(Marcello Veneziani) – Dietro gli insulti gravi e puerili di un accademico, di uno storico, di un intellettuale alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, ci sono ben tre pregiudizi: contro le donne in politica, per giunta conservatrici; contro la gente di destra, per giunta ex-missina; contro i popolani, per giunta borgatare romane. Sessismo, classismo e razzismo politico, tre pregiudizi in uno solo, ed espressi nel modo più volgare. A certi insulti ci hanno abituato i social, e la sguaiataggine universale e trasversale; ma che sia un professore universitario, per giunta uno storico, a usarli con l’avallo di altri complici intellettuali, rende la vicenda più efferata.
Il problema che resta, oltre l’attestazione di personale miseria di chi li esprime, è capire se si tratta di tre insulti che esplicitano un comune sentire e un diffuso disprezzo, magari trattenuto o filtrato; oppure no, riguarda solo il singolo, patologico caso. E viceversa, se riguardano personalmente Giorgia Meloni, solo lei, oppure sono rivolti a tutti coloro che la pensano come lei.
Ho il timore che quel disprezzo, quel livore, sia l’esplicitazione per incontinenza di un pregiudizio corrente a sinistra. Un pregiudizio umano, politico, ideologico per giunta scortato e avvalorato da due pregiudizi che dovrebbero essere estranei a quel mondo ma non lo sono: il pregiudizio sessista e quello classista. Diciamo che quell’odio si trattiene quando si tratta di una donna del proprio mondo, di un ignorante “alleato” grillino o di un residuo proletario rimasto a sinistra; e si scatena quando di mezzo c’è una donna di destra, ritenuta rozza e ignorante. Insomma i due pregiudizi laterali poggiano su quello centrale: chi è di destra è una bestia, per dirla in breve, sintetizzando rane, vacche e maiali.
Noto in primo luogo una patologia diffusa soprattutto a sinistra: l’odio diffuso e pandemico solitamente elegge un bersaglio su tutti, che diventa ossessivo. Prima era Berlusconi, poi Salvini, ora la Meloni. A seconda del consenso che hanno e delle aperture che fanno alla sinistra, l’odio si concentra su una persona su tutte. Un odio viscerale che si capisce essere la sublimazione di una volontà di eliminare il nemico, di sopprimerlo e di sfigurarlo. C’è anche un rigurgito d’infantilismo, ha ragione Conchita Di Gregorio, una regressione al bullismo puerile; infatti il prof era spalleggiato da altri due compagni d’insulto. Ma questo infantilismo non sminuisce il carico d’odio, semmai ne rimpicciolisce il movente e ne immiserisce il Professore, col cervello rimasto in età prescolare.
Per la verità gli insulti fioccano anche nei confronti di altri personaggi politici, di sinistra e non solo. Sul piano della volgarità e dell’odio diffuso non credo che si possano fare delle distinzioni politiche. Quel che invece appartiene specificamente al livore espresso a sinistra è il fatto che sia esercitato nel nome di una superiorità etica e umana e di un suprematismo ideologico e antropologico. Il nemico non è solo da disprezzare ma non ha diritto di parola e di dialogo perché è un essere inferiore. Questa è la vera bestialità, questo è il vero male storico.
