CONTATE ”
Sociopat, segna!
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Non occorre nemmeno dirlo…
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Ho riportato da Dagospia, scalmanata. (Femmina con scalmane).
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Per la menopausa mi manca ancora un po’.
Non ho mica l’età delle milf che sei solito frequentare!
E poi? Citi Dagospia?
E stavi sempre a rintuzzare quel povero professore toscano di cui non ricordo il nome?
Che finaccia hai fatto dopo il coviddi!
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Marco Giannini.
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Pare che le truppe russe sul Dnepr stiano contrattando la ritirata, che poi sarebbe una resa, con le sopraggiunte forze di liberazione ucraine.
Pare che la distruzione di alcune infrastrutture come strade e ponti li abbiano isolati impedendo qualsiasi tipo di rifornimento.
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Eppure questa novità sarebbe importante.
P.S. ieri la quotazione del gas per Megawattora ha toccato un minimo intraday sotto i 190€. Con tanti saluti a chi vaticinava i 1.000€.
PUTIN HA LE ORE CONTATE
IL MINISTRO DEGLI ESTERI SERGEI LAVROV PARLA APERTAMENTE DI NEGOZIATI:
“CHI LI RIFIUTA DEVE CAPIRE CHE PIÙ RITARDA QUESTO PROCESSO, PIÙ DIFFICILE SARÀ NEGOZIARE”. CE L’HA FORSE CON “MAD VLAD”? INIZIALMENTE LAVROV ERA CONTRARIO ALLA GUERRA IN UCRAINA, POI, PIÙ PER PRAGMATISMO CHE PER CONVINZIONE, SI ERA CONVERTITO. LE SANZIONI STANNO FACENDO MALISSIMO ALL’ORSO RUSSO, CHE STA BRANCOLANDO VERSO IL BARATRO…
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Bene. Quindi da domani scende l’inflazione, le bollette tornano come prima e ritorna pure Draghi?
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Invece di guardare i cartoni animati e i films porno, cerca di informarti correttamente,
Il primo ministro belga lo ha detto senza mezzi termini. “Poche settimane come questa e l’economia europea si fermerà. Riprendersi da questo sarà molto più complicato che intervenire sui mercati del gas oggi”, ha detto a Bloomberg la scorsa settimana. “Il rischio di ciò è la deindustrializzazione e il grave rischio di disordini sociali fondamentali.
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Sarò ignorante ma non ho capito la chiusa dell’articolo
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È un augurio ironico e agrodolce.
Se la guerra apre gli occhi solo a chi la subisce, Orsini si augura che gli italiani
Continuino ad essere ciechi cioè si augura che l’Italia non venga mai bombardata
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La zucca senza semi riempita di propaganda e spazzatura è in stato di eccitazione ,guardando i cartoni animati si sta masturbando da oltre 5 GG sul niente,
Poveretto finita la sbornia di propaganda si ritroverà spompato e distrutto.
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Così parlò la zucca marcia, poveretto tra un pò ti ritroveremo nell’umido
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Ruby
Già nell’umido?
Niente da fare, non resisti, appena leggi zucca senza semi riempita di propaganda e spazzatura
Scatti sull’attenti e urli Presente,
Ora che ti sei palesato puoi assumere la posizione di riposo.
E prendi le pillole altrimenti pisci a letto.
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La parte più bella è la chiusura…
“””Zelensky, il quale, anziché aprire subito una trattativa, si è profuso in commenti iper-radicali contro la Russia sprecando un’occasione. Nessuno può rimproverarlo troppo: i falchi da cui è consigliato – Draghi, Biden, Stoltenberg, Truss – lo inducono a tanto contro gli interessi del suo popolo, dell’Italia e dell’Europa tutta. Viviamo in un tempo di falchi. La guerra apre gli occhi a chi la subisce e non a chi la guarda dal divano. Il nostro augurio è che tanti italiani continuino a vagare senza vista.””””
Denota un Presidente fantoccio degli USA e poco propenso a salvare le vite dei suoi concittadini!
Veramente coglione…!
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Battaglie nella direzione di Kharkiv: non l’Ucraina, ma la squadra della NATO ha attaccato Izyum
A chi devono resistere le nostre truppe e dov’è la prima linea ora..
Considerando che le truppe di Kiev hanno armi inviate anche dall’Occidente, si scopre che non è l’Ucraina stessa a combattere con noi, ma la squadra della NATO..
Articolo completo 👇
https://www.kp.ru/daily/27443/4646657/
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Io credo nelle ragioni della Russia a differenza di Orsini. Ma chiunque sia obiettivamente neutrale deve sforzarsi di guardare con distacco le sorti della guerra non come i nostri media che scambiano i propri desideri per realtà. I russi finora hanno usato la mano vellutata per non alienarsi la popolazione civile soprattutto dei territori teatro degli scontri. Questo ha limitato molto la loro azione militare.
La così pubblicizzata controffensiva ucraina sembra più un espediente a fini propagantstici per le elezioni italiane imminenti che una riconquista poderosa di vasti territori. Potrebbe addirittura rivelarsi una trappola per gli ucraini di kiev .
