Sacrificano il carattere alle doti intellettuali e cercano un posto tra quelli che non la bevono. Non è così strano che Colombo e Lerner scoprano solo adesso certe caratteristiche del giornale su cui scrivono da tempo
(Giuliano Ferrara – ilfoglio.it) – Che cosa ci dice l’irrequietudine un po’ spessa, un po’ grossolana, di campioni della classe dirigente, gente informata, di esperienza, su certi temi anche ben preparata, che ora si trovano male in un giornale che lavora per Putin e contro Draghi e Zelensky e Biden e Macron eccetera? E’ strano che Furio Colombo e Gad Lerner scoprano soltanto adesso certe caratteristiche del giornale su cui scrivono da tempo, così molti dicono. Invece, secondo me, non è così strano. E’ proprio quell’insieme di caratteristiche ad averli lusingati e sedotti nel tempo. L’ebbrezza del giornale come contropotere, la pretesa di uno status di eccezione, di critica e di solitudine politica, quando in realtà si appartiene a una temperie di opposizione di sistema apparente, fatta di semplici convenzioni demagogiche, tutti ladri, tutti mafiosi, doppio stato galera e manette, è un gioco illusionistico da sempre affascinante per chi sacrifica il carattere alle eventuali doti intellettuali e cerca un prestigioso posto nella schiera degli apoti, di quelli che non la bevono.
Se non abbiamo avuto una riforma istituzionale dignitosa, se è così difficile combattere l’ingiustizia e la violenza criminale con i metodi dello stato di diritto, se le riforme sociali e economiche sono in spaventoso ritardo, se abbiamo raggiunto livelli inimmaginabili di incompetenza e tracotanza, tanto da far rimpiangere anche gli aspetti scadenti del vecchio giro dei partiti, lo si deve a questa insidiosa tendenza delle persone perbene, gente che conosco appena, come si dice, a intrupparsi nell’accozzaglia. E’ un legame profondo e del profondo, psicologico prima che culturale o politico. E’ un bisogno: varcare i confini della disciplina di ceto, di gruppo, di affinità per mettersi su un palcoscenico dove la recita prevede sempre il contrasto all’establishment, l’assalto alla catena di comando e alle sue ipocrisie, che certo ci sono e sono tante. La figlia di Altiero Spinelli, per dire, si è ritrovata sulle frontiere ideologiche dell’Eurasia e del Cremlino, contro ogni possibile soluzione promossa dall’occidente ad arginare una logica imperiale neorussa, e questo non può che essere il frutto dell’aspetto diseducativo del teatro opinionistico e giornalistico.
Si può essere contro, per dir così, e scorretti, senza abbandonare una certa disciplina mentale e civile, senza trasformarsi in bardi dell’inciviltà. Ma non è facile, è un percorso senza i premi, le onorificenze e i benefici portati dal sentirsi fuori dal coro. Ecco. L’accozzaglia ora in crisi, perché la guerra non igienizza nulla, anzi sporca tutto, ma chiarisce inevitabilmente certe premesse, ha pucciato in questa brodaglia e con soddisfazione il suo pane e le sue idee, longanesianamente cioè italianamente, quando ha deciso per i toni dissonanti, per gli esperimenti un po’ ubriachi di un pensiero e di un giudizio svincolati dalla cultura ricevuta e diffusa. In fondo il gioco illusionistico del giornalismo che non bada troppo al peso della cultura e della storia, e travolge i fatti con disinvoltura, è fatto apposta per loro, per questi refoulées o refrattari del mondo borghese, medio, impiastricciato da un’ideologia democratica e liberale che non tiene, ai loro occhi, di fronte alla tentazione della rivolta, dell’eccezione, di cui amano fare esperienza, non per mancanza di intelligenza ma di carattere. Il carattere, cari Furio e Gad, non si scopre d’un botto, lo si ha o non li si ha, e di lì derivano le scelte che si fanno. Continuate a collaborare tranquilli.
Non vedo l’ora di sapere Colombo e Lerner a scrivere in quella pattumiera di giornale di Ferrara!
Conto i giorni!
Che bello il bollino qualità dato da Ferrara, proprio una bella medaglia da appuntarsi sul petto! Bravo Colombo, dajeeeee! Chiudi la tua carriera con il botto!
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https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/12/corruzione-allitaliana-quando-ferrara-teorizzava-politico-devessere-ricattabile/1496297/
Credo sia tutto racchiuso lì, in quel titolo.
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moh adesso sono persone perbene
mi ricordo quando Ferrara sfanculava in diretta l’amico Gad
e dava della “testata omicida” all’Unità diretta da F.Colombo
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=9829
e tanto per capire chi è il “censore” dei giornali altrui
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/05/15/ferrara-io-informatore-della-cia.html
https://www.ilpost.it/2011/03/04/ferrara-cia/
https://www.ilpost.it/2011/03/06/ferrara-e-la-cia2/
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Caspita, la CIA raschia proprio il fondo del barile!
