La colpa è sempre degli altri. Non importa neppure sapere chi siano veramente. Non servono nomi e cognomi.
(Vittorio Macioce) – La colpa è generica e il presunto colpevole indefinito. È la folla. Sono gli italiani o i soliti brutti, sporchi e cattivi, quelli con il marchio doc. È il vicino di casa, di sedia, di scrivania, di tavolo o quello che al tavolo del bar aspetta che si raffreddi il cappuccino. È quello che corre, cammina, balla, porta a spasso il cane e la notte si dà alla pazza gioia, sognando orgie con altre sette persone o giocando a tombola. È il prossimo, quello che cristianamente bisognerebbe amare e invece è un tipo losco senza mascherina. Di questi tempi, infatti, è sempre qualcun altro a non coprirsi la faccia. Tu mai, noi mai. L’unica difesa contro il Covid allora sta diventando questa: puntare il dito. È una sorta di istinto di sopravvivenza, perché non siamo affatto diventati migliori. L’inferno, mai come adesso, sono gli altri.
È una difesa facile. Siccome gli altri sono indefiniti nessuno sbaglia e ognuno si toglie di dosso le proprie responsabilità. Basta lavarsi le mani, che dal punto di vista dell’igiene è una bella cosa, da quello morale molto meno. A sentire le chiacchiere in giro quest’estate tutti sono stati allo stesso tempo in vacanza e in convento. Tutti al mare o in montagna, ma da eremiti. È il sentimento degli italiani e il governo lo sta incarnando alla perfezione. Il ministro dei Trasporti dice che il virus non si trova su autobus, treni o aerei. Andrà a piedi. Il ministro dell’Istruzione assicura che nelle scuole il virus è assente. Sarà ignorante. Se ci fosse un ministro delle discoteche, e magari c’è, giurerebbe che il virus balla da solo. Il ministro della Salute ha detto che il virus è in casa ed era pronto a sguinzagliare la polizia. Fortuna che i poliziotti oltre ad avere anche loro una casa hanno il senso della Costituzione. Il più furbo di tutti però è sempre il premier. «Non escludo un lockdown a Natale. Molto dipenderà dal comportamento dei cittadini». Questo sangue non ricadrà su di me. La responsabilità politica è dei cittadini. Stiamo arrivando a una strana democrazia, dove il governo vota per scegliere gli elettori. Tutto il tempo perso in questi mesi? È colpa degli altri. È questa la fortuna di Giuseppe Conte. È lo specchio di questo Paese. «Anche se vi sentite assolti siete lo stesso coinvolti».
Gran seguace di Salvini questo Macioce, che ultimamente va sparando le stesse idiozie ovvero: cosa ha fatto il governo per evitare la seconda ondata? Più di tutte le norme anti Covid messe in campo e aver pressoché raddoppiato le terapie intensive e aumentato il personale scolastico e sanitario, spiegatecelo voi geni cosa avrebbe dovuto fare. O forse preferite un secondo lockdown?
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Ma poi che la critica venga in primis da Salvini, uno che organizza assembramenti un giorno si e l’altro pure, è veramente un paradosso! C’è ancora fra i leghisti qualcuno sano di mente?
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@lucapas
Ma tu pensa che idiota che sono!
Io ho sempre pensato che la “colpa” della pandemia fosse da ascrivere ad un esserino microscopico
chiamato Covid-19.
Adesso Vittorio Macioce mi apre gli occhi e la mente: “Ha stato il Governo!” mi spiega con dovizia di
inconfutabili dichiarazioni.
Grazie Vittorio! Senza di te sarei rimasto avvolto nella caligine dell’ignoranza.
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Articolo stupido e puerile.
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Rabbrividiamo al pensiero di cosa sarebbe stato se…e ringraziamo il cielo della fortuna che non ci siano loro. 🙏
Questa destra che parla di responsabilità: un ossimoro
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Questa destra del senso di RESPONSABILITA’ se n’è sempre FREGATA. Anteponendo la difesa degli interessi individuali del caro leader a quelli nazionali..
Ma di fonso resta la profonda ignoranza che avviluppa l’itagliano medio.
Ripropongo ‘intervista di A. Caporale a Nando Pagnoncelli.