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La controffensiva ucraina, avviata verso Kherson a fine agosto ma concretizzatasi in questi giorni nella regione di Kharkiv, ha cambiato le sorti della guerra avviata dalla Russia il 24 febbraio. Nemmeno dai quartieri generali a Kyiv si aspettavano la rapidità con cui i militari ucraini hanno riconquistato, villaggio dopo villaggio, quasi tutta la regione di Kharkiv. E non se l’aspettavano i russi, che ancora il giorno dell’avvio dell’offensiva a nord-est mobilitavano truppe verso il sud, pensando che il pericolo maggiore, per loro, arrivasse sul fronte di Kherson. Costretti a una ritirata che i vertici militari di Mosca (dopo un paio di giorni di silenzio) hanno tentato di spacciare per strategica, i russi come reagiranno? Posto che le sorti della guerra sono realmente cambiate, che cosa ci aspetta nelle prossime settimane?
La reazione della Russia
La reazione a caldo di Mosca sa di vendetta. Nella serata di domenica 11 settembre ha bombardato infrastrutture essenziali in diverse città dell’est e del centro dell’Ucraina. A Kharkiv la centrale elettrica Chpp-5, la più importante della città, si è completamente incendiata: le fiamme sono state spente solo lunedì mattina. A Poltava, a causa del blackout, si sono incendiati alcuni filobus. In varie altre città è stata segnalata mancanza d’acqua oltre al blackout. I treni tra Kharkiv e Kyiv hanno subìto rallentamenti. Lunedì mattina, altri attacchi: Kharkiv, dove una persona è morta, è senz’acqua e senza elettricità.
Ma la dimensione della disfatta sta provocando reazioni interne. Sui canali Telegram si è iniziato a criticare la leadership. Il leader ceceno Ramzan Kadirov (considerato fedelissimo a Putin) si è detto pronto ad andare a Mosca a spiegare ai vertici militari come si fa la guerra (è la minaccia di una specie di colpo di stato indolore?). L’ex deputato Boris Nadezhin, sul canale Russia 1, ha chiesto apertamente accordi di pace. E a Mosca, il 10 settembre, durante la festa di fondazione della città (per la quale il centro storico era chiuso a chiunque), qualcuno giura d’aver visto in movimento i mezzi dei paramilitari agli ordini diretti del presidente.
Putin potrebbe essere deposto a breve: i 3 scenari
In questo contesto, assume qualche probabilità la deposizione di Putin. Oltre alla disfatta militare, in Russia si fanno i conti con la crisi economica dovuta alle sanzioni occidentali. Centinaia di migliaia sono i posti di lavoro andati in fumo. E se osservando Mosca potrebbe sembrare che tutto sia normale, questa è solo ‘vetrina’. La realtà, a Mosca e soprattutto altrove, è quella di un paese in ginocchio. Il tetto al prezzo del gas darebbe il colpo finale. La deposizione di Putin è un’ipotesi più credibile proprio guardando alla prospettiva davanti a cui si trova la Russia per i prossimi mesi. Isolata dal mondo (e la Cina non potrà aiutarla abbastanza), in ginocchio economicamente e ora anche militarmente. Ma, va ricordato, anche con la faccia persa di fronte alla comunità internazionale.
L’idea che Putin possa semplicemente ammettere la sconfitta per conservare il suo posto non è plausibile. Una qualunque ammissione comporterebbe anche una assunzione di responsabilità (dimissioni immediate). Mentre i due spauracchi temuti da molti sembrano improbabili. Il primo sarebbe l’attacco nucleare (mirato, ma pur sempre nucleare) all’Ucraina. La Nato ha sempre chiarito che, in questo caso, avverrebbe una risposta automatica e proporzionale. Portare in Europa la guerra atomica non è semplicemente ammissibile per il mondo libero. La Russia, sfiancata dopo mesi di guerra da lei cercata e avviata, non avrebbe la forza per sopportare l’ovvia reazione ad un gesto del genere. Il secondo spauracchio sarebbe quello della dichiarazione di guerra all’Ucraina (formalmente mai avvenuta) e della conseguente mobilitazione generale. Ma ci vorrebbero mesi. La Russia non potrebbe pensare di aumentare la sua forza umana in mancanza di tecnologia e materiale bellico. Già oggi è costretta a smontare i vecchi mezzi militari per ottenere pezzi di ricambio e, pur con una formale smentita, a cercare munizioni in Corea del Nord. Quali armi e proiettili darebbe in mano a centinaia di migliaia di soldati poco entusiasti?
E c’è infine la questione motivazionale. Qualunque cittadino ucraino è convinto, da sempre, di vincere. I soldati sono motivatissimi: devono difendere le loro case, la loro gente, le loro città, la loro vita. L’oppressione russa si è già mostrata nelle zone occupate (Melitopol, Kherson, Mariupol): libri di scuola sostituiti con quelli che infondono propaganda russa ai bambini. Per nessun ucraino questo è accettabile. Al contrario, i soldati russi non hanno alcuna motivazione. Sanno, in cuor loro, che l’Ucraina non rappresentava alcun pericolo per le loro case, la loro gente, la loro vita. Per quale ragione potrebbero voler sacrificare sé stessi?
