(corriere.it) – Nella serata di domenica 1 maggio, Sergei Lavrov, ministro degli Esteri della Russia, è stato intervistato nel corso del programma Zona Bianca, su Rete 4. Lavrov ha pronunciato parole di accusa nei confronti dell’Italia — «in prima fila contro la Russia: siamo rimasti sorpresi, non lo siamo più» — e dell’Occidente — che combatterebbe «sul campo» in Ucraina: una frase a supporto della quale Lavrov non ha portato prove.

Il ministro degli Esteri di Mosca ha anche sostenuto che la Russia abbia sempre lavorato per ridurre al minimo il rischio di guerra nucleare («Ma non si può sottovalutarne il rischio», ha aggiunto, dimenticando che solo sui canali russi, e non su quelli occidentali, scorrono ormai regolarmente simulazioni della devastazione che armi nucleari potrebbero creare nelle capitali europee) e che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sia portatore di idee antisemite e naziste, benché ebreo: «Ma questo non significa niente, anche Hitler», ha detto Lavrov, «aveva origini ebraiche».

Ha sostenuto anche che la Russia abbia sviluppato i missili ipersonici «per rispondere a un possibile attacco» occidentale (dimenticando però che Mosca è stata il primo Paese al mondo a usarli in un conflitto, e che l’Ucraina non ha alcun missile ipersonico), che Zelensky dovrebbe «cessare le ostilità», e ha risposto seccamente alla domanda sullo stato di salute di Putin: «Questo dovete chiederlo ai leader che lo hanno incontrato».

Ecco alcune delle principali dichiarazioni di Lavrov.

— «Non vogliamo rovesciare Zelensky. Non puntiamo a un cambio di regime a Kiev, questa è una specialità degli americani. Non chiediamo nemmeno che si arrenda. Quello che chiediamo è che interrompa le ostilità e lasci andare i civili. Vogliamo fare in modo che dall’Ucraina non vengano più minacce per la Russia». (Che il piano principale di Mosca prevedesse la presa di Kiev è dimostrato dall’andamento delle operazioni militari sul campo; solo la resistenza ucraina ha impedito che il cambio di regime venisse portato a termine. Non è chiaro poi che cosa intenda Lavrov quando parla di «lasciare andare i civili»).

– «La Russia non ha mai interrotto gli sforzi per arrivare a un accordo che eviti una guerra nucleare, una Terza guerra mondiale. Sono i media occidentali ad aver travisato i nostri messaggi e ad aver dato una rappresentazione scorretta dei nostri obiettivi in questa operazione. La Russia ha sviluppato armi ultrasoniche per difendersi contro un possibile attacco dall’Occidente. Noi eravamo pronti a parlare con gli Usa per un nuovo accordo sulla stabilità strategica, ma la controparte americana ha interrotto i negoziati». (La Russia è stata il primo Paese a usare armi ultrasoniche in un conflitto).

– «Zelensky cambia continuamente le proprie posizioni, gli ucraini hanno sabotato i negoziati. Il governo ucraino è diventato uno strumento degli estremisti nazisti e del governo degli Stati Uniti». (Le posizioni di Zelensky e quelle di Putin sono state portate avanti in negoziati il cui andamento sembra essere ormai particolarmente difficile, specie dopo quanto avvenuto a Bucha e a Kramatorsk, con il lancio di missili contro i civili in fuga dalla zona del conflitto).

– «Il fatto che Zelensky sia ebreo non comporta che in Ucraina ci siano elementi nazisti, e che il presidente li abbia consentiti. I peggiori antisemiti sono ebrei, anche Hitler aveva origini ebraiche». (Il paragone tra Zelensky, che è di fede ebraica, e Hitler, che ha sterminato milioni di ebrei, è assolutamente inaudito anche per la diplomazia russa, che pure nelle ultime settimane si è trasformata in uno strumento di governo interno).

— «La Russia non mira ad affrettare il completamento dell’operazione speciale in Ucraina entro il 9 maggio, Giorno della Vittoria contro il nazismo. I nostri militari non adatteranno artificialmente le loro azioni a nessuna data. Il ritmo dell’operazione in Ucraina dipende, in primo luogo, dalla necessità di ridurre al minimo i rischi per la popolazione civile e il personale militare russo». (Mosca ripete, nelle sue dichiarazioni diplomatiche, che l’obiettivo dei suoi attacchi sono le infrastrutture militari ucraine — frasi difficilmente compatibili con le immagini che arrivano dalle zone del conflitto, prime fra tutte da Mariupol, città praticamente rasa al suolo).

– Il gruppo di mercenari Wagner, i cui elementi sono in Ucraina per conto del governo russo, «è privato e non ha nulla a che fare con lo Stato russo. Ci sono molti rappresentanti militari occidentali e mercenari che combattono in Ucraina». Lavrov non ha portato prove a sostegno di queste affermazioni.

– L’Italia è «in prima fila nelle iniziative contro la Russia. Per noi è stata una sorpresa. Eravamo abituati all’idea che l’Italia, grazie alla sua storia, sapesse distinguere il bianco dal nero. Ci sono stati politici e media italiani che sono andati oltre le buone norme diplomatiche e giornalistiche, l’ambasciata ha trasmesso il materiale ed è stato aperto un procedimento per violazione del diritto da parte dei media italiani. Ma io ho un bellissimo rapporto con il popolo italiano, non è questo in discussione».

– «La verità è solo una: il 30 marzo, i militari sono usciti da Bucha, il sindaco ha dichiarato la vittoria e che la città era tornata a una vita normale. Poi dopo tre giorni hanno cominciato a far vedere questi morti. Non voglio approfondire, ma è talmente evidente che è un fake». Su quanto accaduto a Bucha, oltre alle innumerevoli prove giornalistiche che mostrano la falsità di quanto dichiarato da Lavrov, sono in corso indagini internazionali.

– «Zelensky può promuovere la pace: basterebbe che smettesse di dare ordini criminali alle sue truppe naziste. Noi vogliamo solo garantire la sicurezza degli ucraini filo russi nell’Est del Paese».

– «Secondo lo schema ideato dal Cremlino, nulla cambia per gli importatori di gas. Noi lo considereremo pagato solo dopo la conversione della valuta in rubli». (L’Unione europea ha dichiarato irricevibile l’obbligo di pagare il gas in rubli — e in particolare proprio il meccanismo che considererebbe il pagamento perfezionato solo al momento della conversione in rubli della somma versata in euro).