(Corriere della Sera) – In Sicilia Italia viva ha siglato un accordo con Forza Italia attraverso Sicilia Futura di Gianfranco Micciché, con cui il partito di Renzi sta insieme nel gruppo dell’Ars. E così, come al comune di Palermo c’è da tempo un intergruppo Iv, +Europa e Azione, anche in Regione è partita l’operazione, ufficializzata ieri da Micciché e dal capogruppo di Sicilia Futura-Iv Nicola D’Agostino. L’orizzonte cui guarda Iv è quello di «un polo di centro, moderato e liberale, riformista, isolando sovranisti e populisti» e facendo da collante «fra le forze politiche dei due poli che hanno visioni comuni»: il tema interesserà i lavori della terza edizione di Futura, la scuola di cultura politica per gli under 30 del presidente dei senatori di Iv Davide Faraone, dal 29 al 31 ottobre a Isola delle Femmine.

BERLUSCONI VERTICE CON GELMINI: «COORDINAMENTO TRA NOI E LA LEGA»

(Giuseppe Alberto Falci – il Corriere della Sera) – «Dovremo stabilire un coordinamento tra noi e la Lega per quanto riguarda le attività di governo. Vorrei si facesse un lavoro concreto sui provvedimenti a partire dal pranzo di giovedì con i capigruppo e i ministri di Forza Italia e della Lega». Quando Silvio Berlusconi, collegato via Zoom dalla casa di Arcore, pronuncia la parola «coordinamento», rimandando tutto al vertice di domani a Roma con Matteo Salvini e la delegazione di governo del Carroccio, dall’altra parte dello schermo di ministri azzurri c’è la sola Mariastella Gelmini.

Mara Carfagna e Renato Brunetta, gli altri membri dell’esecutivo Draghi che hanno messo in discussione la linea politica del partito, sono assenti. Perché? «Non c’è un caso» assicurano dall’inner circle del Cavaliere. La titolare del dicastero del Sud non prende parte al webinar tematico sulla manovra di bilancio perché è il compleanno della figlia.

 Mentre il ministro della Pubblica amministrazione è impegnato a Palazzo Chigi nella lunga trattativa con i sindacati. Caso chiuso, insomma. Anche perché, ironizza una fonte, «il chiarimento non può certo avvenire nel corso di una rimpatriata». Tutto dunque rimandato alla giornata di domani. Nell’attesa Berlusconi è in fiume in piena. Davanti allo stato maggiore di Forza Italia e agli esperti del dipartimento economico si dice soddisfatto «per la grande accoglienza e le parole di stima che mi sono state riservate dai leader europei al summit Ppe di Bruxelles dove ho partecipato la settimana scorsa».

In particolare, si sofferma sul faccia a faccia con la cancelliera tedesca: «Io e la signora Merkel abbiamo avuto una lunga conversazione, riprendendo l’abitudine di un tempo, ed ancora una volta con lei ho riscontrato un’ampia convergenza di vedute. Ma soprattutto ho avuto la conferma di quanto perda l’Europa con il suo addio. Era, per autorevolezza e lucidità di visione, il punto di riferimento dell’Europa».

Il Cavaliere ricorda anche gli scontri con la Merkel, ai tempi in cui sedeva a Palazzo Chigi. «Si poteva non essere d’accordo con lei, abbiamo avuto momenti di conflitto, per esempio quando si oppose alla nomina di Draghi alla presidenza della Bce voluta dal nostro governo. Però anche in quelle occasioni era possibile superare i contrasti. Ora in questo vuoto si apre un compito ed anche un’opportunità importante per l’Italia».

Dopodiché la riunione vira tutta sulla manovra di bilancio, su quelle misure che Forza Italia intenderà portare al tavolo di governo. «Il taglio del cuneo fiscale a nostro avviso deve essere almeno di 11 miliardi, occorre prorogare i bonus che sostengono l’edilizia. Bisogna poi semplificare le procedure e rinnovare per almeno tre anni i diversi bonus (110%, sismabonus, interventi per il risparmio energetico) e pensare a un rinvio selettivo delle cartelle esattoriali per i debiti prodotti nei mesi della pandemia».

Arriva quindi una stoccata al reddito di cittadinanza. «È necessario riformarlo. Gli imprenditori lamentano di non riuscire a trovare lavoratori, ha drogato il mercato del lavoro, aumentando il lavoro nero. Inoltre è finito nelle tasche di furbetti e delinquenti». Capitolo green pass. «Dobbiamo smetterla di chiamarlo così. Io credo che se lo avessimo chiamato fin dall’inizio per quello che è, certificato sanitario, non avremmo avuto così tante persone disposte a scendere in piazza per protestare come abbiamo visto nelle scorse settimane».

Silenzio sul Quirinale, il suo grande sogno. Ma a questo ci ha pensato il numero due del partito, Antonio Tajani, che poco prima di accendere il computer dice così: «Berlusconi sarebbe un eccellente capo dello Stato».