Qualche commentatore sta già scrivendo che la controffensiva ucraina porterà a prolungare la guerra. Forse allora si sarebbe dovuto sperare nella disfatta dell’Ucraina, per farla finire più in fretta? In realtà la controffensiva ucraina è il modo più rapido per la fine della guerra, e per una fine giusta, sia dal punto di vista morale sia da quello del diritto internazionale. La velocità con cui la Russia ha perso zone che aveva impiegato molto tempo (e molti morti) a conquistare è un bel segnale per tutti coloro che sperano che la guerra finisca presto. Probabilmente senza più Putin al potere.
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@Roby
Grazie per averlo postato. Bravo.
Questa è un’analisi basata sulla realtà.
Molti profili presenti nei commenti sono invece dispensatori di bufale spacciati dalle centrali di disinformazione del dittatore russo.
Sono tutti indaffarati a convincersi che assisteremo ad una reazione da fine del mondo.
Sicuro, quello del sistema Putin.
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Tutto quello che volete, ma agli aerei, fino ad ora inutilizzati, non mi pare che servano munizioni e proiettili, giusto?
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RICOMINCIAMOOOOOOOOOOOOOOOOO
Dopo che Putin ha avuto almeno 80 malattie mortali nei mesi scorsi…
…adesso lo depongono affinché possa andare a sgovernare la Russia qualche altro amico dell’Occidente alla Yeltsin o Navalny. AH!
COYOTE.
Siete due torsoni di rara magnitudine.
Al massimo, in Russia senza Putin va al potere qualcuno più estremista e nazionalista di lui.
Spero che le prime atomiche ve le becchiate in testa voi, pajassi psicolabili (Roby, Magda e Jolly mentecatto)
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Tu ameba decerebrata l’atomica ce l’hai già nel tuo povero mezzo neurone marcio che ti è rimasto. Ora torna a leggere topolino
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Giorni fa… La Russia bombarda la centrale nucleare e dentro ci sono i russi! hahahahha
Ieri … liberata Kharkiv i russi in fuga bombardano! hahahahha.
Mai visto spararsi sui piedi e bombardare mentre si fugge.
Su bevete le verità dell’occidente(usa compresa).
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Qui , oltre ad esserci le solite manovre della Cia e ong , rivoluzionisti colorati ecc. c’e’ pure la manina di quel multigiochista turco . Ma avranno pane per i loro denti .
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-armeniaazerbajian_dopo_gli_scontri_della_notte_tregua_grazie_alla_mediazione_russa/8_47313/
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PUTIN FURIOSO SULLA «MANICA D’INCAPACI» PER LA CONTROFFENSIVA UCRAINA
Vladimir Putin è furioso. «Siete una manica di incapaci», avrebbe detto venerdì in una riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza ai «siloviki», i capi degli apparati militari e d’intelligence, che lo ascoltavano come scolaretti in silenzio. Lo rivelano attraverso canali Telegram, fonti con accesso diretto ad alcuni membri del massimo organismo strategico russo.
La controffensiva delle forze ucraine nella regione di Kharkiv, che perfino un politologo di provata fede putiniana come Sergeij Markov definisce «una pesante sconfitta militare per la Russia», ha fatto collidere i due mondi paralleli, nei quali lo Zar ha articolato il racconto della guerra sin dal 24 febbraio: la realtà del più grave conflitto armato in Europa negli ultimi 70 anni e la finzione di un Paese dove la vita continua a scorrere tranquilla. «La sconfitta non era un’opzione nell’universo di Putin. Ora è successo», dice Tatiana Stanovaya, direttrice del centro di analisi politiche R.Politik, secondo cui il Cremlino «non era preparato a far fronte al nuovo scenario».
Paradossalmente, il contraccolpo sta avendo conseguenze più a Mosca che fra le truppe al fronte. Secondo Markov, che va preso col beneficio del dubbio perché tradizionalmente vicino ai militari, lo «scompiglio» non sarebbe sul terreno, dove «i comandanti sono riusciti a sottrarre l’esercito all’accerchiamento», quanto nella direzione del Paese: «Questo serio insuccesso significa che bisogna rinunciare alla vecchia strategia e trovarne una nuova. La direzione militare al momento non ha nulla da dire, ma è del tutto evidente che bisognerà lanciare un’escalation delle azioni di guerra. Non si può combattere come si è fatto finora».
Putin al momento tergiversa. Nella riunione del Consiglio di Sicurezza, sbollita l’ira, egli avrebbe chiesto un ritorno alla strategia di guerra iniziale, quella di bombardare a tappeto infrastrutture critiche ucraine con l’obiettivo di provocare il caos e minare l’appoggio fin qui forte della popolazione alla linea della resistenza a oltranza proclamata dal governo. L’attacco del fine settimana alla centrale elettrica di Kharkiv, che per lunghe ore ha lasciato al buio l’intera regione, sarebbe figlio di questa indicazione.
Ma in generale, secondo le fonti, c’è incertezza sul da farsi. Anche un fedelissimo e falco come Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di Sicurezza, avrebbe espresso dubbi sull’idea del presidente, facendo notare che l’esercito ucraino ora dispone grazie agli occidentali di «armi eccellenti», che potrebbero addirittura consentirgli di colpire obiettivi in territorio russo. Fra questi, ci potrebbe essere il ponte di Kerch, che collega la Crimea alla Russia, diventato il simbolo dell’annessione della penisola.
