Secondo l’analisi aggiornata dell’Osservatorio Rischio Imprese di Cerved le imprese in grande difficoltà sono il 16%, le “vulnerabili” il 32,6%

(affaritaliani.it) – La guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica hanno provocato una situazione molto difficile per le aziende italiane che nel post-Covid avevano invece mostrato segni di ripresa. Secondo l’analisi aggiornata dell’Osservatorio Rischio Imprese di Cerved, – si legge sul Sole 24 Ore – tra il 2021 e il 2022 le società a rischio di default sono cresciute, passando dal 14,4% al 16,1% e raggiungendo le 99.000 unità (+11.000), con 11 miliardi di euro in più di debiti finanziari ora pari a 107 miliardi (10,7% del totale). Restano lontani i picchi del 2020, quando le aziende potenzialmente rischiose erano addirittura 134.000 (21,7%). Eppure, l’inversione del trend preoccupa gli analisti. Se poi si considerano anche le società cosiddette ‘vulnerabili‘, che nel triennio 2019-2022 sono passate dal 29,3% (181.000) al 32,6% (201.000), i debiti finanziari crescono di altri 195,8 miliardi di euro (+28 miliardi), pari al 19,5% del totale.

A livello settoriale, – prosegue il Sole – i dati evidenziano impatti piuttosto diversificati: i macro-comparti con i peggioramenti più significativi sono le costruzioni – dal 15,2% al 17,6% di società a rischio (erano il 25,4% nel 2020) e quasi il 60% in area di fragilità, anche per l’alta incidenza di aziende piccole e poco strutturate – e i servizi (dal 14,9% al 16,7%, in pericoloso riavvicinamento al 21,5% del 2020) mentre il settore energetico, nonostante l’aumento di 1,2 punti percentuali, rimane l’unico ad attestarsi su livelli leggermente inferiori al 2019 (15%), anche se con una notevole eterogeneità al suo interno. L’industria, che aveva registrato un significativo miglioramento nel 2021 (11,3% di imprese a rischio) dopo la profonda crisi dovuta alla pandemia (dal 9,9% del 2019 al 19,6% del 2020), è risalita al 12,6% per il rallentamento della domanda globale e l’incidenza dei costi energetici. Più in dettaglio, sono 111 i settori, sui 233 analizzati, che tra il 2021 e il 2022 mostrano un aumento della quota di imprese in area di rischio.