GLI STATI GENERALI DEL MOVIMENTO 5 STELLE
(Alessandro Di Battista) – La società post-covid sarà completamente diversa. Saranno diverse le necessità e diversi i timori dei cittadini. Saranno, dunque, diverse le risposte da adottare. Saranno inoltre diverse (sebbene i “piccoli” continueranno a subire maggiormente gli effetti della crisi, come nel trentennio liberista) le categorie più vulnerabili. Gli Stati Generali del Movimento 5 Stelle avranno senso se, in primis, sapranno produrre un’agenda politica 2020-2030 che contenga soluzioni e progetti a sostegno della collettività, in particolare della classe media: i nuovi possibili poveri della fase post-pandemica.
Negli ultimi mesi ho coordinato diversi gruppi di lavoro dove hanno partecipato portavoce nazionali, europei, attivisti, esperti in varie tematiche e non iscritti al M5S. Grazie al loro contributo siamo arrivati ad un’agenda che spero vi sarà la possibilità di presentare agli Stati Generali.
La pandemia, da un lato, ha mostrato a tutti quanto lo Stato sia un’istituzione fondamentale e quanto coloro che non hanno fatto altro che indebolirlo negli ultimi decenni siano responsabili, politicamente, della perdita di molti diritti trasformati via via in merci sulle quali lucrare. Da un altro lato ha confermato (se nell’epoca dei cambiamenti climatici ve ne fosse ancora bisogno) quanto la tutela del patrimonio ambientale sia una battaglia indifferibile. Oggi più che mai difendere l’ambiente significa difendere la Patria e proprio la difesa ambientale sarà il settore dove poter creare nuovi posti di lavoro.
La prima parte dell’Agenda racchiude proposte per affrontare il mondo post-covid (chiamarla emergenza è riduttivo). La seconda parte presenta una serie di soluzioni da mettere in campo per affrontare ataviche necessità dei cittadini. La terza parte indica le azioni che il Movimento 5 Stelle ha il dovere di adottare/confermare per rafforzare le sue politiche, la sua comunità, la sua indipendenza e costruire il proprio futuro. In tal senso gli Stati Generali dovranno essere anche l’occasione di sciogliere determinati nodi sui quali oggi si hanno visioni differenti.
AGENDA 2020-2030
I PARTE: AFFRONTARE IL MONDO POST-COVID
- Sostegno straordinario alla piccola e media impresa ed ai lavoratori autonomi a partire da una corposa riduzione del carico fiscale. La piccola e media impresa (tessuto economico e sociale dell’Italia) è sotto attacco e nei mesi della pandemia i “piccoli” hanno subito gli effetti più catastrofici. L’epidemia, in molti casi, ha rafforzato i grandi e indebolito i piccoli, già fiaccati da 30 anni di iper-liberismo e capitalismo finanziario.
- Servizio civile ambientale: programma di lavoro giovanile per la difesa del territorio. I cambiamenti climatici aumenteranno il rischio idrogeologico. Il Servizio civile ambientale consente di investire in prevenzione, difendere il territorio attraverso la messa in atto del piano nazionale per l’adattamento al cambiamento climatico creando fino 200.000 posti di lavoro all’anno (per i prossimi 5 anni) per giovani under 32.
- Incentivi pubblici per chi – anche grazie alle opportunità di smart working – intende lasciare le grandi città e ripopolare i centri urbani scarsamente abitati.
- STOP alle grandi opere inutili: la stragrande maggioranza dei finanziamenti destinati ai lavori pubblici venga utilizzata nella grande opera che il Paese attende da anni: la manutenzione e l’ammodernamento dell’ordinario con il fine di migliorare la qualità di vita dei pendolari.
- Implementazione del Reddito di Cittadinanza con obbligo (ove possibile) di svolgere lavori socialmente utili nei Comuni o all’interno del Servizio civile ambientale.
- Risanamento del sistema idrico nazionale al fine di ridurre gli sprechi di acqua e aumentarne qualità e approvvigionamento.
- Legge sull’acqua pubblica che ponga fine alla mercificazione di un diritto inalienabile degli esseri umani.
- Riforma strutturale del sistema di gestione dei rifiuti: investimenti nell’economia circolare, equiparazione reati ambientali all’omicidio preterintenzionale, lotta all’obsolescenza programmata e diritto alla riparabilità.