Nando Pagnoncelli: “Italiani lontani dalla realtà. Amano Conte, votano a destra”
(di Antonello Caporale – Il Fatto Quotidiano)
– “Se mi chiama sondaggista metto mano alla pistola”.
Nando Pagnoncelli fa ricerca e analisi dell’opinione pubblica e da tempo ci spiega, misurando la pressione degli elettori, quanto gli italiani siano meno furbi di quanto crediamo e molto più ignoranti di ciò che penseremmo.
La maggioranza assoluta di chi va a votare (il 54 per cento del totale) ha una istruzione che raggiunge al massimo il titolo di terza media. E di questa bella metà il venti per cento non ha nessun titolo di studio.
Neanche la quinta elementare?
Nessuno.
Una parte anche cospicua di coloro che votano centrodestra – secondo la sua ultima stima – ritiene che Conte sia il miglior presidente del Consiglio possibile?
È grande la confusione sotto questo cielo. Invece no. Il giudizio sul governo e su questo premier attiene al modo in cui sta gestendo questa pandemia. C’è consapevolezza che sia un grande guaio e che lui stia facendo il meglio possibile.
Sta facendo il meglio possibile, però una porzione anche robusta dei sostenitori poi vota i partiti che accusano Conte di fare il peggio possibile.
Perché distinguono la politica dalle istituzioni. Separano la passione personale dalla valutazione fredda della realtà. E infatti non c’è altra spiegazione se prendiamo in esame la percentuale di coloro che danno un giudizio positivo (63%).
A me sembrano semplicemente scollegati dalla realtà.
Praticano la contraddizione. Che è anche il frutto di una conoscenza approssimata, di una formazione culturale che per molti si è fermata ai livelli più bassi e che per troppi non è manco iniziata a scuola. Gli elettori sono canne al vento. È certo che subiscono il “contagio” televisivo principalmente. La notizia di un minuto che passa al tg della sera, magari sostenuta da immagini di repertorio.
Se ascoltano un servizio sui migranti che manda in onda le immagini di un vecchio barcone colmo di corpi disperati crederanno all’invasione permanente.
Esatto. Se quell’immagine di repertorio è mandata e rimandata, il repertorio sarà l’attualità. Il passato diverrà il presente e anche il futuro. Infatti nel 2014 fu misurata l’esatta distanza tra la percezione e la realtà. Fu chiesto agli italiani quanti stranieri fossero in Italia. Risposero che almeno il 30 per cento della popolazione non era nativa (e in un’altra indagine risultò che i clandestini, secondo la percezione popolare, fossero poco meno della metà di tutti i migranti!). Il dato reale di chi è giunto da noi e qui risiede si ferma all’otto per cento del totale.
E i disoccupati?
La metà degli italiani, secondo gli intervistati, sarebbe senza lavoro (il 48 per cento per la precisione) a fronte della realtà che fissava a quel tempo la disoccupazione al 10 per cento. E gli anziani sarebbero addirittura il 49 per cento (il dato reale situa invece la terza età al 22 per cento). Appare ciò che non è. La paura è un sentimento prevalente. L’allarme sociale è la turbina, il propulsore di ogni azione. Poi l’età avanzata, la bassa istruzione e il canale televisivo monotematico (telegiornale delle venti in prevalenza) come fonte principale dell’informazione, accrescono una dimensione alterata di quel che esiste e si dovrebbe fare.
Internet non ha prodotto scossoni?
Non allarga il pensiero tra opposti ma tende a chiudere il confronto nelle rispettive case comuni.
Parlo solo con chi la pensa come me.
Esatto. Così irrobustisco la convinzione di essere nel giusto. E magari invoco riforme, cambi di rotta. Altro che! A patto però che non incidano sulla mia condizione.
Rivoluzionari col portafogli degli altri.
Su questo non c’è discussione.
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Non dica così sig.ra Liana.
Zingaretti, Sala, Gori, Scanzi, giusto alcuni che, a pandemia scoppiata brindavano e deliravano.
Già dimenticati?
È trasversale.
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Eh, UNTU, ma la ciliegina ha il suo sacco di farina bello colmo di verità, mica copia/incolla da Internet lei; lei che era già al Liceo quando noi giocavamo ancora a Péta…
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@SOMARO CRIMINALE NEGAZIONISTA e figlio di giannini.
