(affaritaliani.it) – La guerra nel M5s continua senza sosta. Gli Stati Generali hanno palesato le divergenze tra le diverse anime grilline. Da una parte i filo governativi capeggiati da Di Maio e dall’altra gli oppositori guidati da Di Battista. Il ribelle Dibba – si legge sul Corriere della Sera – ha lanciato un chiaro ultimatum. “O mettono in votazione le condizioni che abbiamo posto oppure ci vedremo tra due anni al termine della legislatura”. Di Battista ha tutta l’intenzione di far sentire la sua voce. E di fare le sue mosse in vista della scelta del nuovo direttivo M5S. “Tra poco ci saranno dei quesiti da far approvare dalla base, aggiungano tra le domande anche le questioni che abbiamo messo sul tavolo noi”.

I nodi su cui l’ex membro del direttorio ha intenzione di spingere sono anzitutto la revoca delle concessioni autostradali e la risoluzione del conflitto di interessi tra politica e finanza, “a partire dal caso Padoan Unicredit”. “Sono temi dirimenti per me”, ha spiegato ai suoi Di Battista, che puntualizza: “Il mio interesse sono più le questioni politiche nazionali che le regole interne”. L’ex deputato però precisa anche che le altre istanze che ha presentato dovranno essere messe nero su bianco: “Hai finito i due mandati? Non ti puoi candidare da nessuna parte”.

“Emanuele Buzzi – il Corriere della sera) «O mettono in votazione le condizioni che abbiamo posto oppure ci vedremo tra due anni al termine della legislatura»: Alessandro Di Battista ha tutta l’ intenzione di far sentire la sua voce. E di fare le sue mosse in vista della scelta del nuovo direttivo M5S. Chi l’ ha sentito negli ultimi giorni racconta di quello che suona come un ultimatum chiaro ai vertici 5 Stelle.

«Tra poco ci saranno dei quesiti da far approvare dalla base, aggiungano tra le domande anche le questioni che abbiamo messo sul tavolo noi, ovvero io, tanti portavoce che lavorano con me e migliaia di attivisti», dice l’ ex deputato. E chiarisce: «Si tratta di istanze politiche, non personali: io sono stato il più votato tra i delegati ed è corretto che chi mi ha appoggiato ritrovi tra i punti dirimenti anche ciò che io e il mio gruppo rappresentiamo». Poi chiosa: «Su questo sono inflessibile».

I nodi su cui l’ ex membro del direttorio ha intenzione di spingere sono anzitutto la revoca delle concessioni autostradali e la risoluzione del conflitto di interessi tra politica e finanza, «a partire dal caso Padoan Unicredit». «Sono temi dirimenti per me», ha spiegato ai suoi Di Battista, che puntualizza: «Il mio interesse sono più le questioni politiche nazionali che le regole interne».

L’ ex deputato però precisa anche che le altre istanze che ha presentato dovranno essere messe nero su bianco: «Hai finito i due mandati? Non ti puoi candidare da nessuna parte». Su questo punto – che azzererebbe buona parte della classe dirigente M5S – Di Battista è lapidario: «Non esiste che dopo anni in Parlamento qualcuno ipotizzi di correre come governatore», dice riferendosi alle indiscrezioni sulla possibilità che il Movimento presenti alcuni big alle prossime Amministrative alla guida di alcune Regioni (si parla anche di alcuni colloqui già avvenuti). Nel Movimento c’ è stata freddezza nei suoi confronti.

E critiche pubbliche da parte di alcuni esponenti, come Roberta Lombardi. C’è chi lo ha accusato di egoismo e di non pensare alla base. Ma l’ex deputato guarda oltre: «Chi mi critica dovrebbe prima guardare se stesso. Io ho sempre rispettato le nostre regole a partire dalla restituzione del tfr».

E fa capire tra le righe che con lui in segreteria problemi simili o con le restituzioni non saranno ammessi. Di Battista getta un ponte anche verso l’amico-nemico Di Maio: «Luigi è l’unico che mi ha scritto», ammette con chi ha avuto modo di parlargli. E prosegue: «Abbiamo avuto posizioni distanti su diversi temi negli ultimi mesi, ma ho apprezzato le sue parole sulla revoca delle concessioni e contro il Mes: su questi punti lo sosterrò sempre».

Certo, la presenza dell’ ex parlamentare tra i candidati per la futura segreteria pentastellata è una delle incognite più importanti – in chiave interna, anche per evitare eventuali scissioni – da sciogliere per il Movimento. Di Battista è fiducioso, vede la sua partecipazione come una possibilità, non come un vincolo: «Non ho niente da perdere e non cerco poltrone: vivo benissimo del mio lavoro». Ma ribadisce: «Devo dar voce a chi è con me, ho dalla mia il sostegno di migliaia di attivisti e di tanti portavoce ed è giusto che le nostre domande trovino risposta anche per chiarezza nei loro confronti».

E conclude: «Chiariamo tutto quanto prima».