- Decarbonizzazione del Paese: aggiornare gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima in modo più ambizioso, allineandoli agli obiettivi dell IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) per rimanere entro la soglia critica di 1.5 °C. Aumentare dunque la produzione di energia rinnovabile, anticipare la chiusura centrali a carbone senza convertirle in centrali a gas, implementare l’aliquota energetica (abbassare costi ad utenze virtuose ed aumentandoli a quelle più energivore).
- Progetto di car-sharing pubblico nazionale: programma di sostituzione ventennale di auto private con un parco di auto pubbliche, elettriche, condivise e utilizzabili su tutto il territorio nazionale.
- Rafforzamento del sisma-bonus e del super-ecobonus (renderli strutturali) con l’obiettivo di mettere in sicurezza il territorio nazionale dagli eventi sismici e rendere il Paese sempre più efficiente ed indipendente dal punto di vista energetico.
- Sostegno alle famiglie. L’Italia non è un paese per giovani ed è ancor meno un paese per genitori. Fare un figlio oggi, in molti casi, è un atto eroico. Va realizzato un assegno mensile (da 0 a 18 anni) per ogni figlio destinato alle famiglie (o ai singoli genitori) a basso reddito. Inoltre va aumentato e reso obbligatorio il congedo parentale (modello scandinavo) per entrambi i genitori.
- Chiusura domenicale dei centri commerciale al fine di tutelare i piccoli esercizi commerciali, i centri storici, la famiglia e le attività culturali e sportive.
- Creazione dell’ITI (Istituto per la Trasformazione Industriale), un istituto pubblico che sostenga le imprese in crisi nel processo di trasformazione/diversificazione produttiva che consenta loro di inserirsi in nuovi mercati.
- Sostegno alle imprese in crisi che decidono di ristrutturarsi garantendo ai lavoratori di concorrere alle gestione delle stesse (socializzazione delle imprese).
- Creazione di una Casa farmaceutica pubblica che non abbia come obiettivo il profitto ma la ricerca scientifica e la produzione di farmaci per contrastare le malattie “meno redditizie” per le grandi case farmaceutiche private.
- Riforma del sistema bancario: separazione tra banche commerciali e banche d’affari al fine di tutelare il risparmio dei cittadini da rischiose operazioni di speculazione.
- STOP definitivo al Patto di Stabilità e crescita, al MES e ai parametri responsabili dell’austerità economica e sociale.Modifica dello statuto della BCE: la Banca Centrale Europea dovrà diventare prestatore di ultima istanza (cosa che di fatto già sta facendo adesso).
- Legge sul conflitto di interessi e legge sugli editori impuri: drastica riduzione dell’accentramento di potere mediatico nelle mani di imprenditori che usano i media per interessi private che nulla hanno a che vedere con la libera informazione. Abolizione definitiva dei finanziamenti pubblici all’editoria.
- Controllo pubblico delle rete autostradale italiana con l’obiettivo di ridurre i pedaggi e investire gli utili in sicurezza e ammodernamento.
- Legge sulla RAI: fuori la politica dal sistema radio-televisivo nazionale e stop alle lottizzazioni partitiche per tutte le nomine pubbliche le quali devono essere improntate ai principi di meritocrazia e trasparenza e non a quelle di spartizione di potere.
- Aggiornamento della legge Spazza-corrotti: la corruzione è come il doping, ogni anno trova nuove modalità di azione. Oggi il sistema corruttivo si annida soprattutto nell’assegnazione di maxi-consulenze a parenti ed amici della politica.
- STOP alle porte girevoli tra politica e sistema finanziario, magistratura e sindacato.
- Rivoluzione digitale nella Pubblica amministrazione con l’obiettivo di azzerare il potere discrezionale della burocrazia.
- Piano nazionale dell’acciaio da inserire in un piano europeo incentrato sulla sostenibilità ovvero sulla creazione di mini-acciaierie distanti dai centri abitati, con valutazioni di impatto sanitario e con aree prevalentemente a freddo. Investimenti sulla sperimentazione della produzione a H2 verde.
- Diritto alla connettività: libero accesso alla rete per tutti i cittadini.
- Aumento degli investimenti in ricerca ed università per far sì che l’Italia raggiunga e poi superi la media europea.
- Rafforzamento della diffusione delle discipline sportive finalizzate all’inclusione sociale, ai bisogni legati alla disabilità, al contrasto del degrado socio-economico delle periferie, alla prevenzione dei disturbi alimentari e posturali attraverso concessioni di spazi e attrezzature alle associazioni e società sportive dilettantistiche e attraverso la riqualificazione urbana da realizzare mediante edilizia sportiva.