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Il molliccio ferrara, comunista figlio di comunisti, convertito sulla via di Arcore a suon di miliardi (parole sue), sputazza sentenze profittando di discussioni tra personaggi che si permette di definire lusingati e sedotti dall’ebbrezza di scrivere su un giornale del contropotere. Lui, che non è mai stato dalla parte sbagliata del potere, noto sessantottino rifardito (a Roma sta per minestra riscaldata, per lui minestrone)
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Persona che evocava il rispetto per un battaglione con la svastica…
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“Il carattere, cari Furio e Gad, non si scopre d’un botto, lo si ha o non li si ha,”
E tu non lo nascesti, modestamente (semicit coltissima).
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Ottimo , Paola
Gianni
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Se penso che Ferrara militava assieme a Merdana in lotta continua mi viene da vomitare a spruzzo
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Sopravvissuto alla peste suina…
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Colgo questo spazio (escludendo Ferrara ) per commentare sul caso provocato da Furio Colombo
contro Orsini, Il Fatto e gli interventi che sono seguiti.
Dire, scrivere significa esporre concetti provenienti dal pensiero personale, a sua volta proveniente
dalle basi costruttive su cui poggia ed è la parte per me più importante.
Lerner mi scuserà se uso stralci del suo intervento ma alcuni punti sono emblematici (posizione di Colombo compresa) e consentono di evidenziare perché stare dalla parte di Travaglio, Orsini & Co. sia vitale, emergente dal solo ESERCIZIO LOGICO, persino elementare, sugli stessi enunciati. Niente di personale.
Dal testo di Lerner.
1. “Nonostante le fallimentari politiche imperiali di cui Washington
con la Nato si sono rese protagoniste, dovendo scegliere preferirei vivere
negli Stati Uniti che in Russia. “
Dovendo scegliere . . Scelta binaria obbligata. . . Perché non in Italia, responsabilmente e attivamente al proprio posto culturale e politico? L’imposizione binaria accolta e difesa, da cui contrapposizione con esito armato! Troppo faticosa e percepita senza orizzonte la terza via?
2. “Una democrazia benché malata è sempre meglio di una autocrazia.”
Democrazia malata, lo si dichiara, è un fatto. La si accetta così com’è, la scegliamo anziché lavorare per la guarigione, la difendiamo contro la sua ragion d’essere? Nonostante la progressione patologica e nefasta sia di tale natura da distruggere i motivi di apprezzamento, scelta e difesa? Contraddizione, atteggiamento passivo e rinunciatario, consuetudine, stanchezza, fatalismo. . .
3. “Non a caso ci teniamo stretta la nostra Costituzione nata dalla Resistenza.”
Ce la teniamo stretta? Farebbe ridere se non contenesse una tragica contraddizione, per non dire falsità. Spero dovuta ad un oscuramento temporaneo della coscienza e del piano di realtà. Più che “ce la teniamo stretta” è stata lasciata cadere in un tritacarte, risultato della democrazia malata terminale!! Sacco di coriandoli per il carnevale delle Istituzioni che impazza da troppo tempo in casa nostra, grottesco e senza soluzione di continuità.
NO GRAZIE. I 3 punti sembrano sufficienti ad evidenziare chiusura, contraddizione, ripiego, fatalità, passività. Troppa vita vissuta e consumata a dare corpo ad un pensiero sedimentato all’ombra della malattia, di una pace percepita ma formale? Data per sempre. . .sulla base corrosiva di poteri forti arbitrari, egoismo, individualismo, privilegio, prevaricazione e non aggiungo altro? Il che è inaccettabile nel tempo in cui ben altro sguardo e posizione conseguente richiederebbe la realtà e gli effetti evidenti della grande malata che la pervade.
Perché non Impegno collettivo per il cambiamento? Ricostruzione per una sana democrazia, a partire dal rispetto per le popolazioni a cui con tutti i mezzi, dai più subdoli fino alle armi spianate, si vuole esportare/imporre quella in coma, abilmente truccata come una splendida affascinante meretrice! Da ricostruire senza paura e senza rimpianti per un passato consumato, devitalizzato dalla propria ipocrita immoralità che fa marcire tutto ciò che tocca del presente e nel futuro dell’intero pianeta proietta già la catastrofe dell’umanità.
P.S. Già che ci siamo, cari esponenti del passato giornalismo d’eccellenza, non sarebbe opportuno dare spazio con tutte le vostre forze residue al caso del vostro collega Assange, possibilmente dalla parte giusta, non quella che riconosce la sudditanza all’arbitrio del potere.
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ma poi fa ridere anche involontariamente, se si pensa che Snowen in Russia è libero, mentre Assange in UK è in catene, così come il suo omologo ucraino catturato dalla polizia spagnola per riconsegnarlo alla nazione da cui è scappato (Ucraina).