Un altro timore, privo di riscontri ma evocato nell’incontro a porte chiuse, è che gli ucraini sarebbero riusciti a infiltrare decine di gruppi di ricognizione e sabotaggio dentro i confini della Federazione. Anche Markov considera «molto alta» la probabilità che l’esercito di Kiev riesca a occupare parti sia pure piccole di territorio russo. «Sarebbe per loro un colossale successo, soprattutto dal punto di vista psicologico e propagandistico. Non è detto che accadrà, anche perché ci sono degli svantaggi», dice senza spiegare quali.
Ma Putin deve anche affrontare il fronte interno. Markov sostiene che «gli ultimi eventi lo rafforzano, perché nella difficoltà la gente fa quadrato intorno a presidente». In realtà secondo Abbas Gallyanov, ex speechwriter di Putin poi caduto in disgrazia e costretto a lasciare la Russia, «la forza è la sua sola fonte di legittimazione, se viene messa in discussione, anche quest’ultima crolla agli occhi del popolo». […]
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Ecco la differita dell’incontro:
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Somiglia più a Zelensky,
anche se i rotti in qulo come te non ci fanno caso.
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I commenti di jollyboy,magda e roby danno ragione pienamente alla tesi di Orsini: “Gli italiani e la crisi in Ucraina. L’idea di guerra è molto simile al tifo da stadio
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Voi troll russi non avere idee perché costretti a propinare veline propagandistiche. È questa la differenza.
P.S.
Gas in discesa pure oggi, con minimo intraday, per ora, a 182 € il Megawattora.
In 10 giorni la quotazione dai picchi si è dimezzata.
E non voglio ripetermi ricordandovi che la speculazione potrebbe avviarsi pure al ribasso.
Ma saranno ulteriori problemi per il vostro mexdaviglioso dittatore aggressore e sanguinario e la sua cricca clepto-mafiosa.
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Tu invece , a differenza mia ,sei un troll senza idee e , come ho già scritto, hai preso una tragedia come la guerra in Ucraina con toni da curva sud come se fosse il derby Roma-Lazio, come ha scritto giustamente Orsini.
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Perfetto Jolly Boy, visto che non hai intenzione di rispondere te lo richiedo. Quand’è che ritornerà tutto come prima dal punto di vista economico visto che ci accingiamo a vincere la guerra?
Ps: se te lo sei perso non sono né un troll filorusso, né un Filoucraino, la mia era la linea del “si scannino pure a patto che la Russia non sconfini in paesi Nato”. Dopodiché intervento diretto.
Gradirei una previsione sulla fine della guerra, visto che perculi un giorno si e uno no pure Travaglio sulla sbagliata previsione circa l’inizio delle ostilità.
Grazie anticipate per la risposta
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“La controffensiva di Kharkiv non può essere replicata”, spiega il generale Bertolini
Gli ucraini hanno subito perdite troppo pesanti per ripetere un’avanzata così efficace, osserva l’ex comandante della Folgore intervistato dall’Agi: “Ora Zelensky tratti, o Mosca sceglierà l’escalation”
12 settembre 2022, 15:08
© Pierpaolo Scavuzzo / Agf
Il generale Marco Bertolini
di Francesco Russo
AGI – La controffensiva ucraina nella regione di Kharkiv, probabile frutto di un errore dell’intelligence russa, non cambia in modo significativo le sorti del conflitto in Ucraina ma riapre uno spiraglio negoziale che deve essere colto per porre fine alle ostilità. È il parere espresso in un’intervista all’Agi dal generale Marco Bertolini, ex comandante del Comando operativo interforze e della Folgore e autore, con Giuseppe Ghini, di “Guerra e pace ai tempi di Putin”.
Secondo Bertolini, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, può sfruttare questo indubbio successo tattico per sedersi al tavolo delle trattative da una posizione di maggiore forza. Se il percorso diplomatico restasse chiuso, avverte però il generale, il Cremlino potrebbe optare per l’escalation, laddove Kiev non avrebbe uomini sufficienti per replicare un blitz come quello dei giorni scorsi, propiziato dalla superiorità numerica.
Gli ucraini avevano annunciato per mesi una controffensiva a Kherson, spingendo i russi a sguarnire il fronte orientale, rafforzando le posizioni a Sud, per poi trovarsi in inferiorità numerica nel settore di Kharkiv (secondo le autorità filorusse locali, con un rapporto di uno a otto). C’è stato un errore di intelligence?
“Sicuramente c’è stato un errore di intelligence, un obiettivo errore di valutazione. In guerre come questa si avanza e si indietreggia a seconda dei rapporti di forza, che in questo caso sono stati molto favorevoli agli ucraini. Fa pensare che, nonostante tutte le quinte colonne che hanno in Ucraina, i russi non siano riusciti a vedere i rischi di un’offensiva che stava montando. Non credo però che quanto accaduto possa cambiare nei fondamentali l’andamento della guerra. Gli ucraini senza dubbio hanno dato una dimostrazione di valore e anche di capacità di pianificazione e di intelligence. Questa intelligence non è del tutto farina del loro sacco: hanno saputo individuare i punti deboli dell’avversario e per farlo hanno fatto ricorso ai satelliti a disposizione della Nato e degli americani. Sebbene siano riusciti a dare una dimostrazione importante, credo che per gli ucraini questo sia il momento giusto per cercare di andare a un tavolo di negoziato da una posizione di forza per strappare delle condizioni onorevoli. Se così non sarà, quello che temo – e in questo mi rifaccio alle espressioni del Papa – è un’escalation, perché di fronte a un colpo del genere la Russia non può certo permettertsi semplicemente di incassare. È un momento molto delicato dal punto di vista operativo, che potrebbe essere una buona opportunità da un punto di vista diplomatico”.