- Inserimento dell’esercizio fisico nel sistema sanitario nazionale: prescrizione medica dell’attività fisica. Inserimento docenti di educazione fisica di ruolo – laureati in scienze motorie/diplomati ISEF – nella scuola primaria.
- Completare il processo di digitalizzazione della giustizia e rafforzare i metodi di giustizia predittiva. Consentire notifiche solo per via telematica. Estensione del processo civile telematico a tutti i gradi di giudizio (anche al Giudice di pace e Cassazione che oggi ne sono sprovvisti).
- Salario minimo garantito per tutti, per dare dignità a ciascun lavoratore.
- Legge sulla prevenzione del suicidio.
II PARTE: ALTRE BATTAGLIE - Promozione e sostegno all’uso medicale, industriale e commerciale dei prodotti della cannabis.
- Terza via in materia di immigrazione: chiusura dei porti e accoglienza interessata sono due facce della stessa medaglia: il totale disinteresse delle condizioni di vita e delle lotte politico-sociali del continente africano. La tragedia dei flussi migratori non si potrà mai fermare se prima non si definisce un piano complessivo che abbia come focus il diritto a non emigrare.
- Rafforzamento e regolamentazione dello spoils systems per permettere a chi vince le elezioni nazionali, regionali e comunali di sostituire funzionari e dirigenti che ostacolano l’attuazione del programma elettorale risultato vincente.
- Indipendenza energetica: massicci investimenti verso una produzione distribuita e locale di energia rinnovabile, sostegno alle comunità energetiche ed a Comuni e cittadini dei cittadini produttori di energia.
- Promozione e sostegno all’agricoltura naturale e biologica e contrasto all’uso massiccio di fitofarmaci. Divieto di commercio e coltivazione di OGM.
- STOP – senza alcuna deroga – alla vendita di armamenti o altra strumentazione ad uso militare a paesi in conflitto o che sostengono, direttamente o indirettamente, paesi in guerra.
- Taglio del 30% del numero dei consiglieri regionali e taglio del 40% delle indennità dei parlamentari e dei consiglieri regionali. Rendicontazione totale delle spese effettuate con altri bonus e privilegi a loro disposizione.
- Obbligo e tempi certi di discussione delle leggi di iniziativa popolare in Parlamento e rafforzamento degli strumenti di democrazia diretta.
- STOP ai finanziamenti pubblici alle scuole paritarie e all’aziendalizzazione della scuola pubblica: costruire una Scuola Statale di qualità con una vera riorganizzazione in funzione pedagogica e didattica
- Garantire ai bambini con genitori separati il diritto alla bigenitorialità. Costituzione di un vero e proprio sistema di “welfare state” per sostenere le parti economicamente colpite dalla disgregazione familiare. Modifica delle regole sull’affidamento e – in particolare – sul diritto di visita e di frequentazione dei figli.
- Ritiro del contingente italiano dall’Afghanistan.
- Elezione diretta dei parlamentari della Repubblica (ritorno alle preferenze) con obbligo di candidatura nel collegio di residenza.
- Approvazione di una legge sul “Fine vita” che, almeno, recepisca i principi sanciti dalle recenti sentenze della Corte costituzionale.
- Assegnazione all’Unione Europea di un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
III PARTE: RAFFORZAMENTO DEL MOVIMENTO 5 STELLE - Massimo due legislature per consiglieri regionali, parlamentari nazionali ed euro parlamentari: chi ha compiuto due mandati (anche non interi) avrà la possibilità di candidarsi, una sola volta, nei comuni di appartenenza.
- Le nomine ministeriali degli esponenti del Movimento 5 Stelle siano – così come è stato fatto per i programmi – coordinate dal Movimento al fine di garantire la massima trasparenza e meritocrazia.
- Internazionalizzazione del Movimento 5 Stelle: creazione di un team che abbia come obiettivo la condivisione del nostro know how (organizzazione, democrazia diretta, creazione e rafforzamento di un movimento politico) con i nuovi gruppi politici e le organizzazioni civiche africane che lottano per il diritto a non emigrare.
- Collocazione autonoma del Movimento 5 Stelle rispetto a destra e sinistra: a prescindere dalla legge elettorale che verrà approvata il Movimento 5 Stelle, nel 2023, si presenterà da solo alle elezioni politiche.