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Snow*D*en. Mi coglie vaghezza di sapere come fai ad essere cosi’ sicuro di quello che dici, ma deve avertelo sussurrato il signor Mazzucco, o forse il signor Nervuti, o forse…
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Iaia
Bravo! E cum laude per l’accento ad Assange del cui calvario a conduttori intrepidi e giornalisti star con le bretelle cafone o la candida chioma, tanto per dire, non gliene frega niente. Meglio continuare, anche per quieto vivere, a discutere della politica italiana, cioè del nulla siderale
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Il paragone con Assange li metterebbe davanti alla propria mediocrità; secondo me è per questo che la maggior parte dei giornalisti nostrani non ne parla.
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Ancora campa Angelicuccia? (cit.)
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Cinque minuti di notorietà non si negano a nessuno.
Mi pare fosse Biscardi che per alzare l’ audience gridava: “La polemicaaa!”
Ecco, uguale.
En passant: le persone “gradite”, morte o vive che siano, vengono sempre dichiarare a priori “per bene”, per indurre un sentimento positivo nel lettore anche se legge nefandezze. Il sottotesto è : “Si, adesso dice, fa, si comporta… così, ma e “per bene”. Ah, allora…!
Non vedo l’ ora di leggere di qualcuno – morto o vivo che sia, che è o è stato “per male”. (Russi esclusi, ovviamente: che sono tutti “per male” ce lo hanno già ampiamente spiegato).
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“L’ebbrezza del giornale come contropotere” … “cerca un prestigioso posto nella schiera degli apoti, di quelli che non la bevono.” Se a giornale sostituiamo “movimento” … e “se abbiamo raggiunto livelli inimmaginabili di incompetenza e tracotanza, tanto da far rimpiangere anche gli aspetti scadenti del vecchio giro dei partiti … a intrupparsi nell’accozzaglia”, si trova la perfetta declinazione di cosa è stato il partito delle stalle.
Pur non avendo MAI condiviso la politica del duo berlugraxxi, che lui ha invece abbracciato, proprio perché elevava la ruberia e la corruzione a sistema di governo (duo preso a modello dal mafionazzzista putin), con la scusa del garantismo (inteso come garanzia di poter delinquere all’infinito), bisogna ammettere che ha fatto una perfetta analisi di come si è venuto a sostanziare il movimento dei meravigliosi ragazzi, dalla nascita fino ad oggi: … apoti, … intrupparsi nell’accozzaglia, … rimpiangere anche gli aspetti scadenti del vecchio giro dei partiti.
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Domenico, alzare il gomito al mattine a digiuno fa male, lo sai. Ma perché ci ricaschi, buon uomo?
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Incredibile. Molto meglio e più genuina l’opposizione becera di un Sallusti o un Feltri a questo paperocchio della botte di boria che ha attinto troppo generosamente alla botte del vino. Tutto lo scritto si concentra sul concetto che Colombo e Lerner sono stati attirati dal brivido adrenalinico e narcisistico di cantare fuori dal coro invece di allinearsi docilmente sulle posizioni “obbligate” dell’Atlantismo incondizionato , della Russia macellaia eccetera. Beh, si può essere o meno d’accordo con i loro profili e le loro idee, ma metterli al livello di che so, una Antonella Clerici con voglia di intellettualità presenziale è disgustoso.
Quanto poi alla affermazione che il pensiero di Barbara Spinelli sia frutto dell’aspetto diseducativo del teatro opinionistico e giornalistico…che vengano con la camicia di forza e se lo portino via a pedate nel grosso deretano
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Posso essere convinto ne profondo delle mie buone ragioni, ma se certa gente mi dà ragione e mi dice: “bravo! Ben detto! Era ora!” Io qualche dubbio lo comincio ad avere…
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se penso(sic) che parte delle tasse che giustamente pago vanno a finanziare questi “giornali” e “giornalisti”, piango.
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Il problema secondo me, mi permetterai, sta tutto in quel “giustamente”, sul quale ho molti dubbi, in tutta franchezza.
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Falso falso falso come sempre, anche quando piove e Ferrara dice che piove. Per come la mette giu’ pare che si siano svegliati di botto dopo aver passato decenni ipnotizzati dalla linea editoriale giustizialista del satanasso Travaglio. Falso! Sono le castronerie saltuarie dell’Orsini che li hanno scocciati in direzione sfrantummamento, ed essendo ricchi dei propri successi si sono venduti alla propria vanita’. Il tiro all’Orsini dovrebbero fare, non piccarsi!
Quanto a voi, abrutiti ed abrutite, quando si parla di editoriali e compagnia DOVETE leggere questa perla:
https://libcom-org.translate.goog/article/columnism-ulrike-meinhof?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=en&_x_tr_pto=wapp
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la Ulrike doveva continuare a scrivere e non divenire una nichilista
ora quanti sono quelli che la ricordano?
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Ferrara… patetico. Intellettuale da striscio, sempre sotto i piedi di qualcuno (più o meno sempre gli stessi), invidia è rancore.
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Eh, purtroppo la ricordo io per quella intuizione geniale. I tempi erano quello che erano, e lei in Germania ha fatto due piu’ due, come una Greta dal punto di vista logico, ed il risultato era che l’ordine costutuito *non* aveva piu’ innocenza di un terrorista. Di Gandhi ce ne’e’ stato uno.
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