Un errore importante e fondamentale che la sinistra ha fatto è stato quello di appoggiarsi agli anziani intransigenti e con bassa scolarizzazione, figli della guerra e della lotta partigiana, fino all’ultimo, fino ad una identificazione con Papi rossi falce e martello; questa bestialità, che ha fagocitato nel vuoto, masse di giovani meno ideologizzati e maggiormente predisposti ad un’alternativa, sta dando i suoi frutti storici in quegli emuli retrogradi figli di quest’incavo; la fuga di cervelli è, ed è stata sintomatica di una ristrettezza generale che nel tempo è divenuta anche senile e tutto, per una dicotomica promiscuità nata 80 anni addietro e portata avanti con le stesse identiche connotazioni di guerra. Se tutto è una guerra se tutto è un conflitto, in parole, opere e omissioni come è possibile pensare in funzione di un progresso umano e civile nel suo significato di aggettivo? Se oggi qualcuno costruisce qualcosa di buono e domani un altro, di opposta fazione, lo distrugge, non se ne uscirà mai, inoltre il contesto storico, dovrebbe essere un contesto comune dove il dialogo e le conoscenze possano essere il timone e l’albero maestro della nave; non è così e non sarà mai così finché non si pone un denominatore comune che superi le orripilanti faziosità e i rigurgiti di un passato, antico e recente, sempre e per sempre presente. La visione del futuro viene così ad essere sonnambula e patologica, se non ritorna ai valori prestabiliti di un passato ormai fisso e immutabile, ma solo i giovani possano avere tali visioni, l’anziano, pur con il suo stimato bagaglio di conoscenze può essere solo colui che rimembra, che ricorda, colui, le cui reminescenze, possano illuminare su eventuali errori lungo la via e non condurre verso di essi.
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“Se tutto è una guerra se tutto è un conflitto, in parole, opere e omissioni come è possibile pensare in funzione di un progresso umano e civile nel suo significato di aggettivo? ”
Non mi è chiaro il concetto, aldilà della bella descrizione. Gli “anziani intransigenti e con bassa scolarizzazione, figli della guerra e della lotta partigiana,” si sarebbero frapposti tra le destre illuminate (solo casualmente finite a testa in giù a piazzale Loreto) e la visione del futuro, che appartiene ai giovani?
Mi sfugge anche il buono che i vecchi ignoranti e figli della guerra e dei partigiani avrebbero distrutto.
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@Gentile Paolapci
Il mio è un discorso generale è non posso dare chiarimenti, mi spiace, io credevo nei valori della sinistra ma dal momento che, la stessa mi ha tradito e mi ha gettato nel fossato comune, di una persona incapace di fare la guerra, non posso che sventolare una piccola, anzi piccolissima bandiera bianca sul mio ponte.. Ho visto cose che voi umani..
La sinistra in nome della lotta partigiana ha, alfine fatto la guerra con tutto, ha portato l’oblio della senescenza innalzandolo a baluardo della memoria e non cedendo a nessuna alternativa. tutto qui.
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Gentile Fra,
capisco l’amarezza, ma c’è troppo pessimismo. Inoltre non vedo come le visioni contrapposte presenti passate e future possano essere la causa della sua bandiera bianca. Mi pare che col passare del tempo si siano talmente ridotte le distanze (almeno al livello dei partiti politici) che qualche anno fa qualcuno ha ipotizzato di nascere aldilà della destra e della sinistra, credendoci, fino a quando la sovrastruttura postideologica non si è infranta. Non mi sembra che l’esperimento dal punto di vista della collocazione abbia funzionato.
Non molliamo, bandiera rossa la trionferà!
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… E il carciofo (ROSSO) risponde pure, seria: “Non molliamo, bandiera rossa la trionferà!”! …AHAHAHAH…
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@ Paolapci
Gentile Paola, non so di quale millesimo sia, ma non importa, bandiera rossa trionferà è solo un tristissimo luogo comune che ha avuto proseliti nel globalismo e nell’apertura verso la Cina e verso la contrafforte Russa; per quanto riguarda l’Italia, è difficile esprimersi in quanto la mia visione si restringe al campo in cui si è svolta parte della mia esistenza; in quel campo, non uguale a quello di Pontida, dove la bandiera rossa sbiadiva su vecchi muri del padronato e nelle case del popolo; luoghi ameni e lontani, intessuti dai ricordi di barbagianni, odoranti di orina e fumo, dove il futuro era solo l’apologetica del partito e di tutto ciò che veniva avvallato; la realtà a mosaico dell’Italia, città, paesi e campagna ha sempre generato delle forti differenze di carattere fra le stesse situazioni e nel tempo, il partito si è lentamente sciolto fra le linee di potere che si addensavano altrove, oltre non mi è dato sapere.. sono situazioni lontanissime nel tempo e lontani dalle mie vicissitudini quotidiane.
