(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – “Ètutta una questione di soldi, il resto è conversazione”, sorride nel film Wall Street l’immortale Gordon Gekko-Michael Douglas, e in fondo, se osserviamo il gigantesco casino scoppiato intorno alla sopravvivenza del governo Conte, può essere una spiegazione. Ci sono 209 miliardi da spendere e bisogna decidere come si spendono, dove si spendono e soprattutto chi li spende. Il resto è conversazione (e pure intrattenimento). Follow the money, segui i soldi dicono gli americani (lo diceva anche Giovanni Falcone, a proposito di certe coppole), ma nel caso del Recovery Fund al momento sappiamo soltanto chi li ha portati in Italia tutti quei benedetti money. Spiace dirlo, ma è stato l’inadeguato, inaffidabile, inetto presidente del Consiglio. Naaah, merito della Merkel sibila qualcuno. Come volete, è stata la cancelliera in combutta con Soros, Bezos e i Brutos, ma restiamo sul punto: in quali mani (e in quali tasche) è destinato a finire quel ben di dio? Torniamo alle linee guida: modernizzazione, green, inclusione sociale parità di genere. Vabbè, ma i soldi a chi vanno?

Tra ministri, esperti e strutture parallele potremmo continuare a macinare acqua nel mortaio finché scopriamo che un contributo concreto al dibattito giunge, spiace dirlo, da Matteo Renzi. Secondo il quale (ieri al Corriere della Sera) “abbiamo una spesa pro capite per la sanità che è la metà di quella tedesca”, e quindi “non capisco come Di Maio possa dire di no al Mes” (altri 36 miliardi). Ok Matteo, ma “sanità” non è un tantino generico? Dillo con parole tue, quei soldi, concretamente, a chi dovrebbero andare? Mistero, se non fosse che sul Fatto di domenica, sotto il titolo “Big Pharma, Ponte e Tav: Renzi accarezza le lobby”, leggo nel pezzo di Giacomo Salvini che “al punto 55” del famoso piano Ciao “Renzi propone di investire 4 miliardi per creare posti di lavoro di qualità e ricerca avanzata nel mondo farmaceutico”, eccetera. Si tratta “del 3% dei prestiti totali” a favore “di uno dei pochissimi settori in crescita del 2020 facendo registrare un +3,9%”. Proviamo a unire i puntini? C’entra qualcosa l’affettuosa amicizia con la famiglia Aleotti, proprietari del colosso farmaceutico Menarini e finanziatori della fondazione renziana Open? Ma cosa andate a pensare? Come dice Gekko, “il denaro semplicemente si trasferisce da un’intuizione a un’altra, magicamente”. Ciao Ciao.