Il leader di Azione ha sciolto le riserve e correrà per il seggio lasciato libero da Gualtieri. Mentre l’ex premier ha espresso delle riserve. L’aut aut di Renzi: Italia viva non appoggerà chi si vuole alleare con sovranisti e populisti.

(tag43.it) – Carlo Calenda si presenterà alle elezioni suppletive nel collegio di Roma 1 centro per il seggio lasciato libero da Roberto Gualtieri, che nel frattempo è stato eletto sindaco della Capitale. Il leader di Azione lo ha confermato all’Huffpost. Voci davano in corsa anche Giuseppe Conte anche se, a quanto filtra da ambienti cinque stelle, le «perplessità» che già in passato avevano indotto l’ex premier a rifiutare la candidatura a un collegio suppletivo, «permangono». Nulla dunque è ancora deciso. Nonostante, continuano le stesse fonti, «siano in tanti a chiedergli di candidarsi». Ma «a ora è più no che sì» sintetizza un fedelissimo dello staff del leader M5s.

Calenda contro il Pd, Enrico Letta e «lo scempio fatto a Roma dai cinque stelle»

La discesa in campo di Calenda non favorisce certo le cose e allontana l’ipotesi di una candidatura unica di centrosinistra e M5s. Va anche ricordato che alle ultime Amministrative, l’ex ministro aveva incassato nello stesso collegio il 31 per cento. Non a caso stamattina Calenda in un tweet era tornato a scagliarsi contro i dem: «Il Pd ed Enrico Letta non hanno alcuna intenzione di trovare intese neanche in un collegio dove noi siamo la prima lista con il 31 per cento», ha scritto il leader di Azione. «Da settimane chiedo un confronto senza pregiudiziali. Nessuna risposta. Quello che gli interessa sono sempre e solo i 5S. Peccato». Calenda poi ha rincarato la dose. Sempre su Twitter ha tuonato: «I 5S hanno devastato Roma, paralizzandola per cinque anni e mortificandola in tutti i modi. Non esiste, ma proprio non esiste, cedergli un collegio dove hanno fatto uno scempio. Basta 5S».

Il Partito Democratico starebbe pensando a un’alternativa in caso Conte decidesse di non correre. Tra i nomi che circolavano in questi giorni, ma prima della discesa in campo di Calenda, c’era quello di Enrico Gasbarra, ex vice di Walter Veltroni.

L’aut aut di Renzi: «Chi vuole allearsi con Meloni o Conte faccia pure ma senza di noi»

Contro la candidatura di Conte si era espresso anche Matteo Renzi. Nella consueta ENews aveva chiarito: «Noi siamo orgogliosamente diversi dai sovranisti (Meloni e Salvini) e dai populisti (Conte e Taverna). Pertanto, chi vuole allearsi con Meloni o Conte faccia pure ma senza di noi. Per essere più chiari: se nel collegio Roma 1 il Pd mette in campo una candidatura riformista, noi ci siamo. Se il Pd candida Conte, la candidatura riformista noi la troveremo in ogni caso ma non sarà Giuseppe Conte». Il leader di Italia Viva aveva aggiunto: «Perché il Pd può fare quello che crede, ma regalare il seggio sicuro (a quel punto forse non più sicuro?) al premier del sovranismo, all’uomo che ha firmato i Decreti Salvini, all’avvocato che non vedeva differenza tra giustizialismo e garantismo significherebbe subalternità totale. È un seggio parlamentare, non è un banco a rotelle! Se davvero sarà Conte il candidato del Pd, ci attende una bellissima campagna elettorale nel collegio di Roma Centro».