(Luca Telese – tpi.it) – È utile al paese un nuovo “governissimo” che nasca nel tempo del Covid come risposta all’emergenza? Per quanto la proposta arrivi dalla mente fervida e appassionata di Goffredo Bettini, la domanda è ineludibile: e il punto è capire se in Italia oggi può essere utile portare Forza Italia al governo, in alleanza con la maggioranza giallorossa.
Cosa abbia prodotto questa precipitazione politica, e questa proposta avanzata da uno dei cervelli politici del Pd è noto: la credibilità delle istituzioni nel tempo della crisi è bassissima, il conflitto stato-regioni è ormai endemico (e devastante), i numeri della maggioranza (soprattutto) al Senato sono teoricamente ballerini (per effetto delle tante emorragie subite dal gruppo del M5s).
Sul fronte dell’opposizione, poi, c’è il vuoto. Intanto perché i l tentavo di spallata, che è la strategia del centrodestra da due anni, è fallito. E poi perché i due astri del centrodestra si muovono su traiettorie orbitali antitetiche: da un lato Matteo Salvini, che – pur essendo ancora leader – non è riuscito a reinventarsi una narrazione dopo la sconfitta della strategia del Papeete. Dall’altra una Giorgia Meloni in ascesa, capace di capitalizzare consensi, ma ancora nel ruolo formale (sarà così fino alle politiche, poi decideranno gli elettori) di alleato di minoranza.
In mezzo a questi due giganti, c’è il Bonsai di Forza Italia, ovvero quel che resta dell’eredità morale del Caimano nella politica italiana. È un patito del 5-6 per cento, elettoralmente di destra, e sempre schierato a destra in tutte le regionali, con un gruppo dirigente composito, variegato ed inquieto. Dove vuole approdare questa classe dirigente? Mistero. Non c’è dibattito politico, non ci sono congressi, solo cordate di palazzo.
Il cosiddetto lodo salva-Mediaset è stato il passo propiziatore con cui la maggioranza giallorossa, difendendo “l’italianità” delle imprese ha regalato un salvagente a Silvio Berlusconi per proteggersi dalla scalata di Vivendi. E su un altro piatto dell’accordo Berlusconi ha potuto ventilare la “non ostilità” al governo di una grande azienda come Mediaset, che fra l’altro esce rafforzata nella sfida degli ascolti contro la Rai, e che hai nei suoi talk di opposizione la punta di diamante.
Quindi Berlusconi si istituzionalizza nel suo nuovo ruolo di possibile padre della patria, il governo si risolve qualche problema in parlamento (e qualcuno nei rapporti di forza interni), il Cavaliere salva le sue televisioni, la sua classe dirigente ritorna in maggioranza, e si ritempra del disagio con i confortevoli crucci del sottogoverno. Tutti felici e contenti, dunque? Io non credo.
È vero che la crisi durissima sarebbe un ottimo pretesto per una stagione di unità nazionale. E quindi la domanda brutale, ma reale, è: why not, perché no? La mia risposta è altrettanto semplice e dritta: perché no. E non per un senso di stizza, o per un riflesso condizionato di antiberlusconismo residuale (è dal 2012 che, a mio parere, questo problema non esiste più). Il Caimano ha cambiato molto profondamente la sua politica e la sua identità: non è più il campione della divisione, ma un potenziale conciliatore. Chiusa la stagione del Potere gestito in prima persona, il suo partito è diventato profondamente diverso da quello del decreto bulgaro, delle leggi sul conflitto di interessi, della stagione decadente delle veline e delle olgettine.
Ma il punto mi pare un altro, e lo riassumo così, con due argomentazioni sintetiche. Fondere i voti dei giallorossi e dei berlusconiani sarebbe in ogni caso un’operazione trasformistica. E il trasformismo, in tutte le sue incarnazioni più o meno sedicenti, da Agostino De Pretis in poi, non ha mai dato frutti utili alla storia del paese. Non solo non è eticamente corretto – prendere voti a destra e portarli a sinistra, o viceversa – ma si è storicamente rivelato non utile, perché logora in primo luogo i suoi protagonisti.
Non produsse frutti duraturi – infatti – il trasformismo dell’età liberale, messo in crisi dall’avvento dei partiti di massa. Non ebbe esiti positivi il trasformismo interventistico (che preparò il fascismo) non finì bene nemmeno l’alta stagione dell’Unita nazionale immaginata da Aldo Moro ed Enrico Berlinguer, e nella seconda Repubblica. Finirono malissimo – per dire – sia il microtrasformismo di conio “cossighiano” che consentì la nascita del governo D’Alema, sia il microtrasformismo scilipotistico che portò voti dipietristi nelle braccia del Cavaliere. E abortì persino quello “futurista” di Gianfranco Fini, che immaginava una nuova destra rigenerata dall’abbraccio con la sinistra, dopo essersi sostituta a quella Berlusconiana. Fatto sta che Berlusconi è ancora in campo mentre Futuro è Libertà non esiste più.
