(Alessandro Di Battista) – Scene inaccettabili, scene di violenza, scese dannatamente ordinarie in Palestina. Oggi la polizia israeliana ha caricato il corteo che portava il feretro di Shireen Abu Akleh, la giornalista palestinese uccisa ieri dall’esercito di occupazione israeliano a Jenin, in Cisgiordania. Sì, di occupazione, perché la Palestina non è uno Stato sovrano. In Europa hanno paura di riconoscere lo Stato di Palestina e per questo i militari israeliani si sentono in diritto di occupare e praticare apartheid. Non lo dico io. Lo dice Amnesty International. A proposito di Amnesty International vi faccio una domanda. Quanti di voi hanno letto questa dichiarazione?

“L’uccisione di Shirin Abu Akleh, una giornalista di lungo corso, è un sanguinoso monito del sistema mortale con cui Israele circonda i palestinesi, che vengono impunemente uccisi ovunque. Quanti altri di loro dovranno essere uccisi prima che la comunità internazionale chiami Israele a rispondere di questi continui crimini contro l’umanità?”.

E’ una dichiarazione ufficiale eppure non ha avuto grande risalto. Eppure in tanti, giustamente, elogiano Amnesty quando Amnesty fa battaglie sui diritti negati in Russia, sui giornalisti imprigionati in Turchia, sulle violenze in Egitto. “Verità per Giulio Regeni” è una splendida campagna promossa proprio da Amnesty i cui striscioni sono affissi su centinaia di palazzi municipali italiani.

Tuttavia quando Amnesty denuncia “l’aumento delle uccisioni illegali in Israele e nei Territori palestinesi occupati” sostenendo che sia “urgente porre fine all’apartheid israeliano contro i palestinesi” in pochi ne parlano. Pochi TG, pochi giornali, scarsa attenzione nei talk show e troppe, troppe persone in silenzio. Resta in silenzio Roberto Saviano, per esempio. Proprio lui, sempre pronto a denunciare in TV le violenze sui giornalisti russi mi pare non abbia detto una parola su Shirin Abu Akleh, e neppure mi pare si indigni come sarebbe opportuno su Gaza, una prigione a cielo aperto, sull’occupazione illegale della Palestina e sul razzismo che subiscono i palestinesi in Israele.

Martin Luther King disse: “Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno”. Evidentemente quando a bussare sono i palestinesi in pochi hanno il coraggio di aprire.