Venerdì lezione a Firenze, poi decide. Manca il sì di Grillo. Bonafede, Taverna e Di Maio lo invocano. Di Battista per nulla ostile. Castaldo: “alt alla segreteria a 5 per aspettarlo”. Lui ci pensa, ma aprendo alla società civileIl movimento al bivio. Il progetto. L’ex premier e l’ipotesi di fare il “capo” del Movimento (ma aperto alla società civile). Ora per candidarsi serve il sì di Grillo
(di Luca De Carolis e Paola Zanca – Il Fatto Quotidiano) – Il professore Giuseppe Conte è pronto per tornare a insegnare. Già venerdì, quando terrà la lectio magistralis che segnerà il suo ritorno all’Università di Firenze. Ma l’altro Conte, l’ex presidente del Consiglio, è pronto a rilanciarsi al tavolo della politica. Ovvero a prendere le redini del M5S lacerato dal sì al governo di Mario Draghi, il tecnico che ha preso il suo posto a Palazzo Chigi. “Giuseppe si sta convincendo” dicono fonti di peso del Movimento. Le interviste al Fatto di due big come Alfonso Bonafede e Paola Taverna gli hanno dimostrato che i contiani sono ancora forti, dentro i 5Stelle. E poi c’è il chiaro segnale lanciatogli su Facebook da Luigi Di Maio, l’unico possibile avversario interno: “Spero che il Movimento possa accogliere Conte a braccia aperte, il prima possibile”. Di Maio sa che l’avvocato può essere l’unico mastice possibile per un M5S esploso in troppe schegge. E teme che la segreteria prossima ventura, dove molti gli chiedono di entrare, possa nascere già debolissima.
Così si torna a Conte, il federatore, l’uomo naturalmente “di centro” (e questo a Di Maio non può che andare bene). L’unico che possa tenere aperto il canale con il Pd che pure non se la passa affatto bene, tra tensioni pre-congressuali e la solita guerra di correnti. “Serve Giuseppe” ripete d’altronde Beppe Grillo, il fondatore, da settimane. Ma come fare? Innanzitutto, Conte dovrebbe iscriversi. Ma serve molto altro. Fonti qualificate spiegano che, a fronte di un regolamento per la votazione della segreteria già diffuso, ora deve essere proprio Grillo a scrivere una nuova rotta per cambiare le regole e consegnare le redini all’ex premier. Nel dettaglio, serve un comunicato formale con cui il Garante annunci la volontà di fermare il percorso verso la segreteria, l’organo collegiale, nominando Conte capo politico e affidandogli il compito di riorganizzare il M5S. Un’investitura che dovrebbe essere comunque approvata su Rousseau.
Ma certo il punto non è solo quello. Perché nella riflessione che Conte sta facendo, c’è di più. C’è innanzitutto una revisione dei legami con la piattaforma: lui che non ha rapporti con Davide Casaleggio, potrebbe accelerare quel percorso già avviato verso il “contratto di servizio” che sfila il Movimento dalla casa madre milanese.
Ma soprattutto, al di là della forma, il M5S che Conte immagina di guidare è un partito “aperto”, “plurale”, che allarga il suo orizzonte alla società civile e alle “migliori energie del Paese” che in questi anni di governo si sono avvicinate all’esperienza giallorosa, ma che non possono essere strette nelle maglie di quel M5S che ora ha attivisti e meet up a fare da filtro. Deve aprirsi, in sostanza, a tutti quelli che adesso vorrebbero mettersi a disposizione, ma non sanno a chi rivolgersi. L’ex premier insomma vuole le chiavi di un progetto nuovo, che al centro abbia sì i temi fondanti dei 5Stelle – l’ambiente, la legalità, la trasparenza – ma che sia anche disposto a “contaminarsi” con la società. Un’idea maturata negli ultimi giorni, dopo la partenza in salita dell’intergruppo parlamentare giallorosa. Se prima l’ex premier, ragionava di un progetto proprio, una sua lista che facesse da ponte tra Pd e M5S, ora teme che il “suo” partito possa avvelenare il clima: non solo nei 5Stelle in crisi, ma anche nei dem dove la linea di Zingaretti uscirebbe ulteriormente indebolita dalla nascita di una formazione che andrebbe a pescare pressoché nello stesso bacino elettorale. Per questo, assumere la guida M5S potrebbe essere il modo per salvare quanto costruito nell’ultimo anno e mezzo. E sarebbe anche una via per ripescare quell’Alessandro Di Battista che si è cancellato da Rousseau. E magari anche qualcuno degli espulsi: due sere fa, nell’assemblea dei senatori, Alessandra Maiorino ha proposto una tregua: anziché espellere chi ha votato no, date le “circostanze eccezionali”, i parlamentari potrebbero essere sospesi per alcuni mesi, messi alla prova e magari riammessi nel M5S. È una proposta, a oggi non contemplata dallo Statuto. Ma chissà che Conte non abbia voglia di ricucire certe ferite.
