(Maria Egizia Fiaschetti – il Corriere della Sera) – Sarà Enrico Michetti, 55 anni, il «Mr. Wolf» proposto da Giorgia Meloni, il candidato sinaco di centrodestra a Roma. Avvocato con studio nel quartiere Prati, è conosciuto come fondatore della Gazzetta amministrativa e «tribuno» radiofonico per un’ emittente locale. Docente a contratto di Diritto pubblico all’ università di Cassino, i suoi collaboratori sono abituati a chiamarlo «professore».
Dopo mesi di stallo, la coalizione ha deciso di sostenerla nella corsa al Campidoglio: come si sente?
«Oggi (ieri, ndr ) è stata una giornata memorabile, per un cittadino romano potersi cimentare in una sfida di tale portata è straordinario. Mi riempie di gioia sapere che il mio nome è stato scelto da una coalizione ampia, che ha dialogato con grande civiltà: ringrazio tutto il centrodestra e spero di ripagare la fiducia garantendo a Roma, se verrò eletto, la buona amministrazione».
Più di qualcuno era scettico sulla sua candidatura ritenendola un personaggio poco conosciuto.
«Tutti i dubbi sono assolutamente legittimi, l’ idea era trovare il candidato migliore ed è importante che si siano confutati aspetti anche marginali, lo si fa nell’ interesse collettivo».
I suoi principali competitor sono già operativi, da dove partirà la sua campagna elettorale?
«Ho comprato un buon paio di scarpe, girerò tutta Roma, lo faccio ritualmente, per incontrare le persone. Credo che la prima tappa verrà concordata insieme con la coalizione. Ognuno è importante: le categorie, i dipendenti pubblici che sono in numero rilevante e vanno visti senza pregiudizi. Nei primi cento giorni adotterei, nei limiti delle nostre competenze, misure per favorire le categorie produttive più colpite dalla crisi e migliorare la qualità della vita nelle aree più degradate».
Da civico non teme, una volta eletto, di essere schiacciato dai partiti?
«I partiti sono fondamentali, sono l’ espressione della classe dirigente un po’ come la cartilagine per il ginocchio… Abbiamo dei grandi profili che vanno valorizzati in un contesto progettuale armonico, troveremo le persone migliori».
Vittorio Sgarbi si è già proposto come assessore alla Cultura.
«Sgarbi ha un profilo altissimo e il mio ruolo sarà di servizio, non di comando. Voglio essere di supporto ai miei assessori e alle loro idee nel raggiungimento degli obiettivi che ci daremo».
Nel ticket con Simonetta Matone, sua vice, vede una manovra per ridimensionare il suo ruolo?
«Al contrario dovremmo esaltare la sua straordinaria competenza nei servizi sociali e nella sicurezza».
La sua investitura coincide con una doppia emergenza per Roma, i rifiuti e gli allagamenti: quali soluzioni ha in mente?
«Per risolvere il problema dei rifiuti Roma deve dotarsi di impianti innovativi con il minore impatto possibile, oltre a promuovere una raccolta differenziata spinta e una cultura ambientale che punti sul riciclo e il riuso. Riguardo agli allagamenti, servono infrastrutture adeguate dall’ ammodernamento della rete fognaria ai depuratori, alle vasche di esondazione».
Il suo sogno da futuro amministratore della Capitale?
«Basta pensare a come vedevano Roma i grandi Cesari e i papi: non avrebbero mai costruito le piramidi perché non erano di pubblica utilità, costruivano ponti, strade, acquedotti, anfiteatri per il benessere dei cittadini. Penso, tra gli altri, a una variante generale del piano regolatore dove inserire una città della pubblica amministrazione con il front office di tutti i dicasteri più importanti, per evitare che i cittadini facciano il giro delle sette chiese».
Si è pentito della frase sul saluto «igienico»?
«C’ è il video. Mi hanno chiesto di spiegare l’ origine del saluto romano e ho detto che era con la mano aperta in segno di pace, senza alcuna connotazione rievocativa».
E la campagna vaccinale paragonata al doping di massa dei Paesi del Patto di Varsavia?
«Consapevolmente mi sono vaccinato, come tutta la mia famiglia, ma nel massimo rispetto di chi la pensa in modo diverso».
Iniziano a pompare il candidato del centromerda. Tutto pur di riconsegnare Roma alle cosche politiche che l’hanno indebitata fino al collo.
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Ave o Minchietti
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Certo che Gasparri c’avrebbe fatto ride de piu’… proprio un peccato…
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Ma che Sor Gasparri l’hanno già accoppato?
Nun so perché ma ‘ste candidature io me le immagino tipo:
“Allora vai tu? – Io? – E perché nun Lui? – Lui? Ma semo seri! – Allora chiamiamo l’artro, come se chiama? – Mortacci Tizio nun responde ar telefono! – Che ne dite di Caio? – È malato, dice che c’ha male a la pancia. – Ce sarebbe Sempronio, che ne dite? – Nun vole! Te l’abbiamo già detto 10 volte! – E allora. Hei tu, si tu co’ scopìno, come te chiami? Nun importa! Esci da ‘sta stanza e sorridi!”. Paff
Poi je fermano la porta dietro, quello se gira e c’ha tutti li giornalisti che je chiedono: ” È Lei er novo candidato pe’ Roma?”.
E l’artri: “E anche oggi c’avemo messo ‘na pezza. Che giornataccia!”.
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Caput Mundi o Caput Mortuum, Tertium non datur
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Mi rallegra il fatto che esista una persona che si chiama Maria Egizia Fiaschetti.
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mi par di sentire la pesciarola, vai avanti tu che me vien da ride, sequestra tutta la coltelleria dell urbe, Giulio Cesare non ti ricorda qualcosa? Non è coraggio il tuo, ma solo inconsapevolezza, mica c’hai du metri de torace, da Carosello che fu
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CHe famo lo ricoveriamo ?
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I soliti aMichetti, mediocri figuri con la vocazione a delinquere istituzionalmente, scuola berlusconiana, o giu’ di li.
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Dalle mie parti (lontano da Roma) si direbbe..Michetti, ma dove vai? Pappa, buffa..e bai a cagai! Decideranno i romani.
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