(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Carlo Calenda: “Mastella mi ha offerto l’ok del Pd a Roma se appoggio Conte”. Mastella: “Che squallido, sei rimasto quello che conoscevo all’epoca del Cis di Nola, che era il referente per le segnalazioni”.

Come in un loschissimo feuilleton, le cronache giornalistiche dal Senato e dintorni ci parlano di sordidi anfratti dove tipi poco raccomandabili “negoziano” per conto di un governo del malaffare al “‘mercato’ di Palazzo Madama” (“Corriere della Sera”). Sono “costruttori di ricatti” (“Il Giornale”), “opportunisti il cui hobby preferito è il salto della quaglia” (“Libero”), agli ordini di un premier Mackie Messer, quel “Conte che usa ristori e fisco per raccattare senatori” (“La Verità”).

È tutto un ricattare e raccattare in quest’opera da tre soldi per comprare quella sporca dozzina di Costruttori, dove si aggirano mezzani e prosseneti offrendo attempate peripatetiche del gruppo misto e delle autonomie, astenersi perditempo pagamento alla consegna (“Mackie ha un guanto sulla mano/ nessun segno resterà”).

Come per tutte le serie di successo, il maleodorante cortile del libero scambio genera uno spin-off dal titolo (provvisorio): “Il referente di Nola”. Soggetto: il rampollo di un nobile casato dei Parioli emigrato al Sud, segnala giovani meritevoli nel più grande centro all’ingrosso d’Europa dove fa amicizia con un promettente chierichetto di Ceppaloni, ma poi succede qualcosa. Nel frattempo c’è chi immagina un Grande Fratello Responsabile al Festival di Sanremo. Nel reality i senatori di Italia Viva vengono isolati in una stanza e costretti a misurarsi con le lusinghe di Bruno Tabacci e le minacce di un Bullo toscano fuori di testa, segue televoto. Mentre le vecchie volpi dattilografe scrivono cinicamente di “lagne sui voltagabbana, fuffa dei costruttori, inutili partiti del premier” (“Il Foglio”), il cronista idealista e disgustato appunta sul taccuino: “Spettacolo malinconico, trattative efferate” (“Corriere della Sera”). “Costruttori? No, palazzinari perché non lasciano il palazzo” (“Libero”). “Traditori sulla pelle del Paese” (“La Verità”). Signora mia. Si chiude con la profezia di Massimo Cacciari: “Fra 4-5 mesi saremo tutti cadaveri”. Giorno più, giorno meno.