- La piattaforma Rousseau è il cuore del Movimento 5 Stelle: va rafforzata per continuare a diffondere ed esercitare la democrazia diretta e permettere agli iscritti di esercitare la giusta pressione sui portavoce.
P.S. Alcune delle proposte contenute in questa agenda sono lavoro quotidiano di portavoce e membri del Governo del M5S che meritano sostegno. Nei prossimi giorni presenterò singolarmente alcune idee. Sono a disposizione di attivisti e gruppi territoriali per organizzare incontri online in cui discutere queste proposte in vista degli Stati Generali: la mail per coordinarci è agendapolitica2030@gmail.com
Quando il gioco si fa duro, i duri incominciano a giocare….
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Ambiziosetto, come programma! Non si può certo dire che il ragazzo non abbia le idee ben chiare.
Va detto che la maggior parte sono concetti di puro buonsenso e civiltà, apprezzabilmente ben condensati e riuniti in forma programmatica, che chiunque abbia a cuore una società più equa dovrebbe, almeno in parte, fare propri, e su ognuno dei quali ogni partito degno di questo nome dovrebbe avere una posizione ben chiara e definita; invece, non ce l’ha praticamente nessuno, fumoserie a parte, a cominciare proprio da coloro cui questa serie di idee e proposte sono esplicitamente rivolte; eppure, chiunque potrebbe in qualunque momento farle proprie, in tutto o in parte, o almeno chiarire una volta per tutte le proprie intenzioni in merito, possibilmente accompagnando ogni presa di posizione, specie quelle contrarie, con uno straccio di motivazione.
Se anche solo la metà della metà dei punti elencati (terza parte esclusa, diciamo che è quella che gli viene meno bene) dovesse mai vedere la luce entro un decennio, non importa per mano di chi, vorrà dire che saremo diventati una società finalmente degna di dirsi civile, quando non direttamente il Faro d’Occidente. E’ un bel sogno, ma i sogni non si realizzano mai (e anche quelle rare volte, comunque, è sempre diverso dalle aspettative): quindi, non succederà.
Intanto, perchè se ci fossero i presupposti culturali per realizzare una rivoluzione epocale del genere, probabilmente non saremmo l’Italia ma la Svezia (o almeno lo stereotipo che ne ha l’immaginario collettivo). Poi, perchè esiste anche il resto del mondo con cui fare i conti: di solito non resta mai a guardare, appena si accorge che qualcosa bolle in pentola. Ma il vero problema è che il grosso delle resistenze saranno interne, a tutti i livelli: un punto che manca è in che modo bisognerebbe procedere per smantellare una società basata sul privilegio e sostituirla con una basata sul merito: io dubito fortemente che ne esista uno, anche ipotizzando scenari da anni ’70, ma se manca quello, manca tutto. Altra cosa che manca è la visione d’insieme (ruolo degli apparati dello Stato, in particolare la Magistratura), il che è di conferma all’idea che mi sono fatto di Di Battista, quella di un ideologo sognatore, che certi problemi pratici non se li pone neppure, però rischia di finire come Che Guevara quando l’hanno fatto ministro, specie se verrà lasciato solo.
Chiunque sosterrà fattivamente, e non solo a parole, la maggior parte di questi punti programmatici (parlo sempre solo delle prime due parti, la terza non è affar mio e comunque mi appassiona poco) godrà, finchè lo farà, del mio appoggio incondizionato, per quel poco che vale.
Questa è la lingua che dovrebbe parlare sempre Di Battista: concetti chiari. Le idee proposte sono quasi tutte buone, il dibattito dovrebbe vertere solo sul modo migliore di metterle in pratica. Però, quando prova a parlare il politichese, mi fa’ un po’ cadere i cosiddetti. Infatti, riguardo alla terza parte, personalmente ritengo sarebbe molto meglio se lasciasse a degli adulti l’incombenza di stabilire come vada gestito quello che, a tutti gli effetti, è un partito (anche se ancora non lo sa), a cominciare dal nodo centrale dei futuri metodi di selezione della classe dirigente (l’attuale ‘ndo cojo cojo ha mostrato tutti i suoi limiti, seppur con qualche colpo di fortuna), altro tema fondamentale a cui, non a caso, il fanciullo utopista (ma ci vogliono anche quelli) non ha nemmeno accennato.
