
(Marina de Ghantuz Cubbe – la Repubblica – ed. Roma) – Una delle librerie più grandi d’Italia, con sede in un luogo prestigioso come la Galleria Alberto Sordi in piazza Colonna: dovrebbe essere un luogo di cultura propulsivo. Invece chiuderà i battenti andando ad allungare l’elenco delle librerie che non ce la fanno. Non in Centro storico.
In concomitanza con la ristrutturazione degli spazi della Galleria Alberto Sordi a giugno, la casa editrice abbasserà le serrande per riaprire in altre zone meno costose dal punto di vista degli affitti e dove circola un numero maggiore di persone.
Feltrinelli potrebbe infatti optare per quartieri come Centocelle o Monteverde, lontano dal passaggio mordi e fuggi di chi va a fare shopping nei negozi di lusso o dei marchi internazionali.
Complice il fatto che via del Corso e dintorni sono diventati negli anni sempre più ad uso e consumo dei turisti (spariti nei due anni di pandemia), le librerie non riescono a consolidare la presenza di un proprio pubblico. Né sono sufficienti gli eventi di presentazione di libri scritti da personaggi famosi.
L’annuncio ufficiale della chiusura dello store dovrebbe arrivare a giugno e nel frattempo l’assessore al Commercio del I municipio Jacopo Scatà si augura «che il gruppo Feltrinelli scelga di riaprire la sede una volta terminati i lavori di ristrutturazione che rappresentano un altro tassello per il rilancio del Centro storico di Roma» .
Così non è andata due anni fa, quando sempre Feltrinelli decise di chiudere la libreria in via Giovanni Pierluigi da Palestrina, all’angolo con Piazza Cavour e di mettere fine all’esperienza di International in via Vittorio Emanuele Orlando, a due passi da piazza della Repubblica. Lo scorso anno ha chiuso anche la Red Feltrinelli in via Tomacelli, che ora diventerà un supermercato dell’Esselunga, senza contare le serrande abbassate anche dalla Libreria del Viaggiatore in via del Pellegrino e della Libreria Coliseum in via del Teatro Valle, un vero tempio per i bibliofili.
I lavoratori della Galleria Alberto Sordi, circa una ventina, saranno riassorbiti nelle altre librerie della casa editrice in attesa delle decisioni sul futuro delle sedi ma intanto rimane l’amarezza per la perdita dell’ennesimo luogo di distribuzione (e discussione) di libri.
Tanto più che ad essere abbandonati sono il cuore di Roma e uno spazio moderno e allo stesso tempo storico come la Galleria, che nel 1922 era stato concepito proprio per rispondere all’esigenza della borghesia nascente di vivere una mondanità scandita da passeggiate familiari, incontri al caffè e acquisti in negozi eleganti.
Altri tempi. Il centro commerciale sorto nel 2003, dopo un complesso lavoro di restauro, era stato scelto da Feltrinelli per l’ubicazione eccezionale (che ha contribuito a rendere la libreria una delle più belle e prestigiose di Roma), per la presenza continua di visitatori italiani e stranieri, i collegamenti del trasporto pubblico.
Tutti elementi che non bastano più: «Quando chiudono strutture così, a perderci sono i romani – commenta il presidente della commissione Commercio in Campidoglio Andrea Alemanni – È ovvio che al centro di Roma ci siano i grandi marchi, ma non è neanche possibile che ci sia una omologazione totale con solo multinazionali. Il rapporto tra costo dell’affitto e redditività sostanzialmente consente solo ai grandissimi gruppi internazionali di resistere».
Gli spazi esterni saranno ristrutturati a giugno ma la zona non è più considerata appetibile perché legata soprattutto ai consumi di lusso La vetrina La libreria di Galleria Sordi è una delle più prestigiose d’Italia, una vetrina per il gruppo Feltrinelli.
Amazon deve fallire! Io non compro da loro, non compro nei centri commerciali, negli outlet o in qualsiasi store multinazionale.
Se, invece di favorire i mercati e i negozi di prossimità, gli italiani vogliono continuare a suicidarsi: avanti così!
"Mi piace""Mi piace"
👌
"Mi piace""Mi piace"
Anch’io faccio come te, evito il più possibile Amazon, ma la maggior parte delle persone fa gli acquisti esclusivamente lì. L’imbecillità non si può curare, ma ancora peggio sono i nostri governanti che non capiscono niente, o meglio, capiscono solo le mazzette che probabilmente intascano. Altrimenti non si capisce perché gridano alla svolta per il 15% di tasse imposte a Google, mentre le nostre medie e piccole imprese ne pagano il 60%. La globalizzazione impone un cambio radicale delle regole che è diventato molto urgente.
"Mi piace""Mi piace"
Per fortuna che c’è Amazon. In italiano di saggi di un certo spessore se ne pubblicano pochi, solo di un certo tipo – ideologicamente parlando, eh sì purtroppo, anche la Scienza da noi ha i propri “Dem” -e quei pochi dopo poco in libreria non ci sono più. Per chi legge è irrinunciabile.
"Mi piace""Mi piace"
Purtroppo è un circolo vizioso da cui ormai non usciremo più.
La globalizzazione ci ha impoverito, i soldi in tasca sono meno e se amazon o quelli come lui ci offrono lo stesso prodotto a un costo inferiore noi non possiamo far altro che comprarlo da lui o rinunciare a comprarlo.
"Mi piace""Mi piace"
La seconda che hai detto: rinunciare a comprarlo.
"Mi piace""Mi piace"
Si Elena……
Puoi rinunciare a comprarlo se si tratta di qualcosa di superfluo, ma se invece si tratta di qualcosa di cui non puoi fare a meno come la mettiamo?
"Mi piace""Mi piace"
@Silvio verissimo, ma abbiamo vissuto fino a pochi anni fa senza Amazon, nulla ci vieta di regolarci come prima del suo arrivo. Io non pretendo dagli altri il mio stesso integralismo; credo che Amazon stia rovinando la nostra economia, l’ambiente e il lavoro, quindi, anche a costo di non avere oggetti e libri a minor costo, io non li finanzio e spero falliscano quanto prima.
"Mi piace""Mi piace"
Oppure, dato che ormai va così, occorrerebbe che anche i nogozi “fisici” si attrezzassero a vendere on line. O almeno offrissero un servizio decente.
Se per acquistare un abito devo aspettare che la commessa smetta di telefonare o di chiacchierare con una amica per essere servita o di pregarla in ginocchio per farmi tirare dentro qualcosa dalla vetrina, il tutto dandoti del “tu” ( non sia mai si sforzi…) e trattandoti spesso come una merda guardando sempre altrove….
Per non parlare degli elettrodomestici, se per caso te ne capita uno che non fiunziona oppure appena arrivata a casa cambi idea, cosa devi fare ( e subire) se l’ hai comprato in negozio? Con Amazon nessun problema, basta essere onesti e non fare i furbi.
Chi è causa del suo mal ( e non cambia…)
"Mi piace""Mi piace"