Ritiene che questa opportunità verrà colta? Lavrov domenica scorsa è tornato a esprimersi a favore di un negoziato e ha accusato Kiev di ritardarlo…
“Il pallino in mano lo hanno i diplomatici, non credo che da un punto di vista militare questa controffensiva possa portare a una sconfitta di Mosca. Finora la Russia ha ripiegato poche volte e perché ha impiegato poche forze, indicando la volontà di fare una guerra veloce che portasse subito a un negoziato. E il negoziato è saltato. Credo che la Russia avesse all’inizio l’intenzione di arrivare a un negoziato che ponesse fine a una situazione pericolosa e credo che questo interesse lo abbia ancora. Lavrov, un diplomatico vero, ha gettato un seme importante, ha visto anche lui una finestra di opportunità nel fatto che gli ucraini possano rivendicare un successo che consenta loro di trattare senza il cappello in mano. Se invece si dovesse arrivare a un muro contro muro, avremmo un’escalation pericolosa, considerando che abbiamo sempre il problema della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Su questo fronte, tutti accusano l’avversario. Io non credo che i russi si bombardino da soli. Quel che è certo è che una bomba su Zaporizhzhia creerebbe una situazione dalla quale sarebbe difficile tornare indietro. Di fronte a un disastro, si supererebbe una linea rossa davvero pericolosa senza sapere in concreto chi sia responsabile”.
L’iniziativa ucraina nel Donetsk e nel Lugansk, dove sono stati riconquistati alcuni insediamenti, ha lo scopo di rafforzare la futura posizione negoziale o Kiev punta davvero a riprendere il controllo delle due repubbliche separatiste?
“La guerra contro le due repubbliche è inziata nel 2014 e, se non sono riusciti occuparle da allora, è difficile ci riescano adesso. È vero, ci sono stati gli aiuti occidentali che cambiano parecchio ma è anche vero che le forze da mettere in campo sono sempre quelle e non so come potrebbero attaccare Donetsk e Lugansk dove, sostanzialmente, il confine si è mosso di ben poco. Va inoltre ricordato che gli ucraini hanno mobilitato la popolazione in maniera considerevole, cosa che i russi non hanno fatto. Se si spingesse la guerra fino a un punto di non ritorno, la Russia potrebbe procedere a una mobilitazione generale . Siamo a un punto di svolta che in gergo militare definiremmo “punto decisionale”, ovvero un punto non decisivo ma delicato, nel quale i comandanti devono prendere una decisione”.
È possibile per gli ucraini replicare a Kherson quanto visto a Kharkiv?
“Ritenevo più probabile che l’Ucraina contrattaccasse a Kherson perché lì i russi si trovano il fiume Dnepr alle spalle che rende difficile sia la logistica che il rifornimento del personale, quindi credevo potesse essere un obiettivo più facile. Invece, più che una controffensiva, abbiamo una penetrazione abbastanza importante che non ha avuto grandi risultati e ha provocato molte perdite da parte ucraina. Credo che Kiev abbia interesse a mantenere questo lunghissimo fronte impegnato perché i russi hanno schierato poche forze e, se devono mantenerle anche a Kherson, dove c’è una pressione che potrebbe diventare pericolosa, potrebbero avere più difficoltà a rafforzare il fronte Est. A meno di una mobilitazione (o meglio dell’invio di altre forze seguite da una mobilitazione, che non si fa da un giorno all’altro), credo che continuerà a esserci una pressione su Kherson che non è detto possa trasformarsi in controffensiva, poiché gli ucraini hanno un problema di burnout e hanno subito moltissime perdite. Quanto visto a Kharkiv non può essere replicato”.
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Traduzione del pensiero del gen Bertolini: Zelensky ha giocato le sue ultime fiches su Karkhyv ed adesso è rimasto al verde.
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“Ora la domanda è una, i russi attaccheranno l’Azerbaijan o troveranno il modo di voltare le spalle ai propri alleati come fanno sempre?”
No, la domanda è: da dove arriva il gas del tap?
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Caro Orsini , dubito che a Zelenski importa arrivare a un qualche accordo , e anche se lo volesse gli direbbero sta al tuo posto , che poi son quelli che dopo il golpe e poi elezioni poco credibili con un’altissima astensione lo hanno messo in quel posto . Figuriamoci , questa gente lo sta sovvenzionando da almeno vent’anni con fiumi di danaro e armamenti , ce l’hanno in pugno in tutte le maniere e pensiamo che lascerebbero a costui, voce in capitolo sul prendere decisioni su questa guerra ? E’ una guerra come sappiamo per procura e non finira’ in tempi brevi . Non e’ insomma un’affare Zelenski – Putin , ma Nato e quindi principalmente l’anglosfera , e Putin. La domanda e’ ma esiste ancora in Ucraina una societa’ civile , ovvero qualche giornale , qualche associazione tale da poter minimamente criticare Zelenski e tutto l’ambaradan ucronazi-Nato ?