W il punto 33.
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@Jonny Dio
D’accordo con la tua analisi e condivisibile (purtroppo) anche il pessimismo che la pervade.
Meno d’accordo mi trova invece il tono paternalistico con cui etichetti “il fanciullo utopista” come un “sognatore”
incapace di vedere i problemi pratici che potrebbero frantumare i suoi sogni.
Cioè: l’altezza e la ripidità della montagna, che pure stanno davanti agli occhi dello scalatore, dovrebbero indurlo
a rinunciare al sogno di scalarla?
Non credo affatto, essendo Dibba uno che FA le cose e non si limita a dire che le FARA’, che non sappia
perfettamente che gli ostacoli alla realizzazione di un simile “utopico” programma siano tanti e tali da costringere
chi si propone di realizzarlo a compromessi e rinunce, ma se non indica con chiarezza qual’è la meta da
raggiungere e quale strada imboccare, come può pretendere che siano tanti a scalare la montagna?
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Vedi, quello che mi lascia più perplesso di lui è che, sul più bello, quando un decennio di sforzi è stato capitalizzato ed è arrivata finalmente l’occasione di governare, non si capisce bene quale sia stato il motivo, ma i fatti sono che ha finito col mandare avanti gli altri (aveva annunciato in anticipo di non volersi ricandidare ed è stato di parola, mah, forse aveva creduto che il massimo possibile era già stato ottenuto e non sarebbero mai riusciti ad andare al governo, precludendosi quella che è stata un’occasione unica e irripetibile per abbandonare, una volta tanto, i banchi dell’opposizione, anche se è bene tenere a mente che è da qui che iniziano i problemi, quando si deve passare dal dire al fare, però non credo si sia messo paura per questo, probabilmente non ci ha creduto abbastanza, come non ci credeva nessuno prima del 4 marzo), e tutto per mettersi a girare il mondo, specialmente centro e sud America, forse in cerca di sè stesso, manco fosse un Mattia Santori qualunque (che, però, ha pure dieci anni di meno).
Scelta rispettabilissima, ci mancherebbe, è un’esperienza che auguro a tutti nella certezza che arricchirebbe chiunque, figurarsi uno come lui che certamente non è uno stupido. Personalmente ritengo anche che alcune delle sue idee, che condivido, siano probabilmente figlie di quel periodo: è chiaro che fare viaggi del genere non possa che aprire la mente. Però, poi, non puoi tornartene all’ovile come se niente fosse. Nel frattempo sono successe delle cose, qualche battaglia è stata vinta, qualche altra persa, ma tutte sono state combattute da qualcuno, mentre lui si arricchiva culturalmente. Il mio parere è che abbia fatto la cosa giusta nel momento sbagliato, comunque è stata una sua libera scelta e il fatto che il suo ruolo all’interno del Movimento sia oggi rimesso in discussione è uno dei rovesci della medaglia di quella scelta.
Intendiamoci, ben venga l’attuale stimolo che può portare ai 5stelle che, nel frattempo, hanno camminato sulle loro gambe, e pure con qualche risultato apprezzabile, però a me pare in qualche modo poco rispettoso del lavoro e dell’impegno altrui ricomparire all’improvviso e mettersi a dispensare consigli, per quanto buoni e non interessati essi siano (a molti magari verrebbe da rispondergli: tante grazie, ma dov’eri quando servivi? Questo trascorso rischia di sminuire e far passare in secondo piano l’utilità dei suggerimenti, specie in quelli meno intellettualmente onesti, che esistono nei 5stelle come ovunque, anche se la distribuzione non è uniforme).
Sarò pignolo, ma prima di pronunciarmi sul fatto se sia uno che FA e non si limita a dire che FARA’, vorrei prima vederlo all’opera almeno una volta, con tutto il corollario di pressione, scelta delle priorità, eventuali compromessi, insomma: sul campo. Ma, anche se si limitasse a suggerire la cosa giusta da fare, sarebbe comunque cosa da apprezzare. Sottolineo una volta di più che ritengo comunque positivo il saldo complessivo del personaggio, altrimenti non ci perderei neanche un minuto a discorrerne, del resto sono pure tempi duri e c’è bisogno di tutto l’aiuto disponibile.
Io continuo a vederlo meglio nel ruolo dell’ideologo che indica la via, figura necessaria seppur non sufficiente, anche se a mio avviso deve imparare a farlo con più umiltà, accettando e rispettando anche l’operato altrui.
