Tra gli emendamenti dei pentastellati la riduzione del costo dei tamponi a 5 euro per tutti i lavoratori

Stop all’obbligo di Green pass per chi lavora all’aperto o in modalità isolata, non sanzionabilità dei lavoratori per i quali la validità del certificato scada durante lo svolgimento della prestazione lavorativa e riduzione a 5 euro del costo dei tamponi per tutti i lavoratori. Sono alcuni degli emendamenti presentati dai senatori del M5S della commissione Lavoro di palazzo Madama al decreto istitutivo del Green pass per l’accesso ai luoghi di lavoro depositati al Senato.
“Queste proposte di modifica – affermano Iunio Valerio Romano, Nunzia Catalfo, Susy Matrisciano, Barbara Guidolin e Sergio Romagnoli – vanno incontro alle richieste del mondo del lavoro, che la politica ha il dovere di ascoltare e a cui abbiamo il dovere di fornire soluzioni. Pensiamo a chi lavora in agricoltura o alle partite Iva che, ad esempio, svolgono individualmente la propria prestazione lavorativa senza entrare in contatto con altri colleghi. E’ ancorata al principio della ragionevolezza, poi, la scelta di prevedere lo stop alle sanzioni per quei lavoratori, ai quali la validità del certificato scade durante lo svolgimento della prestazione, così da consentire loro di portarla a compimento in giornata senza essere allontanati dal proprio posto di lavoro, come avvenuto, ad esempio, nel mondo della scuola tra una lezione e l’altra ad alcuni insegnanti”.
“Con un altro emendamento – proseguono – poi, ci siamo fatti portatori di una proposta per abbattere ulteriormente il costo dei tamponi rapidi fissandone il costo a 5 euro per tutti, come annunciato nei giorni scorsi. Abbiamo il dovere di contemperare il diritto al lavoro e quello alla sicurezza. Siamo all’ultimo miglio di una campagna vaccinale senza precedenti, che nel nostro Paese procede spedita. Aiutare l’Italia a uscire dalla pandemia in un clima quanto più possibile sereno e tornare presto alla normalità deve essere la priorità”, concludono i senatori del MoVimento 5 Stelle.
Le urne vuote, la democrazia e la crisi M5S
(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Quando Matteo Salvini, suonato come un tamburo da uno storico cinque, sei, sette a zero, prova a consolarsi con il fatto che i sindaci del centrosinistra sono stati eletti dalla minoranza di una minoranza dice una cosa vera.
Però, dovrebbe nel contempo domandarsi dove diavolo sia finita la baldanzosa maggioranza della maggioranza di centrodestra di cui anche Giorgia Meloni menava vanto immaginando l’imminente presa di Palazzo Chigi.
Perché hai voglia ad accusare la stampa gaglioffa (Salvini), la “criminalizzazione della destra” (Meloni), il destino cinico e baro e l’invasione delle cavallette quando il tuo popolo preferisce andare al mare o ai giardinetti piuttosto che scomodarsi a votare per Enrico Michetti (Roma), o per Paolo Damilano (Torino).
Voti scomparsi perfino quelli su cui contava il candidato lumbard di Varese, battuto pure lui malgrado i ripetuti viaggi in città dell’ex capitano (o proprio per questo).
Sul boom dell’astensione dovrebbero seriamente riflettere anche tutti coloro – a cominciare dall’Informazione Unica dei Migliori – che da ieri sera girano per le tv versando calde lacrime sulla crisi della democrazia rappresentativa, e dove finiremo di questo passo signora mia.
Facendo finta di non ricordare la campagna di annientamento politico del M5S a cui si sono diligentemente applicati in questi anni.
Per esempio bombardando senza sosta le sindache Raggi e Appendino, trattate come abusive se non come nemiche assolute (sì, proprio due donne, come dimenticano le donne che ora si stracciano le vesti per l’assenza di donne sindaco).
La loro colpa?
Aver polarizzato sui loro nomi una speranza di cambiamento, giusta o sbagliata che fosse, di milioni di cittadini. Molti dei quali disorientati, disillusi e anche delusi nelle aspettative (vedi Roma) hanno preferito disertare le urne.
E così il tentativo di incanalare la protesta attraverso il Movimento nelle istituzioni è stato in larga parte vanificato. Come dimostrano le piazze di Trieste, Roma, Milano invase da un popolo disordinato, disorientato, disilluso e anche deluso che privo di un riferimento politico credibile si offre al primo squadrista che passa.
Bel risultato davvero.
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none. stop per tutti. Basta la misurazione della temperatura.
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E gli asintomatici? Stanno bene, non hanno febbre e diffondono il contagio.
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E i 5stelle pensano di smarcarsi dal PD con questa trovata?
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Mi sembrano “osservazioni” quelle del M5* sul green pass che avrebbe potuto fare un bambino di 5 anni.
Draghi ha “predisposto” un provvedimento da Stato sudamericano e perdipiu’ scritto coi piedi.
Ed in effetti solo noi, l’Arabia e qualche altro paese nel mondo hanno fatto cose analoghe…
Ora, timidamente, qualcuno si e’ accorto che i poveri farmacisti (che OGNI GIORNO solo di tamponi si mettono in tasca MIGLIAIA e MIGLIAIA di euro prendendoli dalle tasche anche di lavascale precari con contratto part-time) potrebbero fare tamponi a cifre ben piu’ contenute (15 euro prezzo calmierato? Non scherziamo…)…
Complimenti.
(non parlo di vaccinazione giusta o sbagliata… parlo del provvedimento. E di come e’ stato scritto. Dei costi per i lavoratori. E dei salti mortali che devono fare per trovare una farmacia che, anche a 10 km di distanza dall’ abitazione, abbia la possibilita’ di fare il tampone richiesto da questa legge astrusa…).
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Non temente, andrà Tutto Bene :
https://comedonchisciotte.org/e-appena-successo-un-pilota-vaccinato-muore-in-volo/
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Sei un nullatemente?
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“Stop all’obbligo di Green pass per chi lavora all’aperto o in modalità isolata”!!!
per quei miserabili farabutti traditori é bastato meno di trenta denari o un piatto di lenticchie per comprarli!
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Non temete , andrà TuTTo bene (?) …
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Caspita! Chi lavora da solo se la stava facendo sotto che il suo capo lo potesse controllare!!!
Allucinante
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