Esponente pentastellato al governo rivela: “Almeno 5 deputati per Silvio”. Il senatore De Falco, ex grillino: “7 pronti a votare Cav”.

(di Antonio Atte e Vittorio Amato – adnkronos.com) – C’è chi tifa per Silvio al Colle, nel Movimento 5 Stelle. Anche se la linea ufficiale indicata da Giuseppe Conte è un ‘no’ secco al nome di Berlusconi, raccontano che vari parlamentari sarebbero tentati dalle sirene di Arcore e pronti a votare quello che in passato è sempre stato additato come il ‘nemico numero 1’ del Movimento fondato da Beppe Grillo e ora guidato dall’avvocato di Volturara Appula. Secondo gli ultimi boatos in quel grande magma rappresentato dai gruppi parlamentari, dove si annidano i franchi tiratori pronti a colpire nel momento decisivo, lo ‘scouting’ forzista starebbe dando i suoi primi, piccoli frutti. Almeno stando agli umori e al clima preoccupato emersi nei recenti conciliaboli pentastellati.

In particolare, a quanto apprende l’Adnkronos, un esponente M5S del governo Draghi avrebbe messo alcuni colleghi parlamentari al corrente del “rischio” che, nel segreto dell’urna, diversi eletti grillini possano votare in dissenso a favore del Cav. Si tratterebbe di una piccola minoranza, almeno per ora. L’esponente governativo parla di almeno cinque deputati. Cifre che non si allontanano da quelle in possesso di Gregorio De Falco, senatore del Gruppo Misto eletto nel M5S che ancora oggi conserva buoni rapporti con molti suoi ex compagni di partito: “Ho saputo che Berlusconi può contare sull’appoggio di almeno 7 grillini alla Camera”, confida all’Adnkronos l’ex capitano di fregata.

Voci di corridoio, indiscrezioni che allo stato attuale, con la sessione di bilancio ancora da chiudere, hanno un peso relativo, ma che comunque danno l’idea di quello che potrebbe essere il clima delle prossime settimane, quando il grande Risiko del Quirinale entrerà nel vivo. Ma per molti, nel M5S, al solo sentire nominare Berlusconi scatta una sorta di riflesso pavloviano: “E’ inutile che si parli di consenso largo per il Quirinale se la destra continua a tirare in ballo Berlusconi. Il nostro è un vero e proprio veto sul suo nome e su tutto ciò che rappresenta. E’ improponibile, attacca in una nota Mario Perantoni, presidente della Commissione Giustizia della Camera, il quale aggiunge: “Salvini si chiede: perché no Berlusconi? Questa non è una domanda ma una provocazione che respingiamo al mittente”. Un giovane deputato 5 Stelle invece la vede così: “Non credo che qualcuno dei nostri possa votare Berlusconi. Tuttavia penso che alcuni, se dovessero scegliere tra Pera e Berlusconi, o Casini e Berlusconi, diranno: meglio zio Silvio a ‘sto punto”.

Nulla trapela in casa Forza Italia sull’interesse del loro leader ai voti pentastellati in vista del Colle. Anzi, dalle parti di Arcore ogni voce di ‘campagna acquisti’ viene smentita. Ma che Berlusconi coltivi in cuor suo il sogno di diventare il successore di Sergio Mattarella non è più un segreto. Tant’è che si continua a parlare con insistenza di uno scouting azzurro asfissiante soprattutto nella ‘terra di mezzo’ del Misto e tra i più ‘attenzionati’, nonostante le smentite, ci sarebbero soprattutto gli ex Cinque stelle, sparsi qua e là nell’emiciclo.

Più si avvicina il voto per il nuovo Capo dello Stato e più continuano le sue avances a tutto l’arco parlamentare, a cominciare proprio dai Cinque stelle, scommettendo sulla paura di non essere ricandidati in caso di voto anticipato. Non a caso, l’ex premier, a sorpresa, ha già strizzato l’occhio più volte ai grillini nei giorni scorsi: prima sul reddito di cittadinanza (ora considerato una misura di contrasto alla povertà dopo essere stato definito una ”paghetta” in passato) poi sul ruolo svolto dal Movimento nella politica nostrana con tanto di elogio delle basi sulle quali è nato: ”I Cinque stelle non sono riusciti a dare una rappresentanza a questa Italia, ma hanno dato voce a un disagio reale, che merita rispetto, attenzione e anche delle risposte”.