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Cara, era certamente un luogo comune, ma intendo che aldilà delle delusioni personali, e aldilà della disintegrazione del partito (pensi che a me è solo stata raccontata la storia di questo mitico partito, io credo di aver votato Veltroni quando ho votato per la prima volta, quindi figuriamoci dov’era il partito e dov’era il mito) le differenze non si azzerano, e lei, Fra, anche se delusa non potrà mai riconoscersi nei valori dell’altra ‘sponda’, anche se fossero quelli di persone civili e perbene, e non di quelle nullità di cui si parla nell’articolo che commentiamo.
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Lei ha ragione, le radici della sinistra vanno ben oltre i soliti noti e le carrellate televisive dei politici di questo scorcio. Oggi la parola “sinistra” è una parola che, nell’ordine delle questioni, ritorna come luogo comune accoppiandosi al tradimento e alla delusione; ma, con il senno del poi, cercando di collegare i pezzi con un filo, il quadro sembrerebbe tornare apparendo in tutta la sua miseria umana. Mia madre, da bambina, ha sofferto la fame e da anziana toccarle pentole ai fornelli e il cibo il rischio di un morso da mastino è altamente probabile, così come per i piccoli e grandi privilegi, che sono nati dalla miseria; ma quello che mi rattrista è non aver più trovato quell’humus culturale che la sinistra storica aveva seminato nel corso degli anni e che aveva portato ad un ottimo livello di comprensione generale della questione pubblica e che , la stessa, ha lentamente disgregato, come un colosso di Rodi eroso pezzo dopo pezzo, solo per sete di potere in connubio al denaro. Nessuno saprà mai la verità fino in fondo, perché le questioni sociali, sono la somma di tante realtà altrettanto sociali e, in questo medium, il singolo appare come la testa di un fiammifero, che arde in una semi oscurità, a cui si guarda o si è voluto guardare come una speranza, per quell’insieme di ideali e di linee pragmatiche che si erano configurate in seno alle masse scolarizzate.
E’ possibile tornare indietro andando in avanti? Una domanda strana, che attempa risposte altrettanto strane perché: per molti aspetti funziona così, per altri appare un miraggio, per altre ancora potrebbe pure sembrare una bestemmia; dare ai buoni contenuti lo stesso valore è un salto qualitativo che, secondo il mio modesto parere, non siamo più in grado di fare in quanto mancano gli aggregatori sociali, manca il collante che è stato distrutto sotto l’epiteto di una falsa ideologia da sinistra e da una destra che invece si è fatta nuovamente forte proprio riportando in auge un assetto ideologico del fascismo: dalle ronde di quartiere, al teser anche ai vigili urbani, allo squadrismo metaforico del calcio con un valore assoluto di vera indecenza e oltre, allo squadrismo bullesco che è fiorito in qua e la; ma pensando, anche a mente fredda, queste logiche sono la risposta al fideismo dilagante e all’individualismo che è divenuto sia un baluardo che un parvenue delle nuove generazioni nate in seno alla grande sinistra post moderna.. che negli ultimi anni ha stravolto, oltre misura, il sottile velo di pudore che le era rimasto, facendo della nazione ” rossa” un feticcio di cui ci possiamo anche ampiamente vergognare.. ( pensiero personale). Il discorso è molto bello e si amplia e spazia nelle vicende storiche e quotidiane e negli asset politici che si coagulano, mai per caso, a cui il popolo deve rispondere; il popolo questa bellissima parola: usurata, sprecata, osannata e vilipesa..
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E.C se ritorna..
