Oggi attesi in mille all’assemblea con Conte a Bologna. La fine dal campo largo ha riportato a galla vecchie scorie. Le eterne nemiche Virginia Raggi e Roberta Lombardi se le sono ridate proprio su quello, su alleanze e autarchia. Proprio adesso che tanti 5Stelle […]

(DI LUCA DE CAROLIS – Il Fatto Quotidiano) – Le eterne nemiche Virginia Raggi e Roberta Lombardi se le sono ridate proprio su quello, su alleanze e autarchia. Proprio adesso che tanti 5Stelle, da quelli della base agli eletti stanno riassaporando – o millantano di farlo – il gusto della solitudine, anzi del “soli contro tutti e tutti” citando Giuseppe Conte. La fine dal campo largo ha riportato a galla vecchie scorie ma anche rimesso in circolo certe energie, nel Movimento. In fondo lo conferma anche il post di giovedì di Raggi, dove l’ex sindaca di Roma invocava “il coraggio di chiudere con le alleanze di comodo con il Pd in Comuni e Regioni”, compresa la Regione Lazio dove il M5S “non pare smuovere neanche una foglia”. E ieri Lombardi, la vice del governatore dem Nicola Zingaretti, le ha ovviamente risposto: “Sono i fatti che contano, perché si può anche governare Roma per cinque anni e mezzo avendo la maggioranza ma se poi i cittadini ti mandano a casa, senza farti arrivare al ballottaggio, è il caso di farsi una domanda”. Una cannonata, con appendice politica: “Meglio il dialogo con il centrosinistra che l’irrilevanza”. Che ne pensa Conte? Ieri su Repubblica ha giocato di sfumature: “Le alleanze? Ciò che si decide a Roma vale anche per altre città. Mi dispiace per Zingaretti, l’ho visto infatuato di Calenda”. Ergo, vuole farlo cadere? Comunque non servirebbe, perché il governatore si candiderà in Parlamento. Tradotto, nel Lazio si voterà: a novembre – se si dimettesse all’atto della candidatura – o al più tardi nel 2023, quando comunque la giunta andrebbe a scadenza.

Il tema casomai è un altro. È il Conte che, alla domanda su un eventuale governo con i dem dopo le urne, risponde: “Abbastanza improbabile”. E non è un no. Tanto ora è tutta campagna elettorale. E nel M5S, abbandonato dal Pd come pure dai rosso-verdi, l’isolamento ha fatto felici tanti, nostalgici e non. Pronti a far notare che oggi, alla riunione dei 5Stelle dell’Emilia-Romagna con Conte e i coordinatori Lanzi e Croatti, parteciperanno mille attivisti, tra quelli in presenza a Bologna e quelli collegati. “Numeri che non vedevamo da anni” giurano. Non lì, nella culla del M5S, dove il Pd era il primo avversario. Mentre dai vertici dicono: “Ci stanno arrivando primissimi segnali positivi dai sondaggisti, da soli ci rafforziamo”. Certo, siamo ai “sembra”, forse alle suggestioni. Ma tornare alle alleanze non sarà semplice, per il M5S. Al di là di Roma e del Lazio.