(Tommaso Merlo) – Se i politicanti fossero consapevoli di quanto ormai siano diventati ridicoli oltre che dannosi, si vergognerebbero ritirandosi a vita privata. Ma non lo sono affatto ed è questo il dramma. L’umanità è in mano ad inconsapevoli vittime del loro ego che ci stanno portando all’estinzione. L’inconsapevolezza egoistica può diventare una vera e propria infermità mentale. Porta cioè le persone a vivere ad un livello superficiale, rinchiusi in un piccolo mondo fasullo e puerile con al centro loro stessi. E porta le persone a perseguire cocciutamente logiche egoistiche e quindi di natura maligna tipo il proprio tornaconto o l’apparire e il guerreggiare per imporsi. La politica è solo una delle manifestazioni più plastiche della devastante deriva egoistica in corso. Una delle più deleterie dato che i politicanti detengono il potere, ma sarebbe ipocrita puntare solo il dito. È dentro di noi e non fuori la fonte. E questa fonte si chiama ego. Per estirpare i mali del mondo, li dobbiamo estirpare dentro di noi. Ciò che accade fuori è solo una conseguenza di ciò che domina interiormente l’umanità. Dalla superfluità consumistica fino alla follia della guerra, fine all’autoestinzione planetaria. Altro che puntare il dito. Chi vuole profondità deve perseguirla per primo, chi vuole pace deve praticarla per primo, chi vuole salvare il pianeta non deve inquinare per primo. Puntare il dito serve solo a scaricare le proprie responsabilità quando in realtà si è compartecipi dello stesso andazzo egoistico. Il penoso spettacolo della politica nostrana non è altro che una ormai tragicomica manifestazione della deriva egoistica della nostra malconcia società. Politicanti del tutto fuori dalla realtà che alimentano partiti e giochetti di pari natura. Inconsapevolezza personale e di categoria che diventa una vera e propria infermità mentale. Ma ai politicanti vanno aggiunti gli addetti ai lavori e i tifosi che gli danno ancora retta. Tutti coloro che surfeggiano l’onda egoistica perché ignari o per qualche misero tornaconto. Tutti parte del problema invece che della soluzione. Illusi che la soluzione sia annientare qualche nemico immaginario, che sia imporsi e prevalere senza rendersi conto di essere ingranaggi della stessa macchina autolesionista. In televisione e sui giornali ci finisce solo l’esigua minoranza di egoisti che riesce ad emergere. La stragrande maggioranza rimane sul divano o dietro a qualche tastiera a dar retta alle loro farneticazioni e addirittura votandoli. L’umanità smetterà di competere per accumulare roba inutile, la smetterà di uccidersi a vicenda e a devastare il pianeta solo quando gli esseri umani evolveranno oltre il loro ego diventando finalmente consapevoli. Di se stessi, della vita, del proprio destino comune. Una persona consapevole che entrasse in politica lo farebbe per spirito di servizio e non per approfittarne. Lo farebbe per altruismo mettendo la collettività prima di se stesso e senza mai permettersi di confondere la propria carriera con la politica. Una persona consapevole che entrasse in politica si vergognerebbe di mentire o tramare nei palazzi e non svenderebbe le proprie idee tradendo chi ha creduto in lui. Una persona consapevole che entrasse in politica non esiterebbe ad ammettere errori e fallimenti e a farsi immediatamente da parte per il bene della propria comunità. Ma l’umanità e quindi anche la politica è in balia d’inconsapevoli vittime del loro ego che ci stanno portando all’estinzione. La soluzione non è puntare il dito o peggio ancora farsi usare dal sistema scannandoci tra noi sul nulla. La soluzione è aprire una nuova fase storica. Una fase in cui i cittadini ripartono da se stessi riscoprendo la propria essenza e dando un nuovo senso alla propria esperienza di vita. Un senso più profondo e alto e genuino e quindi oltre l’ego. Una nuova era culturale e quindi politica come del resto sta già avvenendo in molte nicchie in giro per il mondo. Piccoli segnali di un grande risveglio. Nuove consapevolezze e quindi nuovi cittadini e quindi nuova politica capaci di reagire e salvarci dalla catastrofe. Dall’egoismo autodistruttivo, alla salvifica consapevolezza. Di se stessi, della vita, del proprio destino comune. Non utopia, ma un passaggio evolutivo del tutto naturale e sempre più urgente.