
(Andrea Zhok) – Che cos’è un sindacato? A quanto ricordo, si tratta di un organismo con una funzione precisa, ovvero la tutela degli interessi dei lavoratori in un rapporto di interessi conflittuali con i datori di lavoro. In questo specifico rapporto il sindacato ha mezzi atti ad operare con efficacia, nelle forme dell’agitazione e dello sciopero. Curiosamente da un po’ di anni – in perfetto parallelismo con la metamorfosi liberale delle sinistre – le maggiori confederazioni sindacali hanno una predilezione ad esprimersi su grandi questioni di visione del mondo: giudizi etici, prese di posizione in politica estera, prediche sui costumi sociali, ecc.
Ricordo qualche tempo fa uno sciopero nazionale di 24 ore per “ribadire il rifiuto della violenza di genere in tutte le sue forme: oppressione, sfruttamento, sessismo, razzismo, omo e transfobia.
“Ieri invece la CGIL, a tutt’oggi il maggior sindacato italiano, ha ritenuto indispensabile contestare i risultati delle elezioni in Iran (non la legittimità delle elezioni, proprio il risultato delle elezioni.)Ora, se non fossimo in un paese con una disoccupazione sopra il 10%, 5 milioni e mezzo di cittadini sotto la soglia di povertà assoluta e con situazioni di guerriglia civile in settori come la logistica, beh, ci sarebbe da sorridere. Così come viene da sorridere sentendo il TG che deplora la devastazione dell’economia iraniana, internazionalmente isolata, dove “chi può se ne va all’estero, con una disoccupazione giovanile al 23%”, curiosamente dimenticando che la nostra di disoccupazione giovanile è al 33% e che l’estero lo abbiamo già saturato negli ultimi anni (a colpi di 180.000 cancellazioni anagrafiche all’anno).Ecco tutte queste cose sarebbero botte di umorismo, magari involontario, se potessimo permetterci di ridere.
Invece il problema è che queste dislocazioni delle priorità – micidialmente coerenti da decenni – sono l’indice di un movimento culturale e politico ben preciso, un movimento che culturalmente si può chiamare ‘sovrastrutturalismo’, e che politicamente segnala la resa senza condizioni della politica alle ragioni del capitale. Si sceglie consapevolmente di occuparsi di temi vasti, vaghi e simbolici, su cui non si hanno né gli strumenti pratici per modificare nulla, né gli strumenti culturali per capirci alcunché. Quest’apparente assurdità, tuttavia una funzione la ricopre.
Con ciò si fa ammuina, si dà un’impressione di attivismo e solerzia, e si dà l’impressione di “aver portato a casa qualcosa”: “Certo salari e ritmi di lavoro sono sempre la stessa merda, però agli Ayatollah gliele abbiamo cantate.”
Categorie:Cronaca, Editoriali, Interno, Politica, Sindacati
Forse che il sindacato ha vietato ai giornalisti del Fatto Quotidiano con Travaglio in testa di poter continuare a scrivere su infosannio.it? Una grave perdita……Aspettiamo spiegazioni Cordiali saluti
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UN FIORINO!
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Ciao Fesso, adesso vado a lavorare (io), tu puoi tornare dopo l’una.
Cia’….
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la vedo più come una da duna che da fiorino
una duna azzurro carta da zucchero
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E’ esattamente così: tutti, ma proprio tutti, si affannano nei confronti dei diritti a costo zero. Riguardo quelli che riempiono la pancia a milioni di individui ma “costano” , ormai da decenni non pervengono più. Il sindacato è un posticino caldo, con zero impegno e se si fa un po’ di carriera un lauto stipendio, ottima buonuscita e un ingresso in politica assicurato.
Le priorità?
Diritti di “genere”, Patrik Zaki, bullismo, immigrati ( a meno che non siano lavoratori: in quel caso abbandonati come tutti gli altri), ecc….
Per quanto riguarda gli stipendi, l’ orario di lavoro, il mobbing, il demensionamentoi, per non parlare del lavoro nero e l’ evasione fiscale, solo saltuarie chiacchiere e infiniti teatrini di finte arrabbiature in TV: sono tutti ottimi attori.
Risultati meno di zero.
Molto meno di zero.
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Concordo con l’autore dell’articolo.
I sindacati riescono nella difficile arte di danneggiare le imprese senza agevolare i lavoratori.
Dopo l’esperienza sindacale i sindacatocratici entrano in qualche baraccone pubblico, diventando funzionari del comune, della regione, di qualche inutile ente del cazzo utile solo ad garantirgli un buono stipendio coi soldi nostri.
Penalizzano le piccole imprese perché faticano a sindacalizzarle (niente tessere).