Ipotesi,ipotesi,ipotesi.Ma qual’è la verità ? Conte non si è sentito mai far parte del movimento ne si è mai iscritto. Facendolo adesso risulterebbe un’operazione strumentale. Poi c’è da tener conto del fatto che l’ex pdc ha fatto da cerniera con il pd proprio per la sua non appartenenza al m5s. In fine, quando Conte dovesse diventare capo politico del movimento,dovrebbe pronunciarsi a favore o contro il governo attuale , e li risorgerebbero tutti contrasti attuali con Morra , Di Battista ecc.
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sono d’accordo.
Non solo Conte non incarna al 100% lo “spirito” dei 5 stelle ma è una figura di mezzo tra una politica più convenzionale e un idea progressista della società civile(dunque leggermente più “ideologico” al contrario dell’ostentato post-ideologismo dei 5 stelle della prima ora).
Inoltre comprometterlo ora suona proprio come mossa della disperazione,rischiando di bruciarlo.
Ha ragione Conte se , come traspare dall articolo , intendesse la sua eventuale adesione come un qualcosa di molto diverso dal movimento rigidamente guidato dalla sue regole. Proprio per questo sarebbe necessario avere un pò di pazienza ( anche perchè il governo Draghi deve manifestarsi in una azione,o non azione , che orienti finalmente l opinione pubblica in maniera chiara e non solo fideistica come propagandato dal mono-pensiero di stampa e tv ) .
Conte e le sue idee sono forse l ultima possibilità del 5 stelle non solo di non sprofondare elettoralmente ma di riformarsi in maniera virtuosa, aprendosi alle diversità anche politiche(benchè non troppo distanti) sia per crescere che per contaminarsi (cosa di cui non ci si deve vergognare) , potrebbe modificare anche l immagine del movimento che è ancora dipinta in maniera abbastanza caricaturale e renderla più istituzionale , ma non deve essere solo un operazione di facciata e di immagine , i 5 stelle devono mettere in dubbio qualcuna delle loro regole sulla democrazia diretta(daltronde l uno vale uno non sembra tanto applicato perchè il nome di Conte sembra un Grande Uno) , devono essere più tolleranti verso la sinistra che è un vero alleato per la giustizia sociale(ho detto sinistra ,non pd) e chiedere a Zingaretti(o chi per lui ) che cosa vuole essere il pd, se vuole tornare alle ambiguità renziane e liberiste o vuole avere coraggio e determinarsi con loro nelle battaglia sociali di equità,ridistribuzione , inclusione sociale e lotta di classe.
Conte grillino a secco è una brutta mossa (anche perchè gli sciacalli non aspettano altro che una mossa sbagliata per screditarlo definitivamente) ,invece Conte riformatore del 5 stelle ,con calma e senza fretta , può essere quel qualcosa di nuovo che possa arrestare la crisi di fiducia verso il movimento
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Ok da ora Sallusti , Belpietro , Senaldi , Bechis e Sansonetti possono dedicarsi a controllare il colore dei calzini del prof. CONTE
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quando in questo articolo ho letto “contaminarsi con la società”, mi è tornata come un lampo alla mente una metafora di Nicola Morra: se ti siedi al tavolo con dei bari ti stupisci quando perdi ? Il progetto originario dei 5s era “Massimalista” nel senso che partiva dalla riconosciuta impossibilità di allearsi con i partiti dal momento che la storia pluriennale aveva dimostrato che erano dei “bari”. Del senno di poi son piene le fosse….
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Esatto, il mv è nato e cresciuto x non sedersi con i bari, e quando lo ha fatto ha perso la sua verginità e una marea di consensi, e se si ostineranno a sedersi con i bari del pd+leu spariranno dalla circolazione.
Sono 50 anni che assistiamo a trasformismi, ora basta.
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Vorrei che fosse chiaro a tutti che il Governo collegiale è un capisaldo della democrazia diretta, che da 40 anni è la norma in Svizzera sia a livello cantonale che nazionale poer eliminare lo strapotere e il protagonismo del capo politico chefa e disfa ogni cosa, che il capo politico nel M5S non esiste più perché la Piattaforma Rousseau ha votato per avere un governo collegiale in cui magari i membri rappresentano opinioni diverse (non c’è niente di male in questo, nei governi collegiali svizzeri ci sono addirittura partiti opposti), in un governo collegaile i membri sono portavoce dei cittadini e c’è uno che si presenta a nome del gruppo con l’esterno ma non esiste più la figura del capo politico assoluto.
Chi ancora non ha capito questo, ci rifletta e ne tenga conto!
In quanto a Giuseppe Conte, non si è mai proposto come capo politico del M5S, ma come premier di una eventuale coalizione futura giallorossa con il M5S-Pd e Leu.
Punto.
Considerazioni diverse sono fuori tema.
Per cui questo articolo è da cestinare per la sua ignoranza dei fatti.
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