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E’ difficile dimenticare le atrocità, quando queste sono e sono state delle vere e profonde atrocità; ma vivere del passato portandoci anche coloro che hanno conosciuto tali eventi solo nei libri, è altrettanto atroce come non poter dare alternative. Vi è stato solo un momento fugace, di breve passaggio, in cui le acque sembravano calme e il tutto sembrava aver colmato, nel salmastro, il gusto dolce e salto dei palati; niente, qualcosa ha riportato indietro la memoria, qualcosa ha riprodotto i bacilli che hanno portato alla seconda guerra mondiale; qualcuno o qualcosa si è posto di mezzo, come un bastone, alle ruote del tempo; adesso siamo ancora in una nuova fase, forse più pericolosa, la famosa Eurasia contro la Euamerica, dove noi non contiamo o non conteremo più nulla se non come terra di transito. Il sovranismo ha acceso un faro, la sinistra un altro
il movimento 5 stelle un altro ancora, quindi possiamo dire di essere isole in mezzo ad un mare da cui aspettarsi solo l’arrivo di venti anomali.
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“olo” e la memoria dei carciofi (ROSSI) stanno facendo precipitare questo blog, nell’oblio…
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@Gatto
OLO e la memoria dei carciofi (rossi) .. stanno facendo precipitare questo blog.. dove??
sui tuoi … o sui tomi, dove la storia del presente ha posto i sigilli?
ognuno vede e sente secondo il suo cervello ino e secondo le esperienze.. forse non ti è chiaro che io non sono un carciofo ne un cardo mariano e ho le mie ragioni, che non sono le tue; se credi che il blog precipiti nel basso ventre, è sempre un tuo pensiero che non mi riguarda. Addio.
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@gatto 2
Perché commenti i commenti degli altri con i tuoi super giudizi e non vai mai nei contenuti?
Perché devi sempre gettare ombre sugli altri senza, disquisire su cosa hanno detto che a te non piace o stona?
Perché non vai a fare le puzzette altrove invece di venire a giudicare i vivi e i morti affinché il tuo regno non abbia fine?
Perché non scendi dal trono e perché non scendi dalle stelle ?
Perché non ti poni con un si o con un no, hai paura?
Perché non ti fai i fatti tuoi?
-Cencio mollo:- Vengo da lei !
-Lei: – Riverito Cencio Mollo!
– Cencio mollo:- Se lei piangerà o se lei riderà, questo cencio lei bacerà!
– ti riesce ?
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“…forse non ti è chiaro che io non sono un carciofo…”: no, mi era e mi è chiarissimo che tu non sei IL CARCIOFO, infatti non era riferito a te. Tu sei PINDARA!
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@Gatto
VENTI DI GUERRA
Pace, non so chi sia ne cosa sia
Amore, mi riesce difficile immaginare la sua esistenza in questo pelago avvelenato
Amicizia: tu dai a me, poi io do a te e mi riprendo ciò che ti ho dato
Collaborazione: prima si chiude, meglio è
PINDARA? Ma quale epitaffio vai leggendo? Gatto, oggi non sono di buon umore e questo comporta che qualsiasi cosa a me riferita e refertata è per me una nota stonata. Oggi la musica la scrivono le mie ginocchia doloranti e la mia testa appesantita.
Come i comuni mortali, anch’io posso pascolare, e non è detto che tutte le ciambelle sfornate siano perfette, anzi, il detto dice che quelle sfornate sformate siano le più buone, poi bo, a saperlo!
Addio.
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ha finito di fare della poesia?
la storia non si può ridurre a malinconie e struggimenti
quando un fascista, o un nazista, le bussava alla porta
non era per portarle un mazzetto di mughetti
quando andava bene, una fiaschetta di olio di ricino ed
una gragnuola di manganellate, quando andava male
era il campo di concentramento.
se lo ricordi
e mi perdoni, ma di non scolarizzati ce ne stavano tanti pure in canonica
e nella parrocchietta della DC, magari erano pure quelli che nel caso
di soprusi voltavano la testa dall’altra parte
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@ Marco-bo
Mi scusi.. io non ho fatto la guerra, conosco la storia dei fratelli Cervi e di Fucik, ma non sono una storica., Mio Nonno è stato ucciso dai tedeschi dopo il tradimento di una persona che era stata ospitata .. mia madre aveva 6 anni.
Adesso, vada a farsi un giro .. per le vie dei borghi a sentire l’odore dei vini tra il ribollir dei tini e poi se ne riparla.
