(di Giacomo Salvini – Il Fatto Quotidiano) – Nessuna intenzione di andare allo scontro con la Lega e quindi no alla revoca delle deleghe al sottosegretario all’Economia Claudio Durigon.

Mario Draghi, nel suo primo question time alla Camera, ha deciso di glissare sul caso che riguarda il leghista che, come documentato da Fanpage.it, era stato ripreso a parlare dell’inchiesta sui 49 milioni della Lega dicendo: “Quello che indaga della Guardia di Finanza… il Generale… lo abbiamo messo noi”. Ma di fronte all’interrogazione degli ex grillini di “L’Alternativa c’è” a prima firma Andrea Colletti in cui si chiedevano le dimissioni di Durigon, il premier non ha mai citato questa possibilità e spiegato che delle indagini si sono occupati “ufficiali con il grado di colonnello” e “nessun ufficiale generale”. Poi ha detto che il 29 aprile scorso “la Procura di Milano ha confermato piena fiducia ai militari della Guardia di Finanza, evidenziandone la professionalità, il rigore e la tempestività negli accertamenti loro delegati”.

Nella sua risposta all’interrogazione, il premier non ha mai fatto riferimento alla Lega. D’altronde Durigon è un fedelissimo di Salvini e un portatore di voti in Lazio tant’è che, almeno fino all’inchiesta, il suo era il nome in pole per correre da candidato governatore del centrodestra nel 2023.E quindi il premier non può permettersi di aprire una frattura nella maggioranza. L’intervento di Draghi però non è piaciuto a Colletti che gli ha risposto duramente accusandolo di “complicità”: “In quale Paese civile un sottosegretario rimarrebbe al suo posto nonostante quello che è successo?” ha chiesto l’ex M5S. Ora resta in piedi la mozione del M5S sulla revoca dell’incarico a Durigon ma non è ancora stata calendarizzata e difficilmente lo sarà nel breve periodo: la maggioranza si spaccherebbe.