L’avvocato ora invoca spiegazioni proprio da quel ministro che Beppe Grillo aveva preteso e rivendicato. Il tecnico di cui il Movimento aveva pubblicato la foto a mo’ di santino assieme a quella degli altri Cinque Stelle di governo, appena nato l’esecutivo di Mario Draghi: come a dire che Roberto Cingolani, il ministro della neonata Transizione […]

(pressreader.com) – di Luca De Carolis – Il Fatto Quotidiano – L’avvocato ora invoca spiegazioni proprio da quel ministro che Beppe Grillo aveva preteso e rivendicato. Il tecnico di cui il Movimento aveva pubblicato la foto a mo’ di santino assieme a quella degli altri Cinque Stelle di governo, appena nato l’esecutivo di Mario Draghi: come a dire che Roberto Cingolani, il ministro della neonata Transizione ecologica, era roba loro. Ma la realtà è giudice inflessibile, e racconta che Cingolani segue la sua rotta, sempre più opposta a quella del Movimento. Fino a inveire due giorni fa contro “gli ambientalisti radical chic” e a celebrare il nucleare di nuova generazione. il tutto in collegamento con la scuola di politica di Italia Viva, a Ponte di Legno. Troppo per il leader del M5S Giuseppe Conte, che ieri ha chiamato Cingolani per fissare un incontro: “Dobbiamo parlare, vederci, sono usciti dei messaggi sbagliati”. E il ministro non ha fatto una piega: “Certo, non c’è problema”. Si vedranno il 14 settembre, i due, per parlare delle frasi come sassi di Cingolani: “Il mondo è pieno di ambientalisti radical chic e di ambientalisti oltranzisti; sono peggio della catastrofe climatica”.

Anatema seguito da parole – e non è la prima volta – a favore del nucleare: “Si stanno affacciando tecnologie di quarta generazione, e ci sono Paesi che stanno investendo su questa tecnologia, prossima a essere matura. Se a un certo momento si verifica che i chili di rifiuto radioattivo sono pochissimi, la sicurezza elevata e il costo basso è da folli non considerare questa tecnologia”. E non erano provocazioni, ma cose che Cingolani pensa per davvero. Perfette per il padrone di casa dell’evento lombardo, Matteo Renzi, che il ministro lo frequenta da anni e che ha gradito, moltissimo. Chi non ha gradito per nulla sono i 5Stelle, che da mesi leggono e ascoltano dichiarazioni del ministro antitetiche alla loro linea. Anche per questo, nelle scorse ore a Conte e allo staff sono arrivate le proteste di diversi parlamentari e soprattutto di molti attivisti. Tali da convincere l’avvocato a fissare un incontro con il ministro. Con calma però, cioè da qui a una decina di giorni. “Ci vedremo per un chiarimento sui progetti e sulle politiche per l’ambiente e la transizione ecologica, anche alla luce delle recenti dichiarazioni pronunciate da Cingolani a un evento di Italia Viva” ha poi fatto sobriamente sapere l’ex premier. Mentre da ambienti a lui vicini sostengono: “Avevamo solo due alternative, infuriarci o cercare un confronto”. Si cercherà la seconda strada. E chissà se e quanto c’entra il legame forte, ancora, tra il ministro e Grillo. “Si sentono regolarmente, hanno avuto colloqui anche ad agosto” dicono fonti incrociate. Anche se sono successe tante cose in questi mesi. A marzo, di fronte ai parlamentari, l’artista aveva celebrato Cingolani come “il supremo”. Ma tre mesi dopo, sempre davanti agli eletti, aveva ammesso: “Se continua così sarà un bagno di sangue”.

Impossibile non riconoscere che su nucleare, trivelle e inceneritori il ministro parla una lingua diversa. Però il fisico e il Garante hanno continuato a sentirsi. Quanto auspicato proprio da Draghi, dicono, che a Cingolani – ministro di sua strettissima fiducia – aveva chiesto di coltivare il rapporto con Grillo, il comico che aveva posto la nascita del ministero della Transizione come condicio sine qua non per dire sì all’esecutivo dell’ex presidente della Bce. D’altronde anche Draghi, come raccontato più volte dal Fatto, aveva sbloccato la trattativa per formare il governo con una telefonata al Garante. E sempre a Grillo si era rivolto per convincere i ministri del M5S a votare sì in Cdm alla riforma Cartabia. Così tutto torna, nell’affare Cingolani. In cui Conte è entrato anche per ribadire che ora a guidare è lui. Oggi l’ex premier presenterà assieme a Virginia Raggi le liste del M5S a Roma, a San Basilio. E a breve partirà per un tour in molti dei Comuni che vanno al voto. Si concentrerà su questo, e infatti la segreteria e il nuovo organigramma scivoleranno a dopo le amministrative. Ma nel frattempo dovrà parlare con Cingolani. Il ministro voluto da Grillo, che non è Conte.