(Tommaso Merlo) – I devoti di San Giuseppe Conte sono certi che grazie alle sue qualità salvifiche l’Italia risorgerà. Grazie alla sua ferma leadership, grazie alla sua visione lungimirante e al suo carisma innato si risolveranno miracolosamente tutti i problemi che affliggono la nostra vita e quella del paese intero. E così sia. Amen. San Giuseppe Conte lassù, i suoi discepoli comodamente seduti in parlamento a schiacciar bottoni e i suoi fedeli sui divani di casa a schiacciar tastiere. Tutti col compito di venerare il Santo, di proteggerlo dai miscredenti ma anche col compito di sputacchiare sui santi altrui. La lista dei Santi che sono apparsi nel firmamento politico nostrano non si contano, eppure la qualità della nostra democrazia è tra le peggiori d’Occidente e da decenni siamo in fondo a tutte le classifiche europee e del tutto incapaci di risolvere gli enormi problemi di fondo che ci affliggono. Qualcosa non torna. O sono i santi nostrani ad essere tutti dei bidoni, oppure è la democrazia a non funzionare così. Da noi si vive in una perenne Guerra Santa con botte da orbi tra discepoli e fedeli contrapposti e poi non cambia mai una beata mazza di nulla. Con una breve eccezione. Gli unici che han cambiato qualcosina negli ultimi decenni in Italia, sono stati quella manica di eretici del Movimento. E se ci sono riusciti è proprio perché non avevano nessun santo da venerare, ma una lista di cose da fare in mano. Avevano fede giusto nelle proprie idee e nel proprio ruolo di cittadini. Cittadini e non politicanti in carriera che invece di starsene seduti sul divano ad adorare chissà chi, si sono rimboccati le maniche e sono andati a realizzare i loro sogni. Non utopia ma storia recente anche se sembra roba biblica. Già, perché nel frattempo quegli eretici sono usciti dalle catacombe dei palazzi romani e son saliti ai piani alti, si son dati una bella ripulita e una calmata e a furia di frequentare scribi e farisei si son fatti convertire ed oggi celebrano gli stessi riti e le stesse liturgie della malconcia partitocrazia nostrana. Perdendo così senso e vigore politico fino all’apoteosi dell’apparizione di San Giuseppe Conte e il tentativo di tramutare il Movimento in partito nella speranza della moltiplicazione dei seggi e dei voti. E così sia. Amen. San Giuseppe Conte lassù e i suoi discepoli comodamente seduti in parlamento a schiacciar bottoni e i suoi fedeli sui divani di casa a schiacciar tastiere. Col risultato che la nostra democrazia è tra le peggiori d’Occidente. Qualcosa non torna. O sono i santi nostrani ad essere tutti dei gran bidoni, oppure è la democrazia a non funzionare affatto così. I santi e i loro discepoli così come gli scribi e i farisei che sguazzano nei templi del potere, non hanno nessun interesse che cambino davvero le cose e al contrario difendono la loro posizione privilegiata. Non hanno il coraggio, non hanno la forza, non hanno l’interesse al vero cambiamento al di là di quello che predicano in campagna elettorale. Politicanti, burocrati, lobby e stampa al seguito tutti impegnati ad alimentare una rissa permanente tra fedeli che serve solo a distrarli dalla realtà ed illuderli che con la vittoria del proprio santo tutto cambierà. Ma in democrazia le cose cambiano solo se i cittadini la smettono di credere e venerare chissà chi e si assumono la responsabilità del proprio ruolo. Solo se i cittadini si rimboccano le maniche per realizzare i propri sogni. Non utopia, ma storia recente anche se sembra roba biblica. San Giuseppe Conte è solo l’ultimo di una lista infinita di santi e come tale gode di fedeli particolarmente entusiasti e devoti, ma è destinato col tempo a seguire la stessa triste parabola dagli altri e l’Italia a rimanere la peggiore democrazia d’Occidente se i cittadini non riscopriranno il proprio essenziale ruolo democratico. Amen.