Ha chiuso tutti i partiti , annientata qualsiasi voce contro anche flebile di qualsiasi opposizione , niente mezzi di comunicazione di nessun tipo , e poi ci si viene a parlare del dittatore russo , dove si puo’ ancora manifestare e criticare , anche se con molti limiti , ma d’altro canto i limiti li hanno messi pure qui da noi , che siamo una democrazia avanzata , si molto avanzata in stato quasi di putrefazione direi .
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Sedersi a negoziare ilo deve decidere Biden non certo il cameriere Zelensky, ed è quello che vuole anche Putin.
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Un analista occidentale osserva;
Ancora una volta, se si trattava di un brillante piano RGS o di un abietto fallimento dello stesso RGS probabilmente non verrà mai chiarito dallo stesso RGS per ogni sorta di ragioni, sia militari che politiche.
Quindi in questo momento, dobbiamo semplicemente aspettare e, con il tempo, lo scopriremo .
Detto questo, possiamo usare un po’ la testa mentre aspettiamo e farci una domanda interessante: ci sarebbero segnali che potrebbero aiutarci, almeno indirettamente, a indovinare se si tratta di una finta o di un disastro. In effetti, ce ne sono molti, ma te ne suggerisco solo tre:
I russi non sono riusciti a rilevare le concentrazioni di forze ucraine?
I russi hanno organizzato una ritirata ordinata (compresa l’evacuazione dei civili filo-russi) o è stata una corsa caotica verso la salvezza?
I russi hanno portato rinforzi in modo ordinato e pianificato o hanno fatto precipitare le loro forze verso l’area generale di Kupiansk con chiari segni di problemi (ingorghi stradali per esempio)?
Proverò a suggerire alcune risposte a queste tre domande in seguito.
L’intera Internet russa brulicava di voci di un attacco nazista anche mentre quest’ultimo stava attaccando in direzione di Kherson. Presupporre che l’RGS abbia mancato questi segnali significherebbe presumere che l’RGS sia meno informato della maggior parte degli utenti dei social media. Alcuni diranno che questo è possibile. devo dissentire.
Il ritiro. Questa è una questione interessante di cui parleremo più dettagliatamente di seguito, ma penso che sarebbe giusto dire che le forze militari russe hanno subito pochissime perdite durante questa ritirata.
I rinforzi. Qui, piuttosto che ripetere tutto, cederò alla superba analisi di Larry Johnson intitolata “ Capire la pianificazione, gli ordini e i movimenti delle truppe in Ucraina ”.
Naturalmente, tutto quanto sopra esamina le cose sul “mondo puramente militare” teorico che ho menzionato sopra. Tuttavia, fingere che qualcosa di enorme non sia accaduto nel nostro “mondo spaziale dell’informazione” teorico sarebbe semplicemente sciocco perché in quel mondo è avvenuta un’enorme ESPLOSIONE INFORMATIVA, questo è innegabile, anche se non ci piace. Quindi diamo un’occhiata anche se non ci piace quello che vediamo.
I moderni PSYOP sono più potenti che mai
Ora non ho il tempo di entrare in una discussione dettagliata sulle PSYOP, ma voglio menzionare solo una cosa qui: nei lontani anni ’80 ricordo distintamente un generale americano in TV che discuteva di PSYOP e dichiarava che ” non abbiamo vinto fino a quando La Cnn dice che abbiamo vinto ”. Sono sicuro della citazione (sono rimasto molto colpito dalle sue implicazioni) ma, ahimè, non ricordo chi l’ha detto. Ma il mio punto è semplice: i comandanti militari statunitensi hanno già capito quanto siano importanti i PSYOP, specialmente per il modo di fare guerra occidentale.
Inoltre, non si tratta solo di ciò che una campagna PSYOP promuove, ma anche di tutte le informazioni che i PSYOP di successo possono offuscare annegandoli in uno tsunami informativo reso molto più facile dal fatto che i Neoconservatori controllano sia i media occidentali CHE principali società IT occidentali (YT, Google, ecc.).
Un esempio di quest’ultimo: il leggendario comandante dell’LDNR Khodakovsky ha messo in guardia su grandi concentrazioni di forze ucraine vicino alla città di Ugledar. Questo è esattamente ciò che molti altri hanno detto sull’area di Kharkov, ma ora che lo PSYOP si concentra su Kharkov, questa notizia è sostanzialmente sepolta sotto quello che Martyanov chiama giustamente “rumore bianco”.
Trans.: sembra che sia stato eseguito un nucleare tattico nell’oblast di Kharkov. Il nome del canale TG è “Soloviev” in riferimento a un noto personaggio televisivo, ed è falso.
Ad esempio, ritirandosi da Izium, i russi hanno ora aperto la strada tra Kharkov, Izium, Slaviansk, Kramatorsk e Bakhmut/Soledar. Questo non ha senso, come ha giustamente sottolineato Big Serge sul suo blog , Izium è la “porta di accesso al Donbass” e non solo i russi lo sapevano, sapevano anche che avrebbero potuto difendere Izium. Eppure, invece, se ne sono deliberatamente ritirati.
Come mai?
