(Bartolomeo Prinzivalli)·- A volte fatico davvero a capire cosa spinga a sbilanciarsi in dichiarazioni politiche tipo “Virginia non si tocca” o roba del genere. E se poi non venisse candidata, che fareste? Vi buttereste per terra frignando come marmocchi? Ingoiereste l’ennesimo rospo inventando delle scuse o, peggio, ripetendo a pappagallo quelle che altri confezionerebbero per voi? Sarebbe una discreta figura di merda gratuita in entrambi i casi, ma un minimo di amor proprio vi è rimasto?

Vedete, forse non vi è chiaro che non avete più a che fare con una forza politica indipendente i cui unici problemi consistono nei conflitti interni fra varie anime (correnti) o nell’ambizione dei singoli, ma da ora bisogna ragionare in termini di coalizione, per cui si deve tener conto dei veti e delle necessità degli alleati. Fra gentiluomini o persone perbene trovare la quadra tramite un’equa ripartizione sarebbe semplice, in politica invece esiste sempre la parte più scaltra capace di strappare l’accordo più vantaggioso grazie all’esperienza maturata in decadi d’intrallazzi, quindi sbilanciarsi adesso equivale a darsi dei coglioni da soli. Poi l’apoteosi si raggiunge con quelli di “l’ha detto Luigi.” Ma Luigi chi? Luigi “mai con Berlusconi”? Luigi “mai col Pd”? Luigi “o Conte o voto”? Oppure Luigi “la regola dei due mandati non si tocca, né oggi né mai”?

No, perché se l’ha detto uno di questi Luigi qua io tanto tranquillo non starei mica.

A parte gli scherzi, dovete imparare che quelle sono solo dichiarazioni politiche, simili ai rilanci nelle partite a poker, dalla stessa validità delle promesse di iniziare una dieta la settimana successiva, vista l’innumerevole mole di variabili da qui alla presentazione delle liste. Lo so, fa schifo, ma è così che funziona la “vecchia” politica, quella che una volta si intendeva superare, ricordate?

E poi siete sicuri sia la scelta migliore? Già Roma è difficilissima da amministrare con una giunta monocolore, pensare di farlo con diversi innesti piddini, gli stessi che l’hanno dileggiata in ogni modo, diventerebbe un supplizio che non augurerei a Virginia per la stima personale nutrita nei suoi confronti. Ma è così che funziona secondo la teoria imperante del meno peggio, quella per cui al confronto col nero più impenetrabile ci sono un’infinità di tonalità di grigio fra le quali sguazzare convinti comunque di averla sfangata, in un modo o nell’altro.

Quindi consiglierei di evitare puerili semiultimatum, aspettare le scelte dei vertici di cui vi fidate e di farvele piacere una volta pervenute, con o senza votazioni-ratifiche ormai marchio di fabbrica.

Ah, a proposito di votazioni: perché questa smania di disiscriversi in massa da Rousseau? Si potrebbe adottare la strategia geniale di incidere dall’interno.

O no?