(Veronica Di Benedetto Montaccini – tpi.it) – L’ex premier Giuseppe Conte darà a breve una risposta a Beppe Grillo sulla sua disponibilità a prendere la guida del Movimento Cinque Stelle. Il ruolo che il garante avrebbe previsto per Conte è di capo politico, in pratica “un segretario” sopra al neonato direttorio a cinque. L’obiettivo è di riuscire a limitare i danni dell’implosione interna al movimento (che sta avvenendo sia per la scissione dei deputati e senatori non d’accordo con il governo Draghi, sia per i delusi delle nomine dei Sottosegretari).

Cosa pensa Di Maio

Anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio conferma questa versione e per il momento si tira fuori da un eventuale Direttorio perché prima di tutto “dobbiamo vedere quale sarà la governance del Movimento in base a quello che farà Giuseppe Conte”. Se l’ex presidente del Consiglio sarà in campo “non si può immaginare che sia uno dei cinque che debba mettere d’accordo gli altri quattro…”.

“Il M5s è cresciuto e maturato – ha detto il titolare della Farnesina – questo governo rappresenta il punto di arrivo di un’evoluzione in cui i 5 stelle mantengono i propri valori, ma scelgono di essere finalmente e completamente una forza moderata, liberale, attenta alle imprese, ai diritti, e che incentra la sua missione sull’ecologia.  Questa evoluzione si può completare con l’ingresso di Conte. L’ex premier, che ha rappresentato questi valori, metta la parola fine alle nostre ambiguità e ai nostri bizantinismi”.

Il conclave sulla leadership

Non è stato solo Grillo a fare pressing sull’”avvocato del popolo”, ci hanno pensato anche personalità che vanno dal presidente della Camera Roberto Fico, fino agli ex fedelissimi rimasti fuori dal nuovo governo come Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro. E dovrebbe esserci anche un incontro chiarificatore domenica a Bibbona, nella villa al mare di Grillo, come quello che diede vita all’alleanza con il Pd e Leu nell’estate del 2019.

Anche i delusi vogliono Conte

L’ex premier riconcilierebbe molti delusi, come il senatore Emanuele Dessì che ha abbandonato il gruppo e ora fa parte di “L’Alternativa c’è”, ma di Conte dice: “Potrebbe essere il federatore di un campo progressista, potrebbe essere capace di fare ciò che io e gli altri non siamo riusciti a realizzare dall’interno. Anche se non vorrei che M5s prendesse la strada di un partito moderato e liberale, come lo ha chiamato Di Maio”. Va ricordato però che né Roberto Fico, né Stefano Patuanelli, né Roberta Lombardi, e neanche Paola Taverna, si riconoscono nelle parole moderato e liberale.

L’ex premier chiede garanzie

Dal canto suo Conte vuole delle garanzie. “Di certo un ex premier non può mettersi a pensare alle rendicontazioni, né può occuparsi delle beghe interne”, dicono voci pentastellate. Tra l’altro per conferire a Conte il ruolo di capo politico servirebbe una nuova modifica allo statuto a 5 stelle.