(Maurizio Belpietro – la Verità) – Matteo Renzi è favorevole ad allargare la maggioranza di governo per far entrare Forza Italia. L’ intervista-lenzuolo del Corriere della Sera non ci ha stupiti. E non solo perché è dal giorno in cui mise piede al Nazareno che l’ ex segretario del Pd prova ad accordarsi con Silvio Berlusconi per guidare il Paese, ma perché l’ intesa con il Cavaliere gli è indispensabile per raggiungere il suo obiettivo di approdare alla presidenza della Nato. Già, le uscite dell’ ex presidente del Consiglio non sono dettate dal caso, ma dal calcolo e anche l’ ultima ha uno scopo preciso che vi andiamo a spiegare.

La storia è la seguente: Renzi, che si può apprezzare o detestare, ma bisogna riconoscere che è tutt’ altro che stupido, sa benissimo che oggi in Italia per lui non è aria. Se si presentasse come candidato primo ministro, gli italiani lo sotterrerebbero con un plebiscito contrario con numeri superiori a quelli del referendum del 2016. Per capirlo non serve un genio dei sondaggi: basta dare uno sguardo ai risultati conseguiti dal suo partito in Toscana alle ultime elezioni.

I voti raccolti da Italia viva non sono stati determinanti per eleggere il nuovo governatore, al punto che Eugenio Giani, al momento di fare la giunta, ha deciso di lasciar fuori l’ assessore indicato da Renzi. Per non dire poi del disastro in Puglia, dove per far perdere Michele Emiliano, suo grande nemico, aveva deciso di mettergli contro Ivan Scalfarotto. Anche in questo caso, i voti raccolti dal deputato renziano non sono serviti a nulla, se non a certificare l’ assoluta irrilevanza della neonata creatura renziana. Insomma, tanto per essere chiari, in questo momento il senatore semplice di Scandicci conta meno di una cippa. L’ unico suo potere consiste nel minacciare ogni giorno di fare cadere il governo nella speranza di ricavarne qualche vantaggio, ossia una nomina pubblica o uno strapuntino in un posto chiave.

Tornando all’ intervista-lenzuolo che gli ha regalato il Corriere della Sera, di grandi novità non ce ne sono. Renzi non risponde – anche perché la cronista si guarda bene dall’ incalzarlo – sull’ inchiesta che lo vede indagato a Firenze per finanziamento illecito, ma soprattutto glissa sugli argomenti chiave che riguardano il Paese. Su una cosa però l’ ex premier è chiaro ed è che l’ operazione di allargamento della maggioranza e di inclusione di Silvio Berlusconi non è contro Giuseppe Conte. Sì, per quanto la parola di Renzi valga quel che vale (da «Enrico stai sereno» a «mai con i 5 stelle», sui voltafaccia del personaggio si potrebbe scrivere un’ enciclopedia), l’ ex segretario assicura che il coinvolgimento del Cavaliere non serve a far fuori il capo del governo. L’ obiettivo al massimo è rimpastare l’ esecutivo, cambiando qualche ministro.

In passato, cioè qualche settimana fa, era circolata voce che Renzi volesse sostituire Lucia Azzolina, ministro dell’ Istruzione giudicata inclassificabile da gran parte dell’ opinione pubblica. Sul posto di capoclasse della scuola italiana si raccontava che avesse messo gli occhi Maria Elena Boschi e per far posto alla sua pupilla il fondatore di Italia viva sarebbe stato disposto a sacrificare Elena Bonetti, ministro della Famiglia e delle Pari opportunità. In pratica, un ministero importante in cambio di uno ininfluente.

La realtà però pare diversa, e come sempre Renzi pensa a sé stesso più che a chi lo circonda. No, la voglia di rimpasto non è dovuta all’ intenzione di piazzare l’ ex sottosegretaria ed ex ministra delle Riforme, madrina di quel Giglio magico che per un certo numero di anni ha dettato legge. Il cambio che l’ uomo di Rignano ha in testa riguarda ben altro che l’ Istruzione, infatti la poltrona ambita è quella di Lorenzo Guerini, ministro della Difesa in quota Pd. Ci fu un tempo in cui l’ ex sindaco di Lodi era pappa e ciccia con Renzi, ma da allora di acqua ne è passata sotto i ponti.

Oggi Guerini guida insieme a Luca Lotti, altro ex renziano di ferro, la corrente di Base riformista, un manipolo di deputati e senatori che hanno preferito rimanere nel partito di Zingaretti invece di seguire il loro ex leader. È forse per questo che Renzi vuole togliere lo strapuntino a Guerini? Neanche a parlarne: il motivo per cui punta a sostituire il ministro della Difesa piazzando uno dei suoi è costituito dal puro interesse di poter influire sulla nomina del futuro segretario della Nato. Persa ogni speranza di tornare a breve a Palazzo Chigi, Renzi sogna un ruolo internazionale, e visto che l’ Onu è momentaneamente occupato e pure la presidenza della Commissione europea è indisponibile, a lui non resta che la Nato, dove di solito si parcheggiano gli ex premier.

È per questo che dall’ inizio di novembre sprizza gioia da tutti i pori: con alla Casa Bianca Joe Biden, con cui si è affrettato a congratularsi, le sue chance aumentano.

Soprattutto se alla Difesa nessuno si mette di traverso.

Chiaro il disegno? Come sempre, quando c’ è di mezzo Renzi, gli interessi non sono generali. Per meglio dire, gli interessi sono gli affari suoi.