In nessuno di questi molteplici e diversissimi casi, il salto della barricata ha prodotto una posizione politica che sopravvivesse ad un’utilità personale. In nessuno di questi casi il trasformismo ha rafforza i contraenti: nel 1979 il PCI uscì con le ossa rotte dalla fine della solidarietà nazionale. Nel 2000 Cossiga non riuscì a tener viva la sua Udr (e nemmeno a restarci dentro lui). Nel 2010 Razzi e Scilipoti divennero immediatamente caricature politiche. Nel 2011 – come abbiamo visto – il partito di Fini uscito dal centrodestra dopo il famoso “Che fai, mi cacci?”, si dissolse nel nulla, passando dall’undici per cento del sondaggi all’uno virgola.
Quindi non solo non è eticamente giusto, ma è anche storicamente dimostrato che il trasformismo è una droga molto seducente nella politica italiana, ma già nel medio periodo non funziona. D’altra parte è il tradimento più grande di una missione elettorale e di una identità: il parto delle urne. Mai nel 2018 un elettore di Forza Italia avrebbe pensato che con il suo voto avrebbe tenuto al governo Beppe Grillo (insultato in tutta la campagna elettorale da Silvio Berlusconi), mai un elettore del Movimento 5 stelle avrebbe potuto ipotizzare che con il suo voto avrebbe richiamato al governo il Cavaliere (che Grillo ha ribattezzato “lo psiconano”).
Quanto al Pd, ha appena recuperato quattro punti di consenso, proprio perché ha archiviato le ambiguità trasformistiche del Nazareno renziano. Ritornare su questi passi sarebbe solo un accanimento. Di fronte a questa ipotesi, dunque, si può solo rispondere con l’unico antidoto possibile: vogliono cooptare una destra al governo, dopo tutto quello che è accaduto? Se pensano che i loro elettori gradirebbero, si presentino insieme alle elezioni. Altrimenti, come dicono i francesi, ognuno resti “chez soi”. Ovvero a casa propria.
Fervida e appassionata é la mente di chi ha scritto l articolo! leccando il selciato dei suoi datori di ” lavoretto”
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Cosa abbia prodotto questa idea ” balzana” sono quelli che vogliono tutti essere curati da Zangrillo nella suite reale di Berlusconi.. non è che ci vuole molto a comprarli! Una volta bastava. Una villa con piscina vista Colosseo! Oggi la suite al San Raffaele é roba che ci invidia anche Putin e tutti gli emirati united ! Persino quello di sarsha..
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A volte…moltissimo rarissimamente, Telese riesce ad essere giornalista e intellettualmente onesto.
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“ Quanto al Pd, ha appena recuperato quattro punti di consenso, proprio perché ha archiviato le ambiguità trasformistiche del Nazareno renziano. ”
Appunto!
Non sanno che inventarsi per riperderlo questo vantaggio. Ci hanno provato col mes e non ci sono riusciti, poi col no al referendum. È arrivato il momento di giocarsi il jolly.
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Fantastico commento Paolapci
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Angelo,
Grazie ma in realtà ho usato un leit motiv di Travaglio dai tempi della bicamerale di D’Alema.
Quando B sembra clinicamente morto ci pensa il pd (allora ds, ulivo, ecc) a resuscitarlo, e a perdere quel minimo vantaggio acquisito mentre b si fingeva morto.
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Ma, Paola, da quello che ho capito si parla solo di un eventuale appoggio alla legge finanziaria prossima ventura, non certo di un ingresso di FI in maggioranza, come Renzi caldeggia (sappiamo perché) e Di Maio smentisce categoricamente.
Sono così ingenua a pensare che si possa concordare, specie in un simile momento storico, su una manovra di bilancio che immagino generosa, almeno sulla carta, verso le imprese in difficoltà e quindi gradita anche a FI?
È proprio impossibile pensare ad un appoggio, che non sia viziato da tutti questi inciuci sotterranei e non?
Non nel senso che non credo che ci siano, bada bene, ma nel senso di poter almeno pensare che potrebbero e dovrebbero NON esserci?
Sono così sognatrice o idealista? Sono così 5s prima maniera inside?
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Anail, parlavo proprio del pd, non diciamo del pd al governo: noi adesso ci prendiamo quei due o tre voti che ormai può garantire? In cambio di cosa?
Se il salva mediaset ha un senso, e mi pare di capire che lo abbia, passa senza accordo, se non ce l’ha veramente vogliamo perdere la faccia per l’ennesima volta? La manovra trovassero il modo di farla votare da chi è malato e smettessero di ammalarsi seguendo le prescrizioni che ci hanno dato.
