(Roberta Labonia) – Nel punto stampa di un ora fa Giuseppe Conte ha parlato per poco più di 2 minuti. Parole destinare a spiazzare tutto il mondo politico e che metteranno in ambasce quelli che già pensavano di esserselo levato dai maroni. L’avvocato non lascia anzi, raddoppia. Ora per il MoVimento 5 Stelle è arrivato il momento di decidere quale strada percorrere.

1)Giuseppe Conte si è rivolto ai 5 Stelle (ma anche ai piddini e a Leu), invitandoli a non disperdere il percorso interrotto. La sua, se non è una candidatura a guidare il Movimento, è comunque una candidatura a porsi a capo di una coalizione progressista e a vocazione sociale come quella che ha sostenuto il suo Conte II.

2)Nell’interesse della collettività Giuseppe Conte non ha intenzione di picconare Draghi. Anzi si è dichiarato disponibile a dare il suo contributo nel nuovo Esecutivo purché sia di natura POLITICA. No a governi tecnici. Lo stesso concetto lo ha espresso Luigi Di Maio già da ieri e oggi lo ha ribadito. Insomma Conte apre alla possibilità di entrare in un Governo Draghi politico e chiede a 5Stelle, Pd e Leu, di seguirlo.

3) Conte manda un messaggio chiaro a Matteo Renzi, implicitamente dandogli del picconatore: se entri nell’Esecutivo Draghi non ci entri con me. Dico francamente che Giuseppe Conte mi ha spiazzata. Il suo è il chiaro tentativo di creare un asse che si ponga come ostacolo credibile all’avanzare delle destre. E ribalta completamente la prospettiva : se l’ex maggioranza meno Renzi entrasse compatto nel prossimo Esecutivo Draghi (il che presupporrebbe che, per puntellare una maggioranza di centro sinistra, dovrebbe far digerire al Movimento i forzisti), costringerebbe i populisti Salvini e Meloni a rivedere le loro strategie (facile che sceglierebbero di rimanere all’opposizione. Musica per le orecchie della Meloni).Insomma quella che in due minuti ha sciorinato Giuseppe Conte è real politic che guarda ai risultati: 5 Stelle e sinistre rimarrebbero nella stanza dei bottoni a fare da cane da guardia: da un tecnocrate finanziere come Draghi c è da aspettarsi che, passata la bufera sanitaria, dopo aver calato a terra le riforme del Next Generation UE, riprenda il piano di privatizzazione di quei pochi gioielli di famiglia che ci sono rimasti e che ci rimetta sui binari del patto di stabilità facendo un altro po’ di macelleria sociale (il primo a saltare sarebbe il RDC).

Non a caso è di adesso la notizia (non so quanto fondata), che Beppe Grillo avrebbe posto come condizione per sedersi al tavolo con Mario Draghi la garanzia che nessun provvedimento dei 5 Stelle verrà sabotato. E non solo: Grillo vorrebbe assicurazione da parte di Draghi che nel programma del nuovo Governo troveranno spazio battaglie storiche del MoVimento come l’acqua pubblica, il conflitto di interessi, la Banca Pubblica etc etc. Roba che, temo, ad un turbo/liberista come Mario Draghi farà rischiare lo shock anafilattico. Peraltro do per scontato che la chiamata di Giuseppe Conte, in questo momento, produrrà un aggravarsi della spaccatura che si sta consumando fra molte anime 5 Stelle, (mi aspetto da un momento all’altro un altro ultimatum di Di Battista). Ed è l’ultima cosa di cui ha bisogno oggi il Movimento.

Draghi, Conte, Grillo: si sta preparando una tempesta perfetta. Spero di non dover contare i morti.