(di Giacomo Salvini – Il Fatto Quotidiano) – Finito Sanremo, da domani i vertici della Rai dovranno iniziare a pensare al loro futuro: entro maggio va approvato il Bilancio 2020, ma poi l’amministratore delegato Fabrizio Salvini e il presidente Vittorio Foa dovranno fare gli scatoloni. Niente proroghe, nemmeno fino alla fine dell’emergenza pandemica, come hanno chiesto i partiti di maggioranza. E allora, nel risiko delle 500 nomine che il governo Draghi dovrà fare in primavera, c’è anche la televisione pubblica. Dossier che scotta e su cui, da sempre, si scatenano gli appetiti dei partiti. Al momento, Draghi e il ministro dell’Economia, Daniele Franco, hanno affidato a Giancarlo Giorgetti il dossier: il ministro leghista è stato incaricato di fare una fotografia sullo stato della Rai e muoversi a livello politico per il rinnovo dei vertici.

E così si è messa in moto la ragnatela di relazioni del vicesegretario della Lega che, insieme a Dario Franceschini e Gianni Letta, sta provando a trovare la quadra. I dem vorrebbero piazzare uno tra Paolo Del Brocco (ad di Rai Cinema) o Tinny Andreatta (ex Rai Fiction) al posto di Salini come Ad, mentre per la presidenza anche Matteo Salvini si è convinto che Foa deve lasciare. Per prendere il suo posto circolano tanti nomi ma Giorgetti e Letta spingono per far tornare in Rai l’ex direttore generale ai tempi del governo Berlusconi Mauro Masi. Sarebbe un nome gradito anche a Salvini per arginare Giorgia Meloni che da tempo ambisce a quella poltrona per Giampaolo Rossi. E così Masi potrebbe essere la carta giusta: Giorgetti e Letta sanno che l’ex dg conosce ogni angolo di viale Mazzini. Masi, 79 anni, è stato da poco riconfermato al quarto mandato al vertice di Consap, la società partecipata dal Mef che fa l’assicuratore pubblico ma è cosa nota che l’ex dg ambisca a una poltrona più importante. Tant’è che ieri su Italia Oggi ha firmato una sorta di manifesto sulla sua concezione di “servizio pubblico”. Il suo curriculum però non piacerà al M5S che si era già espresso contro la sua riconferma in Consap per una condanna per danno erariale della Corte dei Conti, confermata dalla Cassazione, per le dimissioni di due direttori: Masi ha risarcito la Rai con 100 mila euro.

Della carriere di Masi si ricorda la sua telefonata del 2011 ad Annozero per dissociarsi da Michele Santoro ma anche per le intercettazioni del Trani-gate in cui Berlusconi chiedeva a Masi e Giancarlo Innocenzi (Agcom) di “chiudere Santoro”. Per non parlare delle intercettazioni dello scandalo P4 tra lui e il faccendiere Bisignani in cui i due parlavano di programmi Rai. Storica una frase di Masi a Bisignani: “Se io metto Cicciolina che fa le p… a un toro la sera faccio il 30%…”.