Quanto alla domanda che poni, accordi senza ma, allora perché non votano dal loro lato del parlamento? Perché dal 1994 non ha mai fatto qualcosa che fosse giusta e basta, ha fatto solo carne di porco di tutte le istituzioni. Ma pure il fatto che faccia il padre della patria da Nizza, mo perché siamo sbituati “bene” ed è totalmente irrilevante rispetto che ne so alla corruzione di un giudice, ma altrimenti sarebbe normale?
Aggiungo che ti ho letta altrove: senti a me, 5 parole 14 lettere.
E poi, ieri Jonny ci aveva scritto una bella storiella sotto al post di anna sotto cui chiacchieravamo l’altra volta, non so se lo hai visto.
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No, non l’ho visto… Poi vado.
Paola, non mi sono spiegata. Il mio era un discorso teorico, ideale. Figurati se do credito a B. in qualsiasi caso e per qualsiasi situazione! Giammai.
Vedi che scrivo “non perché non credo che ci siano etc”
Diciamo che in questi giorni sono stanca di sentire continui sospetti su tutto, accuse, rettifiche… Non pensi che dovrebbe essere normale, in genere, in un paese democratico, avere, su alcuni provvedimenti essenziali, anche voti dall’opposizione, specie in un periodo simile? Ma qui si parla addirittura di creare una maggioranza diversa, si confondono i piani e si accusa Di Maio, che ha negato categoricamente e GIUSTAMENTE una simile eventualità. Non vorremo credere che un qualsiasi 5s, fosse anche il più stron2o, potrebbe accettare o solo prendere in considerazione una cosa simile? Un accordo con BERLUSCONI in cambio dei voti? Che lui lo tenti rientra nella norma, ma la “salva mediaset” (per capirci, ma odio chiamarla così) non è già passata? Chi vuole passare all’incasso, il PD? Quelli che pagherebbero per vendersi? I renziani? Renzi lo vuole direttamente in maggioranza, il padre putativo, se è per questo, con lui magari al posto di Guerini per poi lanciarsi sulla Nato. Aiuto.
Ma la grancassa batte per accusare sempre e comunque i 5s.
SEMPRE e COMUNQUE .
Persino per una cosa così assurda, che mi rifiuto anche di prendere in considerazione.
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Si si certo, teoricamente è già passato. Tecnicamente non è stato convertito, c’è in mezzo il tempo della manovra. Patuanelli ha dato la sua versione, sarei portata a credergli. Però boh.
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Mumble mumble
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Anail
direi ingenua…t
rattandosi di personaggi che sono in politica ancora prima di essere concepiti
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Sì, Adriano, ma infatti era un discorso teorico, tutto mio, come ho scritto a Paola.
Figurati se mi riferivo agli elementi di cui parli. Diciamo, in breve, che, a parte l’ideale democratico di partecipazione alle votazioni, senza secondi fini, mi sembrava l’ ennesimo, deprimente modo per montare la solita catapulta di fango contro i 5s.
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Telese non hai capito, non c’è nessun interesse verso la nazione. La mossa serve al pd per far fuori il M5S e prendere la gestione del Recovery Fund con gli amici di sempre. Gli amici quelli veri che non litigano per la spartizione del bottino.
Tana per il sor bettini!
Cazzo, che popò di politico sarei stato!
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Mannaro in realtà anche Di Maio è piuttosto favorevole a questa sorta di alleanza con Berlusconi, e non solo lui nei 5s, quindi può anche essere che il PD voglia “far fuori i 5s” ma allora anche i 5stelle si starebbero scavando la fossa da soli (o almeno alcuni di loro), il chè non mi sembra una genialata.
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Dormi sonni tranquilli, Telesita
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Mamma mia, ogni volta mi sembra che si faccia un sacco di fumo intorno ad un cerino acceso, tanto da far credere ad un incendio.
Secondo me i media, in Italia, fanno veramente troppo, TROPPO casino inutile e montino grandi questioni dal NULLA , ignorando invece i fatti più significativi e reali, così come hanno fatto con le dichiarazioni di Crisanti.
Io ho deciso di schermarmi e lasciar decantare le notizie, montate col telegrafo senza fili, di lasciare che il fumo si disperda per vedere il cerino.
Non dico molto… almeno basarsi sulle dichiarazioni effettivamente rilasciate, invece che sul “pare che” o su supposizioni tendenziose?
Un solo esempio: Di Maio viene dipinto come venduto, traditore, inciucione con la destra e chi più ne ha più ne metta.
Io gli ho solo sentito dire NO ad un ingresso di FI in maggioranza. E, occhio, l’ha dovuto SPECIFICARE, perché alla prima dichiarazione di probabile convergenza di voti in parlamento (che scandalo) è partito il circo Barnum.
È deprimente, davvero.
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Montano
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