(Tommaso Merlo) – La pandemia non sta limitando la nostra libertà. Ci sta offrendo l’opportunità di riscoprirla. Quella che viene comunemente considerata libertà in realtà è prigionia. La vera libertà è faticosa, rischiosa e fa paura e in pochi la vogliono davvero. È difficile ammetterlo, ma viviamo dietro alle sbarre. Prigionieri di credenze che ci inculcano fin da bambini e che confondiamo con la verità assoluta. Prigionieri del nostro passato ma anche delle paure del domani. Prigionieri di qualche ruolo e del personaggio che recitiamo fino ad identificarci totalmente. Prigionieri di gruppi e categorie a cui aderiamo e che ci imboccano su cosa pensare e su come comportarci e ci confezionano fasulle identità. Greggi, fazioni. Prigionieri del conformismo e delle direttive di qualche pifferaio magico che ci propina opinioni che ci convinciamo essere nostre e che difendiamo come inconsapevoli burattini riempiendo le tasche e l’ego di chi detiene i fili. Dietro alle sbarre. Prigionieri di abitudini e di vizi con cui ci intossichiamo l’esistenza. Incatenandoci da soli e finendo per vivere come automi. Con gli occhi chiusi, dormendo, dentro. Stesse cose, stesse dinamiche. Sempre le stesse. Dietro a sbarre messe da altri ma anche da noi stessi. La pandemia ci sta solo impedendo di muoverci all’interno della nostra cella. Ci sta impedendo di distrarci come siamo soliti fare per autoconvincerci di essere liberi. La pandemia ci sta impedendo di scappare dalla realtà e da noi stessi come siamo soliti fare. Con qualche indispensabile divertimento, con qualche dipendenza o con qualche meta salvifica che si compra da qualche parte o che si raggiunge prevalendo su qualche nemico. In cella. Dietro le sbarre. Sbattendo la testa contro il muro e dandogli pura la colpa. La pandemia non sta limitando la nostra libertà. Ci sta solo dando l’opportunità di riscoprirla. La vera libertà è faticosa. Perché trovare risposte proprie invece che copiare quelle degli altri richiede tempo e sudore. Perché scoprire e poi vivere coerentemente la propria unicità richiede impegno. La vera libertà è rischiosa. Perché i sentieri già tracciati danno garanzie ma quelli originali possono rivelarsi più tortuosi del previsto costringendoci a camminare nell’incomprensione altrui. Ma solo i sentieri originali conducono ad una vita più su misura e quindi più autentica e soddisfacente. La vera libertà fa paura. Perché ci pone di fronte alla nostra vulnerabilità e alla nostra transitorietà di uomini. Perché ci pone di fronte ad interrogativi immensi a cui non esistono risposte. Perché ci costringere a convivere con l’incertezza e con l’ignoto che non sono affatto una maledizione ma il sale della vita. Per questo in molti rifuggono la vera libertà e si accontentano di vivere dietro alle sbarre. La pandemia ci sta offrendo la grande opportunità di riscoprire quella vera libertà che migliorerebbe enormemente la nostra vita e la società in cui viviamo.