Detta ancora in altri termini, dovrebbe essere un po’ meno Che Guevara e un po’ più Fidel Castro: il 1° gennaio del 1959, per il primo la rivoluzione è finita, per il secondo è iniziata.
Ti saluto e ti ringrazio, è sempre un piacere sentirti.
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Ma sono stati generali o campagna elettorale!? Su i due mandati abbiamo già votato forse Di Battista stava all’estero. 50 Punti! Fino a ieri si faticava a condividerne 10, “mo” son 50!? Personalmente ne ho già le scatole piene ancor prima di iniziare, se il M5S si deve ridurre così sono contenta che si esaurisca l’avventura finito il mandato di Governo. Amore, Pace & Vaffanculo!
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Programma interessante, ma preferirei fossero approfondite certe questioni.
Al punto 1, si dovrebbe aggiungere: “per finanziare la piccola impresa, ripristino delle tasse progressive”, che negli anni sono diventate progressive al contrario. Ma mi par di capire sia nelle intenzioni.
Per il punto 2, sarebbe sufficiente sciogliere i Comitati di Bonifica, retaggio del fascismo, e utilizzare i dipendenti (forse solo di ufficio) per la pulitura del fossi e la manutenzione dell’ambiente, anzichè lasciarli a succhiare soldi.
Al punto 4 (che condivido in pieno), mi piacerebbe aver letto che gli incentivi vanno per un trasporto che torna pubblico, altrimenti temo che i soldi delle tasse, finiscano a ingrassare privati.
Al punto 5, avrei preferito: “implementare posti di lavoro”, ma comunque sono d’accordo.
Al punto 9, vorrei leggere che la “decarbonificazione” non peserà sulle bollette della gente, arricchendo aziende con “incentivi” che diventano la vera fonte di profitto. In oltre, attenzione a non appoggiarsi all’elettrico, perchè al momento, sposterebbe l’inquinamento ma non lo risolverebbe e farebbe invece schizzare le bollette (e ho letto che chi ha l’auto elettrica, l’aumento lo ha già sentito parecchio).
Punto 10, mi sta bene, purchè non diventi l’unico modo di poter usare l’auto, divenuta troppo cara per stipendi troppo bassi (o redditi di cittadinanza a tappeto, per uno stuolo di disoccupati).
Punto 13, personalmente sono in totale disaccordo. Il punto è pagare adeguatamente i lavoratori.
Punto 18, avrei preferito: “pensare ad un futuro fuori dall’UE”; infatti, non c’è modo di riformare ciò che è stato creato appositamente per arricchire i Paesi del nord a spese di quelli del sud. In un sistema di cambi fissi, per l’Italia non ci sono speranze di un futuro migliore. Quindi…
Punto 24: attenzione, che non è il contatto umano a far esplodere la burocrazia. Anzi…
Punto 26, ottimo, purchè non diventi un obbligo.
Punto 30, lo trovo raccapricciante e per molti versi spaventoso. Sono inorridito per il non detto e il sott’inteso (sistema di sorveglianza di massa alla cinese).
Punto 34, confuso, poco chiaro e soprattutto inconcludente. Avrei preferito: chiusura dei porti agli immigrati irregolari senza sè e senza ma e possibilità di entrare in Italia grazie a borse di studio, previa garanzia della famiglia di poter mantenere il pargolo (come avviene in Francia). Asilo MOMENTANEO, solo a chi DIMOSTRA (non a chiacchiere) di essere in pericolo di vita in Patria.
Punto 41, ottimo la fine dell’aziendazione della scuola, ma bloccare i finanziamenti alle scuole paritarie, significa precluderle a moltissima gente non benestante; su questo non sono d’accordo.
Punto 45, ottimo, ma attenzione a non finire come i paesi del nord: succedono cose raccapriccianti e l’eutanasia in certi casi viene “imposta” ai parenti diventati un peso (non ho spazio per approfondire).
Punto 49, solo una breve riflessione: la democrazia diretta e l’internazionalizzazione sono un ossimoro. Più lontano e sovranazionale è la direzione, più è fuori portata per i singoli popoli e le loro diverse istanze.
Punti 6 – 7 – 8 – 16 – 17 – 19 – 20 – 21 – 22 – 36 – 37 – 39 – 42, da incorniciare.
Parere del tutto personale, che offro come spunto di riflessione e niente più.
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