È meglio che abbiano un’ottima ragione e tendo a pensare che l’abbiano fatto (vedi sotto), ma la verbosità ufficiale russa non affronta questa domanda.
Diventa ancora più strano. Era anche evidente che la città di Balakleia sarebbe stata tra le prime ad essere attaccata dai nazisti, ma inizialmente era difesa da una piccola forza composta principalmente da guardie russe che combatterono veramente eroicamente, ma che furono rinforzate solo da un relativamente piccola forza di paracadutisti che alla fine dovette ritirarsi.
Come mai?
Come ho detto sopra, è troppo presto per trarre conclusioni, ma citerò almeno una possibilità.
Un ritiro deliberato? Una possibile spiegazione del perché e del come
Va bene, prima, un avvertimento. NON sto dicendo che questo è quello che è successo. Sto solo presentando un’ipotesi che va come segue:
Fiume Oskol vicino a Kupiansk
L’RGS non voleva attaccare le fortificazioni naziste di 2a linea che vanno grosso modo, beh, lungo l’asse mostrato nella mappa sopra: Kharkov, Izium, Slaviansk, Kramatorsk e Bakhmut/Soledar. Ciò sarebbe costato troppe vite russe.
Ci sono prove evidenti che i russi non abbiano seriamente cercato di difendere Balakleia, Shevchenkovo e persino Izium . L’unico “scavato” una volta attraverso il fiume Oskol vicino a Kupiansk
Mentre la forza ucraina iniziale era relativamente piccola (le stime iniziali parlavano di 3 BTG e solo forze speciali), una forza molto più grande (3 brigate secondo alcune fonti) si è presto riversata nel terreno abbandonato dalla Russia. Ciò ha permesso alla Russia di infliggere enormi perdite a quella forza, alle sue linee di rifornimento e persino al suo quartier generale.
Se i russi avessero difeso pesantemente e staticamente Balakleia e Izium, le forze nemiche avrebbero potuto mostrare molta più cautela e non esporsi come hanno fatto.
Se i russi avessero organizzato una grande evacuazione prima dell’attacco nemico, ciò avrebbe informato la NATO (che, ovviamente, è il vero nemico qui!) sui piani russi.
Lasciare una forza simbolica avrebbe potuto essere un’esca. Sì, è orribile, perché se era davvero così, i soldati di Balakleia o Izium sono stati praticamente sacrificati. Tuttavia, ciò accade in TUTTE le guerre. Qualcuno vede una differenza tra un falso attacco come una finta e lasciare dietro di sé una forza simbolica? Ad ogni modo, le possibilità di tali forze sono scarse, ma sono accettate per il bene più grande, in questo caso si potrebbe sostenere che lasciare una forza simbolica esposta era infinitamente meglio per il piano russo piuttosto che dover affrontare le forze della NATO lungo il loro linee fortificate. Francamente, sono sorpreso di quanto bene e per quanto tempo abbia combattuto questa minuscola forza
E qui un quadro abbastanza aggiornato
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Un analista occidentale osserva;
Ancora una volta, se si trattava di un brillante piano RGS o di un abietto fallimento dello stesso RGS probabilmente non verrà mai chiarito dallo stesso RGS per ogni sorta di ragioni, sia militari che politiche.
Quindi in questo momento, dobbiamo semplicemente aspettare e, con il tempo, lo scopriremo .
Detto questo, possiamo usare un po’ la testa mentre aspettiamo e farci una domanda interessante: ci sarebbero segnali che potrebbero aiutarci, almeno indirettamente, a indovinare se si tratta di una finta o di un disastro. In effetti, ce ne sono molti, ma te ne suggerisco solo tre:
I russi non sono riusciti a rilevare le concentrazioni di forze ucraine?
I russi hanno organizzato una ritirata ordinata (compresa l’evacuazione dei civili filo-russi) o è stata una corsa caotica verso la salvezza?
I russi hanno portato rinforzi in modo ordinato e pianificato o hanno fatto precipitare le loro forze verso l’area generale di Kupiansk con chiari segni di problemi (ingorghi stradali per esempio)?
Proverò a suggerire alcune risposte a queste tre domande in seguito.
L’intera Internet russa brulicava di voci di un attacco nazista anche mentre quest’ultimo stava attaccando in direzione di Kherson. Presupporre che l’RGS abbia mancato questi segnali significherebbe presumere che l’RGS sia meno informato della maggior parte degli utenti dei social media. Alcuni diranno che questo è possibile. devo dissentire.
Il ritiro. Questa è una questione interessante di cui parleremo più dettagliatamente di seguito, ma penso che sarebbe giusto dire che le forze militari russe hanno subito pochissime perdite durante questa ritirata.
I rinforzi. Qui, piuttosto che ripetere tutto, cederò alla superba analisi di Larry Johnson intitolata “ Capire la pianificazione, gli ordini e i movimenti delle truppe in Ucraina ”.
Naturalmente, tutto quanto sopra esamina le cose sul “mondo puramente militare” teorico che ho menzionato sopra. Tuttavia, fingere che qualcosa di enorme non sia accaduto nel nostro “mondo spaziale dell’informazione” teorico sarebbe semplicemente sciocco perché in quel mondo è avvenuta un’enorme ESPLOSIONE INFORMATIVA, questo è innegabile, anche se non ci piace. Quindi diamo un’occhiata anche se non ci piace quello che vediamo.