Tu se avessi avuto un’anima saresti sparito a nasconderti in un eremo inaccessibile.
Dopo le plateali figure di MEXDA estive sei ancora in giro a mettere i puntini sulle i. Ma sempre senza avere NULLA da dire e contestare nel merito degli altrui scritti.
RIASSUNTO ESAUSTIVO di tutte le teste di caxxo della tua risma.
BESTIARIO COVID – LA CALDA ESTATE DEI “RIDUZIONISTI”
“Ma quale seconda ondata!” Ora questi non parlano più
di Lorenzo Giarelli
Il più solido piacere della vita – scriveva Giacomo Leopardi – è quello delle illusioni. Fedeli a questo principio, in molti si erano convinti di averla scampata: il lockdown e i mesi estivi avevano attenuato la letalità del virus e parecchi si erano fatti l’idea che l’emergenza fosse finita per sempre.
Non era così, eppure i toni utilizzati (“dittatura sanitaria”, “terrorismo psicologico”) tradivano una certa sicumera.
Anche perché a dar man forte al partito dei “riduzionisti” c’erano fior di medici. Su tutti Alberto Zangrillo, primario al San Raffaele di Milano noto – tra l’altro – per aver dichiarato che “il virus clinicamente non esiste più”. Era il 31 maggio e da allora Zangrillo non ha fatto passi indietro: “Forse erano toni sbagliati, ma nessuno è mai riuscito a contraddirmi” (27 luglio).
Certezze simili a quelle ostentate da Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Mario Negri: “Più che di seconda ondata parlerei di possibilità che ci sia qua e là una ripresa della malattia. La Lombardia? Adesso è più protetta, il virus fa fatica a trovare persone da infettare” (29 settembre). La Lombardia, ieri, aveva oltre 2.400 nuovi contagiati, cioè il doppio della Campania, la seconda Regione per maggiore incremento. Ma il concetto chiave, professato pure da Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del San Martino, era quello di evitare allarmismi: “Il virus è meno aggressivo, basta catastrofismi” (23 agosto).
Figurarsi se, con tutte queste rassicurazioni, la politica poteva non andare a rimorchio. Il 27 luglio le idee dei “riduzionisti” entravano in Senato con un convegno surreale, durante il quale Andrea Bocelli minimizzava l’impatto del virus sostenendo di “non conoscere nessun ricoverato” e Matteo Salvini celebrava i suoi dubbi sulla mascherina (“Non ce l’ho e non la indosso”) e sul distanziamento: “Il saluto col gomito è la fine della specie umana”.
Anche in Fratelli d’Italia erano giorni di spensieratezza. Il 31 agosto il deputato Federico Mollicone definiva il prolungamento dello stato d’emergenza come “il passaggio alla dittatura sanitaria”. Un mese prima, la sua leader Giorgia Meloni si era distinta per un accorato discorso alla Camera in cui, oltre agli occhi fuori dalle orbite, risaltavano le accuse al governo, reo di usare lo stato di emergenza “per consolidare il potere e agire senza regole e controlli”.
Questo era anche il leit motiv dei quotidiani di destra, che per settimane hanno gridato al totalitarismo: “Conte come Erdogan” (Libero, 2 agosto), “Tira un’arietta di regime” (La Verità, 2 agosto), “Colpo di mano. Emergenza Conte” (Il Giornale, 29 luglio), “No! No! No!” (Il Tempo, 29 luglio).
E che dire del fine giurista Sabino Cassese: “La domanda è: siamo in uno stato di emergenza in questo momento?” (27 luglio). Come dire: meglio decidere di giorno in giorno se dichiarare l’emergenza o no.
C’è da consolarsi, però. Ora ci si indigna su scuole e trasporti; a fine agosto il dibattito era tutto incentrato sulla chiusura delle discoteche. Nicola Porro era categorico: “L’ultima dei terroristi del virus: guerra alle discoteche” (11 luglio). Nonostante abbia sofferto il virus, da sempre il giornalista manifesta serenità: “Hanno creato il terrore del virus e della seconda ondata. Mi è stato chiesto di fare il tampone, sapete cosa dico io? (fa il gesto dell’ombrello, ndr). Ma quale cacchio è l’allarme? Tutto questo pessimismo e questa paura hanno portato i pieni poteri di Conte e Casalino” (11 luglio).