Sono contrari al reddito minimo perché non vogliono rinunciare al loro potere di mediazione, e per avere sempre le mani in pasta se ne fregano che esistano contratti legali a 3€/l’ora. Ed hanno abolito i voucher che almeno 7,5 € puliti li garantivano al lavoratore. E li hanno voluti abolire solo dopo che si è saputo quanto la CGIL ne abusasse.
Schifosi, sono oramai organizzazioni dannose per la società.
Servono altri strumenti per tutelare il lavoro, in primis le LEGGI DELLO STATO.
La mediazione dei sindacati serve solo ai sindacati.
La sindacratocrazia è una mafia.
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I sindacati e i sindacalisti debbono oramai accettare di essere organici di confindustria! Hanno stipendi da manager e pensioni da nababbi! Abolite i sindacalisti , sono oramai una feccia! Trovate rappresentanti non politicizzati, tanto il lavoro non c è più!
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I sindacati e i sindacalisti debbono oramai accettare di essere organici di confindustria! Hanno stipendi da manager e pensioni da nababbi! Abolite i sindacalisti , sono oramai una feccia! Trovate rappresentanti non politicizzati, tanto il lavoro non c è più!
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Ot
Ma mi faccia il piacere – MARCO TRAVAGLIO- IFQ- 21 giugno 2021
Cosa ci mettono. “Sì al mix di vaccini. Draghi ci mette il braccio” (Libero, 19.6). “Quella decisione di offrire il corpo” (Repubblica, 19.6). Loro invece offrono la lingua. E meno male che i vaccini non si fanno sul gluteo.
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Minzolingua. “Travaglio… patacca del giornalismo… si diletta a leggere il casellario giudiziario tranne il lungo capitolo dedicato a lui alla voce ‘diffamazione’” (Augusto Minzolini, neodirettore del fu Giornale, 16.6). Il mio lungo capitolo consta di una multa di 1000 euro per aver diffamato Previti (reato tecnicamente impossibile). Il suo, oltre alle diffamazioni e a un abuso d’ufficio prescritto, consta di una condanna a 2 anni e mezzo per peculato per aver derubato la Rai di 65 mila euro di spese ingiustificate in 18 mesi. Peculate, peculate, qualcosa resterà.
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Povera stella. “Da due anni Cesare Battisti è detenuto in regime di alta sorveglianza, di fatto in isolamento… Lo Stato italiano non sembra avere per Battisti un’urgenza di giustizia bensì un’urgenza di vendetta. Nulla giustifica l’alta sorveglianza per un uomo quasi settantenne condannato all’ergastolo per omicidi commessi più di quarant’anni fa” (Mattia Feltri, Stampa, 18.6). È solo un pluriassassino sfuggito alla giustizia per 36 anni: perché mai sorvegliarlo?
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Slurp. “Mario Draghi. Il ritorno del Cavaliere Bianco” (titolo del libro di Roberto Napoletano). “Draghi, il tecno-politico che può cambiare tutto. Per il suo ‘realismo realizzatore’ l’autore accosta la figura del premier a quella di De Gasperi. ‘L’ex presidente Bce è un ammaliatore, in dieci minuti può sfilare i calzini a chiunque senza togliergli le scarpe’” (Messaggero, 17.6). Un po’ come quei giornalisti che riescono a leccarti il culo senza toglierti le mutande.
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Slurp al quadrato. “C’è ancora un Cavaliere nel destino dell’Italia… Un nuovo De Gasperi?… L’esperienza del governo Draghi potrebbe davvero segnare un nuovo Rinascimento per la Politica italiana” (Renato Farina, Libero, 18.6). Betulla lecca Napoletano che lecca Draghi: cercasi volontario che lecchi Betulla.
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Stampa di destra. “Virus, spie e vaccini. Un’operazione di intelligence. Non per spiare le basi Nato ma per ottenere tutti i segreti sul Covid e sul modo di contrastarlo. Ecco come la missione ‘Dalla Russia con Amore’ ha permesso al Cremlino di difendersi dal virus e realizzare di corsa Sputnik-V. Ingannando il governo italiano” (Repubblica.it, 17.6) “I russi hanno capito come fermare il Covid studiando Bergamo. Com’è nato lo Sputnik V” (Libero, 18.6). “‘Repubblica’ spara a zero su Conte: ‘Favorì Putin, ora indaghi il Copasir’” (Giornale, 18.6), Uahahahahahah.
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Trova le differenze. “Giù la mascherina” (Giornale, apertura di prima pagina, 18.6). “Stop mascherine all’aperto” (Repubblica, apertura di prima pagina, 18.6). Finalmente è rinata “La Padania”.