– Fermo restando che le morti bianche hanno massacrato famiglie e coloro che non avevano l’appoggio del partito .. hanno dovuto fiutare il vento e adeguarsi..
Addio.
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“si tratta di tre insulti che esplicitano un comune sentire e un diffuso disprezzo, magari trattenuto o filtrato; oppure no, riguarda solo il singolo, patologico caso.”
La prima che hai detto!
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“C’è anche un rigurgito d’infantilismo, ha ragione Conchita Di Gregorio, una regressione”
Regressione: da Conchita a Chiquita nutrimento e qualità!
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Il prof. Gozzini ha definito, attraverso delle metafore, la sig.a Meloni (per formazione abilitata a svolgere al massimo la rispettabilissima professione di cameriera) “ignorante” e “presuntuosa”. La vediamo invece alla guida di un partito i cui consensi potrebbero condurla fino alla poltrona di Presidente del Consiglio (prospettiva che, personalmente, trovo un po’ inquietante). In effetti non si candiderà all carica di sindaco di Roma perché ambisce proprio a quel ruolo…
Naturalmente nulla vieta di definirla “colta”, “modesta”… se si riesce a trattenere le risate!
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La Meloni è una cagna fascista, non fa altro che latrare ed ululare in qualsiasi occasione, si accompoagna con la peggiore feccia dellìorbe terraqueo, l’unica volta che è sembrata una persona “normale” è quando è stata canzonata da Fiorello per il suo lavoro di babysitter a casa dello stesso.
Il Prof. Gozzini è un mentecatto, con il suo sproloquio, ha fatto passare per vittime, chi delle offese orrende e vergognose ne ha fatto un tratto distintivo allineandosi ai propri elettori.
D’altronde, a iniziare dileggiare gli avversari politici nei comizi è stato il fondatore della Lega, il fallocrate BOSSI, mi ricordo quando batteva la mano sull’incavo del gomito urlando MANICO! MANICO! contro le donne della parte avversa.
Per non parlare poi del pedofilo CAZZARO NERO, che considera le donne al suo servizio, nessun lamento peana è mai uscito dalle sue false labbra.
Ora persino Sgarbi vorrebbe passare per verginella illibata.
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Una difesa da principe del foro con arringa finale.
Brutta bestia l’ignoranza, ma anche la “filosofica” nostalgia cialdiniana nativa di Bisceglie è degna di quel professore.
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ma che popò di due palle…ma cosa vogliono questi commercianti e brambilla delle michia! Tutti sfegatati liberisti, sostenitori di “Chi ce l’ha più lungo se lo tira!” e ora pretendono i ristori statali, loro che hanno sempre gridato “Fuori lo stato dalle imprese”. Devono essere accontentati!
Speranza, ammaina la vela e appoggia i desiderata di mr. mojito. Lascia riaprire il nord, lasciali che vadano a ‘Laurà’ e affanculo, basta che li confini all’interno delle loro ridenti regioni, dove respirano smog e merda e il sole lo vedono, forse, una volta l’anno. Accontentiamoli i sor brambilla, i commercianti i ristoratori, i baristi, e tutta la massa imprenditoriale. Bottegai! Che si scannino tra sé all’arma bianca, guidati da mr. mojito e restiamo alla finestra a guardare lo spettacolo.
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La Meloni si qualifica da sola. E’ la segretaria del partito di destra (estrema) in Italia e incarna con il suo esempio ( assieme a Salvini ) i valori che gli altri dovrebbero rispettare: indissolubilità della famiglia (con manifestazioni tipo Varese), figli fuori dal Matrimonio, e cattolicesimo reazionario con ostentazione di rosai in pubblico ( vedi il divorziato Salvini con figli annessi e fidanzate varie ). Queste persone non devono essere offese ( non meritano i nostri insulti) semplicemente per il fatto che si offendono da sole con il loro comportamento. Quindi il sig. Veneziani non si dovrebbe abbassare a difendere certe miserie umane.
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