(Tommaso Merlo) – I politicanti tradiscono perché un conto è ripetere slogan per strappare applausi e voti, un conto è incarnare il cambiamento che si vuole realizzare nel mondo. Son decenni ormai che i politici si rimangiano le promesse e una volta ottenuta la poltrona non cambia mai nulla. Questo perché la politica e le caste di ogni risma sono parte del problema. Viviamo un’era dominata da una devastante ideologia egoistica che ci sta portando verso l’autodistruzione individuale e collettiva. Le vecchie ideologie pensavano che organizzando il mondo “là fuori” si costruisse un futuro roseo, ma hanno fallito clamorosamente perché i mali del mondo non sono altro che la proiezione dei mali che affliggono le persone. Per immaginare un nuovo paradigma bisogna partire da “dentro” di noi, non da “fuori”. L’egoismo illude le persone di essere il lavoro che fanno, le cose che possiedono, i ruoli che ricoprono, i personaggi che recitano, il modo in cui appaiono, il parere degli altri, la loro storia personale, la loro carta d’identità. L’egoismo è una falsa idea di sé stessi che spinge le persone a competere, ad accumulare, a farsi la guerra, a criticare di continuo a sgomitare. Tutti ad inseguire miraggi materiali e vani sogni di gloria, come criceti che corrono all’impazzata su una ruota senza arrivare da nessuna parte. A confronto dei nostri compatrioti di un secolo fa siamo molto più benestanti e liberi. Abbiamo un tetto asciutto, un frigo pieno, educazione e sanità e diritti e a volte perfino qualche soldino extra per toglierci qualche capriccio. Eppure di persone felici in giro se ne vedono davvero pochine. Tutti stressati, tutti arrabbiati. Tutti a farsi gli affari propri e a lagnarsi di continuo. Tutti a scannarsi a vicenda per sfogare la propria frustrazione. Senza parlare della diffusione impressionante delle dipendenze. Non solo di droghe pesanti e antidepressivi, ma anche dipendenze tollerate e incoraggiate come l’alcol o il consumismo esasperato, il carrierismo cinico, la mondanità perenne, l’idolatria dell’immagine, i feticismi estetici con ormai dei veri e propri mostri sfigurati in volto e nel corpo che girano per le nostre strade. Una deriva ormai plastica. Sintomi di un malessere profondissimo. Esistenziale. L’egoismo non porta solo all’infelicità ma anche all’autodistruzione. Fisica ed interiore. Di noi stessi come del pianeta. I mali del mondo non sono altro che la proiezione dei mali che abbiamo dentro. Spazzatura interiore che fuori diventa spazzatura di plastica ma anche politica e morale. Basta guardarsi attorno. Una discarica a cielo aperto zeppa d’ingiustizia sociale ai limiti della follia, discriminazioni e violenza, guerre e assurde corse agli armamenti, devastazione ambientale, alienazione di massa, indifferenza, superficialità. Immaginare un nuovo paradigma è più urgente che mai. Le vecchie ideologie pensavano che organizzando il mondo “là fuori” bastasse per costruire un futuro roseo. Progettarono la società, i governi, l’economia ma hanno fallito clamorosamente la prova della storia. Ha stravinto la democrazia liberale che ha garantito un livello di sviluppo e benessere senza precedenti almeno nel mondo ricco. Il pensiero unico deriva proprio dal fatto che destra e sinistra non hanno più ideologie di riferimento e son diventati cartelli elettorali in competizione per le poltrone. Vige il pensiero unico e non cambia mai nulla eppure stiamo procedendo a grandi passi verso l’autodistruzione individuale e collettiva. Questo perché la democrazia liberale ha vinto ma non è affatto un sistema perfetto, anzi. Comanda chi ha i soldi. Una economia sempre più casinò globale che di fatto controlla politica e informazione e quindi la storia. I soldi dopano le società come dopano la vita delle persone. Soldi e quindi materialismo viscerale che ha alimentato una vera e propria ideologia egoistica di massa. Persone che hanno come unico ideale se stesse. I propri interessi, le proprie ambizioni, i propri piaceri, la propria visibilità. Il proprio piccolo mondo. Il proprio misero destino. Soldi, cose, potere, apparenza. Persone sempre più ciniche e superficiali e ripiegate su se stesse e inconsapevoli dell’autodistruzione individuale e collettiva in atto. Immaginare un nuovo paradigma è più urgente che mai ma bisogna partire da qui e cioè da dentro di noi. Politicanti, caste di ogni risma ma anche cittadini. Nessuno escluso. Il mondo non è altro che la proiezione di quello che abbiamo dentro. La proiezione del nostro devastante egoismo individuale e collettivo. Per cambiare il mondo dobbiamo cambiare il mondo in cui ci rapportiamo con noi stessi, con gli altri e col mondo. Il modo in cui ci rapportiamo con la vita. Dobbiamo riscoprire chi siamo veramente ed interpretare il nostro fugace passaggio sul pianeta in modo più saggio e intelligente smettendola d’illuderci con futili miraggi materiali, guerre autolesionistiche e sterili vanità. Non solo una questione di idealismo o altruismo, ma anche di buon senso perché paradossalmente una vita libera dalle bizze del proprio ego è dannatamente più genuina, soddisfacente e quindi felice a prescindere dai traguardi che si raggiungono. Se i mali del mondo originano dentro di noi è stupido e folle cercare le soluzioni fuori. Fuori vi sono le conseguenze ma per cambiare paradigma bisogna sradicare le cause. Altrimenti continueremo ad abboccare a politicanti che salgono su qualche palco a parlare ma poi tradiscono e non cambia mai nulla. Altrimenti continueremo a lamentarci e scannarci tra noi senza renderci conto che siamo tutti parte del problema. Si tratta di compiere un nuovo passo evolutivo dell’umanità. Conquistata la sopravvivenza, l’essere umano deve conquistare una vera e sensata qualità della propria esistenza individuale e collettiva. Solo così, arginando la devastante ideologia egoistica salveremo noi stessi e il mondo intero dall’autodistruzione.