(Monica Guerzoni, Fiorenza Sarzanini – corriere.it) – ROMA- La stretta è ormai inevitabile, il nuovo decreto a cui lavora il governo punta a frenare la quarta ondata di Covid e a smuovere lo zoccolo duro di italiani che non vogliono immunizzarsi. Al vertice con le Regioni di domani o martedì e poi alla cabina di regia di metà settimana saranno sul tavolo diverse ipotesi, dal super green pass, all’obbligo vaccinale. Toccherà al premier Mario Draghi trovare il punto di equilibrio, ma la filosofia che orienterà le scelte è chiara: non far pagare restrizioni e chiusure agli italiani che si sono vaccinati. Il capo del governo ha ancora molti dubbi, eppure non è certo sordo alle pressioni di chi — a cominciare dai governatori Fedriga e Toti — chiede che il prezzo lo paghino i no vax. Speranza parte dai numeri di contagi e vittime e ricorda che «abbiamo un vantaggio rispetto ai Paesi come Austria, Germania, Olanda e Belgio costretti a imporre misure rigorose e chiusure drammatiche». Il primo passo potrebbe essere rilasciare il green pass soltanto ai vaccinati e ai guariti. Chi non lo avrà, dovrà sottoporsi al tampone per andare al lavoro. Obiettivo: evitare di finire in zona gialla entro la fine di dicembre, con obbligo di mascherina all’aperto, riduzione dei posti a sedere nei ristoranti e delle capienze nei luoghi dello spettacolo. E con la chiusura delle discoteche in vista delle festività di fine anno. Si procede dunque, pur consapevoli delle resistenze di Salvini e delle inevitabili proteste del fronte no vax.

Green pass sul bus

La novità importante di cui si discute è la possibilità di estendere il green pass alle categorie che erano state lasciate fuori dal decreto del 15 ottobre, a cominciare dai fruitori dei servizi e dei mezzi pubblici. Se passerà la linea del rigore, non si potrà più salire sull’autobus o in metropolitana senza green pass. Sarà richiesto anche al pensionato che dovrà recarsi all’Inps, al cliente dello studio notarile e agli impiegati della P.A. che lavorano a contatto con i cittadini.

La durata

Certamente il green pass avrà una durata più breve: non più gli attuali 12 mesi, ma 9 mesi in modo che il calo della copertura vaccinale — calcolato oltre i 6 mesi dall’ultima dose — venga attutito.

Obbligo vaccinale

È la prospettiva più estrema, ma a Palazzo Chigi il ragionamento è apertissimo. Se i numeri dovessero peggiorare ancora il governo potrebbe decretare l’imposizione per tutti gli italiani, oppure fermarsi un passo prima decidendo di estendere l’obbligo, già previsto per i sanitari, a categorie come gli insegnanti e gli agenti di pubblica sicurezza.

Certificato 2 G e 3 G

Alcuni governatori hanno proposto un modello simile a quello tedesco delle 2G, che sta per vaccinati (Geimptf) e guariti (Genesen). Il green pass verrebbe rilasciato solo a queste due categorie, mentre con il certificato 3G, che consente di ricorrere al tampone, non si avrebbe accesso alle attività culturali, sociali e ricreative. Nella lista dei luoghi proibiti ai no vax sono inclusi ristoranti e bar, palestre e piscine, cinema e teatri, discoteche e stadi. Impossibile anche partecipare alle feste dopo le cerimonie. Sembra invece confermata la possibilità di poter salire sui treni dell’alta velocità e sugli aerei se si ha soltanto il tampone. Con questa modalità sarà consentito l’ingresso nei luoghi di lavoro, pur non potendo escludere un’ulteriore stretta almeno per alcune categorie, se la situazione dovesse ulteriormente peggiorare.

I 5 mesi

Appena arriverà il via libera dell’Aifa, il ministero della salute autorizzerà la terza dose o il richiamo del vaccino dopo 5 mesi dall’ultima inoculazione. Una decisione dovrà invece essere presa sulla validità dei tamponi, ma appare scontato che sarà ridotta: 48 ore per i molecolari e 24 ore per gli antigenici.

Zone a colori

Un altro nodo da sciogliere riguarda l’estensione delle nuove regole a carico dei no vax: per tutta l’Italia, o solo per le fasce di rischio più alte? Per il governatore Fedriga e per il ministro Brunetta i divieti dovrebbero scattare solo con il giallo, l’arancio e il rosso: «Se una regione cambia colore, i divieti li applichi solo ai non vaccinati, quindi se hai solo green pass col tampone non vai a sciare», la posizione del titolare della Pubblica amministrazione. Altri ministri spingono invece per imporre le restrizioni anche in zona bianca.