Roba da generale Pappalardo o al limite da Vittorio Sgarbi, un altro che ha dato il meglio di sé. La settimana scorsa, nonostante i numeri già in aumento, protestava: “Finitela col terrorismo. Non date i numeri dei contagiati, date quelli dei morti”. Gli stessi che due giorni fa sono raddoppiati.
Anche a sinistra, però, c’è chi in estate ha sottovalutato il virus.
Vincenzo De Luca, per esempio, mentre annunciava imminenti lockdown, si batteva per l’apertura degli stadi al pubblico anche fino al 25 per cento della capienza.
Stessa linea sostenuta in Emilia-Romagna da Stefano Bonaccini, che poi si è dovuto accontentare – come tutti – di un migliaio di persone. Chissà se oggi, visti i dati, hanno cambiato idea.
DAI SOMARO CHE SI SPACCIA PER FELINO, SPARISCI, TOGLITI DAL CAXXO TU E IL COMPARE ODIERNO DI BISBOCCE.
SIETE FASCISTUME DA LETAMAIO. SCARTI DI FOGNA, DOVE VI HA FIGLIATO QUELLA CAGNA PERENNEMENTE IN CALORE DELLA VOSTRA GENERATRICE DEMONIACA.
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SEI TECNICAMENTE UN C0GLL0NE.
Ti riferisci a momenti storici ben diversi, con pochissimi morti, forse una decina in totale come cumulativo.
Il tuo capitone parassita, fannullone e balordo ha continuato invece a comportarsi da terrorista da aprile sino ad oggi.
Siete vergognosi nello scaricare tutte le responsabilità dei vostri gesti e parole ignoranti.
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Untu,
Tutto vero, ma riguarda il periodo che precede perfino la prima restrizione, parliamo del 22-23 Febbraio, hanno valutato erroneamente e si sono scusati (ricordo anche Meloni davanti ar Colosseo “come to italy” e ricordo Salvini all’aeroporto che era vuoto ma per lui non c’era motivo, e non ricordo le scuse), annoveriamoli tutti tra coloro che non ci hanno capito niente. Eviterei di inserire Scanzi tra questi, perché chi se ne frega? Mica prende decisioni, mica ha l’autorevolezza di un politico o di un amministratore, è un privato cittadino, esprime opinioni ma non credo che abbia influenzato le masse come il sindaco di Bergamo o come Salvini. Dubito pure che ZIngaretti il carismatico abbia influenzato qualcuno, ma va bene.
Molto più grave dovrebbe essere l’apri e chiudi successivo, quello della lega soprattutto: Salvini per esempio era indignato che a Pasqua i fedeli non potessero andare in chiesa, poi a Giugno prima manifestazione senza mascherine. E poi mille altre occasioni. Ora seriamente vogliamo mettere sullo stesso piano fine Febbraio e Marzo, Aprile, Maggio, e Giugno?
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Jerome e Paola,
avete risposto per me in modo così esaustivo che non c’è bisogno che io aggiunga altro. Vi ringrazio.
Distinguerei il modo, se non altro educato, di interloquire di Untu dall’inutile ed insipiente pesantezza di quell’altro, poco originale persino nell’uso delle faccine.
Non sa di avere a che fare con una donna SARDA, notoriamente provvista di attributi, in quanto ha il matriarcato nel D.N.A.
Forse non aveva mai avuto prima l’onore, ma sappia che le donne della nostra stirpe non si fanno certo mettere i piedi in testa dal primo idiota che passa e che, usando le più becere modalità e i più squallidi insulti da 4 soldi, riesce a svilire solo sé stesso.
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Si è innamorata…
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A questo scrivano lecchino deve cominciare a bruciare il deretano per scrivere certe idiozie.
EXCUSATIO NON PETITA ACCUSATIO Manifesta.
Mettesse pure le mani avanti, MA IL POPOLO NON DIMENTICA CHI SIANO STATI I MINIMIZZATORI CHE INCITA VANO ALLA TRASGRESSIONE.
UN BRANCO DI NARCISI EGOISTI IN CERCA DI VISIBILITÀ TRA LA PLEBAGLIA STRAFOTTENTE E INSOFFERENTE A LEGGI E REGOLE DI CIVILTÀ.
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Ciao Jerome, ti vedo in forma.
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