
(Francesco Erspamer) – Berlusconi è un diversivo, lo è sempre stato. Come la sua versione americana, Trump. In quanto miliardari non appartengono al nostro mondo: qualunque cosa gli capiti sempre resteranno in una bolla di osceno privilegio e di immeritata notorietà; per loro il potere politico è un gioco, una distrazione, tanto quello vero, economico, non glielo toglie nessuno. Soprattutto nessuno lo toglie e, peggio, nessuno ha intenzione di toglierlo alla minuscola plutocrazia di cui fanno parte e che possiede e controlla il pianeta come nessuna classe sociale ha mai fatto in precedenza: altro che i patetici nobili, re, imperatori e tiranni del passato, qui stiamo parlando di poche centinaia di nababbi e delle loro multinazionali, che possiedono più ricchezze degli stati ex sovrani e che durante l’epidemia, mentre miliardi di cittadini facevano sacrifici, hanno raddoppiato i loro patrimoni. Peraltro nel disinteresse di quegli stessi cittadini, ormai drogati di consumismo, virtualità e altra pornografia, e dunque disposti a lottare (a telecomando) solo contro chi guadagni il doppio o il triplo di loro (lo stucchevole pauperismo pentastellato), mai contro le celebrity del pallone o della tv e tanto meno contro gli dèi della finanza.
Non credo che Berlusconi sarà eletto presidente e non mi pare rilevante; rilevante è chi rifiuta la sua candidatura non abbia niente di meglio da contrapporgli che l’uomo della Goldman Sachs, l’immarcescibile Draghi; rilevante è che siano i miliardari e i giornalisti al loro servizio a stabilire le questioni degne di attenzione e discussione. Nessuno spettro si aggira più per l’Europa o per la Terra: solo gossip.
La catastrofe ambientale e sociale si avvicina e per evitarla sarebbe necessaria una presa di coscienza collettiva, uno sforzo comune per abbandonare l’edonismo qualunquista e compulsivo in cui tanti si sono adagiati e che solo riesce a tenere in piedi la baracca neoliberista e la sua disgustosa ineguaglianza materiale, i suoi insostenibili sprechi, la sua stupida amoralità e ignoranza. Ma l’impegno è faticoso e così il pensiero, così la responsabilità, così la conoscenza. Tanto più facile limitarsi a salivare in risposta agli stimoli mediatici, come il famoso (un tempo) cane di Pavlov.
Categorie:Cronaca, Editoriali, Interno, Politica
La chiusura del pezzo l’ha copiata da me.
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Ottimo articolo, di cui condivido ogni singola parola .
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Fate pure draghi presidente dell’italia venezuielana. poi non vi stupite se i bimbi dai 6 anni in su saranno mandati 12 ore al giorno nelle miniere di salgemma, carbone, pirite, dal Sulcis a piombino, portoferraio. sarete maledetti in eterno a sacrificare la propria figliolanza.
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