(linkiesta.it) – Lo scontro si consuma via Twitter. «I colloqui sul bilancio Ue sono interrotti. Senza una valida proposta da parte della presidenza tedesca dell’Ue per aumentare i massimali, è impossibile andare avanti. I margini e la flessibilità sono per esigenze impreviste, non per trucchi di bilancio». Il portavoce del Parlamento europeo, Jaume Duch, annuncia così lo stop ai negoziati con il Consiglio sul budget 2021-2027 dell’Unione europea. Subito la replica di Sebastian Fischer, portavoce della Rappresentanza della Germania: è «deplorevole», scrive, che l’Europarlamento «abbia perso l’occasione di portare avanti i negoziati sul bilancio». Negoziati, è bene precisarlo, a cui è agganciato anche il piano Next Generation Eu, che dovrebbe portare 209 miliardi nelle casse italiane.

Si alza così il livello di scontro tra Strasburgo e gli Stati membri guidati dalla presidenza di turno tedesca. Non si riesce a trovare la quadra sul bilancio pluriennale dell’Unione. L’Eurocamera è autorità di bilancio, pur non avendo poteri sul Recovery Fund. Eppure i due dossier sono strettamente legati. Un ritardo nell’accordo sul budget porta inevitabilmente a un ritardo nell’entrata in funzione del pacchetto di aiuti per la ripresa e il rilancio.

Al Consiglio europeo del 21 luglio scorso gli Stati membri, dopo una lunga trattativa, hanno raggiunto un accordo sul Recovery Fund e sul prossimo bilancio dell’Unione stabilendo che sarebbe stato pari a 1.074,3 miliardi. L’equilibrio trovato per soddisfare le richieste dei diversi governi – con i «Frugali» che vogliono ridurre gli esborsi e il gruppo di Visegrad che vuole minori condizionalità tra lo Stato di diritto e l’erogazione dei fondi – ha portato al taglio dei finanziamenti di alcuni programmi ritenuti fondamentali dal Parlamento Ue, come l’Erasmus e il sostegno alla ricerca scientifica.

Strasburgo chiede maggiori risorse per 15 capitoli di spesa, rafforzamento dello Stato di diritto e una partecipazione alla governance del Next Generation Eu. All’ultimo Ecofin di martedì, gli Stati hanno trovato un accordo sulla proposta tedesca necessaria per far partire il negoziato, aumentando le risorse del bilancio per finanziare i progetti centrali per il Parlamento, ma senza rafforzare le condizionalità legate al rispetto dello Stato di diritto.

Il presidente della commissione Bilanci del Parlamento Ue, Johan van Overtfeldt, ha risposto che attende con «impazienza l’inizio dei colloqui sullo Stato di diritto» e che si definisce «deluso sul rafforzamento dei programmi», sottolineando che un rapido accordo può essere raggiunto solo se il Consiglio si presenterà con «una proposta veramente sostenibile».

Il nuovo round negoziale è in programma per la prossima settimana. Il 15 e il 16 ottobre i leader Ue dovranno discutere al Consiglio europeo per trovare il modo di uscire dallo stallo ed evitare che il Recovery Fund slitti troppo in avanti.