I moderni PSYOP sono più potenti che mai
Ora non ho il tempo di entrare in una discussione dettagliata sulle PSYOP, ma voglio menzionare solo una cosa qui: nei lontani anni ’80 ricordo distintamente un generale americano in TV che discuteva di PSYOP e dichiarava che ” non abbiamo vinto fino a quando La Cnn dice che abbiamo vinto ”. Sono sicuro della citazione (sono rimasto molto colpito dalle sue implicazioni) ma, ahimè, non ricordo chi l’ha detto. Ma il mio punto è semplice: i comandanti militari statunitensi hanno già capito quanto siano importanti i PSYOP, specialmente per il modo di fare guerra occidentale.
Inoltre, non si tratta solo di ciò che una campagna PSYOP promuove, ma anche di tutte le informazioni che i PSYOP di successo possono offuscare annegandoli in uno tsunami informativo reso molto più facile dal fatto che i Neoconservatori controllano sia i media occidentali CHE principali società IT occidentali (YT, Google, ecc.).
Un esempio di quest’ultimo: il leggendario comandante dell’LDNR Khodakovsky ha messo in guardia su grandi concentrazioni di forze ucraine vicino alla città di Ugledar. Questo è esattamente ciò che molti altri hanno detto sull’area di Kharkov, ma ora che lo PSYOP si concentra su Kharkov, questa notizia è sostanzialmente sepolta sotto quello che Martyanov chiama giustamente “rumore bianco”.
Trans.: sembra che sia stato eseguito un nucleare tattico nell’oblast di Kharkov. Il nome del canale TG è “Soloviev” in riferimento a un noto personaggio televisivo, ed è falso.
Ad esempio, ritirandosi da Izium, i russi hanno ora aperto la strada tra Kharkov, Izium, Slaviansk, Kramatorsk e Bakhmut/Soledar. Questo non ha senso, come ha giustamente sottolineato Big Serge sul suo blog , Izium è la “porta di accesso al Donbass” e non solo i russi lo sapevano, sapevano anche che avrebbero potuto difendere Izium. Eppure, invece, se ne sono deliberatamente ritirati.
Come mai?
È meglio che abbiano un’ottima ragione e tendo a pensare che l’abbiano fatto (vedi sotto), ma la verbosità ufficiale russa non affronta questa domanda.
Diventa ancora più strano. Era anche evidente che la città di Balakleia sarebbe stata tra le prime ad essere attaccata dai nazisti, ma inizialmente era difesa da una piccola forza composta principalmente da guardie russe che combatterono veramente eroicamente, ma che furono rinforzate solo da un relativamente piccola forza di paracadutisti che alla fine dovette ritirarsi.
Come mai?
Come ho detto sopra, è troppo presto per trarre conclusioni, ma citerò almeno una possibilità.
Un ritiro deliberato? Una possibile spiegazione del perché e del come
Va bene, prima, un avvertimento. NON sto dicendo che questo è quello che è successo. Sto solo presentando un’ipotesi che va come segue:
Fiume Oskol vicino a Kupiansk
L’RGS non voleva attaccare le fortificazioni naziste di 2a linea che vanno grosso modo, beh, lungo l’asse mostrato nella mappa sopra: Kharkov, Izium, Slaviansk, Kramatorsk e Bakhmut/Soledar. Ciò sarebbe costato troppe vite russe.
Ci sono prove evidenti che i russi non abbiano seriamente cercato di difendere Balakleia, Shevchenkovo e persino Izium . L’unico “scavato” una volta attraverso il fiume Oskol vicino a Kupiansk
Mentre la forza ucraina iniziale era relativamente piccola (le stime iniziali parlavano di 3 BTG e solo forze speciali), una forza molto più grande (3 brigate secondo alcune fonti) si è presto riversata nel terreno abbandonato dalla Russia. Ciò ha permesso alla Russia di infliggere enormi perdite a quella forza, alle sue linee di rifornimento e persino al suo quartier generale.
Se i russi avessero difeso pesantemente e staticamente Balakleia e Izium, le forze nemiche avrebbero potuto mostrare molta più cautela e non esporsi come hanno fatto.
Se i russi avessero organizzato una grande evacuazione prima dell’attacco nemico, ciò avrebbe informato la NATO (che, ovviamente, è il vero nemico qui!) sui piani russi.
Lasciare una forza simbolica avrebbe potuto essere un’esca. Sì, è orribile, perché se era davvero così, i soldati di Balakleia o Izium sono stati praticamente sacrificati. Tuttavia, ciò accade in TUTTE le guerre. Qualcuno vede una differenza tra un falso attacco come una finta e lasciare dietro di sé una forza simbolica? Ad ogni modo, le possibilità di tali forze sono scarse, ma sono accettate per il bene più grande, in questo caso si potrebbe sostenere che lasciare una forza simbolica esposta era infinitamente meglio per il piano russo piuttosto che dover affrontare le forze della NATO lungo il loro linee fortificate. Francamente, sono sorpreso di quanto bene e per quanto tempo abbia combattuto questa minuscola forza
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A proposito di ‘TIFO’, le chiaviche umane filo-ucronazi sopra come la spiegano questa?
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