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Il Grillo (non) parlante. “M5S, Grillo pone il veto sul doppio mandato. Per Conte strada in salita sul nuovo statuto” (Repubblica, 9.6). “Pechino fa litigare Grillo e Conte: ‘Giuseppe si sta allargando’” (Foglio, 17.6). “Sfida finale tra Conte e Beppe per prendersi i 5S” (Giornale, 17.6), “Lo statuto di Conte emargina Grillo: non deciderà la linea. Rabbia del comico, che dice di non essere disposto a un ruolo fantasma” (Stampa, 18.6). “Conte fa fuori Grillo (che è furioso)” (Libero, 18.6). “Guerra aperta Conte-Grillo” (Giornale, 19.6). “M5S, alt di Grillo a Conte: ‘Non voglio una mini-Dc. Mi vuoi esautorare? Non permetterti, sai…’” (Messaggero, 19.6). “Statuto, Grillo deluso da Conte”, “Cina e statuto, Grillo contro Conte” (Repubblica, 19.6). Accipicchia quante cose dice Grillo da quando ha smesso di parlare.
Radicali liberi. “Per riformare la giustizia ci vuole uno come Salvini. Il leghista è coerente… Avevo Padellaro del Fatto e la Lezzi ex M5S con gli occhi sbarrati, come se avessi detto bestialità” (Gaia Tortora, vicedirettrice Tg La7, Libero, 14.6). Già, proprio come se.
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Next Rigeneration. “Sono rigenerato, ho ritrovato il sorriso. Berlusconi mi ha telefonato l’altra sera per darmi il benvenuto” (Marcello De Vito, presidente Consiglio comunale di Roma, ex M5S ora FI, Foglio, 18.6). Nel club degli imputati. Sono soddisfazioni.
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Il titolo della settimana/1. “Draghi, arriva il plauso del Financial Times” (Claudia Fusani, un’intera pagina del Riformista, 18.6). Ma tu pensa.
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Il titolo della settimana/2. “La libertà di licenziare non sarà un catastrofe” (Foglio, 14.6). Per chi licenzia, no di sicuro.
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Il titolo della settimana/3. “L’India chiude il caso dei Marò. Le mogli: ‘Carne da macell’’” (Giornale, 16.6). I due pescatori indiani, ovviamente.
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Il titolo della settimana/4. “Uccide anziano e due bimbi senza motivo” (Libero, 14.6). Strano, di solito hai sempre un sacco di validi motivi se uccidi un anziano e due bimbi.
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L’articolo è interessante. Credo però che, fra i sindacati, bisognerebbe riconoscere il merito ai COBAS di essersi schierati a Novara con i lavoratori italiani e marocchini della logistica, dove è accaduto il terribile incidente, e tempo fa a Prato, dove lavoratori italiani e pachistani vengono sfruttati da imprenditori cinesi. I confederali arrivao sempre tardi …e, come si rileva dai commenti, sono oggetto di critiche.
Stupisce che certi giornali di sinistra -vedi il FQ- non affrontino certe tematiche relative a lavoratori di ogni razza e colore che combattono INSIEME per i loro diritti. Questo è l’aspetto migliore dell’integrazione in Italia e mi pare che nessuno della cosiddetta sinistra ne sottolinei l’importanza. Nessuno vuole distinguere fra immigrati che vivono di carità e immigrati che lavorano, pur con mille difficoltà. Lo stesso vale per gli italiani: il reddito di cittadinanza non può che essere una soluzione transitoria, cui deve seguire il LAVORO.
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Purtroppo funziona così: da noi i sindacati sono tutti legati ai partiti, e da sempre. Quindi i loro “capi” devono essere “graditi” ai partiti, e rispecchiare la politica di chi li ha “nominati”. Quindi non daranno mai fastidio al processo di globalizzazione liberista e selvaggia che è da tempo in atto e che fa comodo a Ds e Sn. Solo parole al vento.
Tutto si spiega.
Peccato.
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Certo, l’ultraliberismo, avete trovato il fantoccio contro cui scagliarsi.
Il capro espiatorio di tutte le porcate italiane, che non sono liberiste o comuniste, sono semplicemente LADRE!
Per le piccole imprese:
– le tasse sono altissime
– i contributo altissimi
– gli adempimenti numerosissimi
– una burocrazia inefficiente, spesso inutile, farraginosa ed interpretabile.
– una PA arrogante, che nega diritti anziché garantirlo (potrei fare un centinaio di esempi).
Superi il Reddito di Cittadinanza ed il tuo imponibile vede trattenute intorno al 50%.
Dove sta l’ultraliberismo?
Sapete almeno cos’è l’ultraliberismo quando lo citate?
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Cosa mangerebbero gli ultraliberisti se i “poco liberisti” non pagassero tutte le tasse?
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Le tasse sono altissime per chi le paga.
Attenzione, anche parrucchieri e estetiste con la scusa del Covid stanno continuando ad andare di casa in casa o hanno attrezzato la tavernetta
a negozio. Chi controlla?
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