(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Mentre i vertici grillini erano impegnatissimi a spararsi l’un l’altro, cioè sui piedi, infischiandosene dei ballottaggi di cui probabilmente ignoravano financo l’esistenza, gli elettori di Matera e Pomigliano d’Arco hanno eletto sindaci due 5Stelle. Il che ovviamente non risolve nessuno dei problemi pentastellati: l’emorragia di voti, la guerra per la leadership, la desertificazione sui territori, il caso Rousseau. Ma indica una strada che né Di Maio, convertitosi troppo tardi alle alleanze, né Di Battista, che ancora insegue velleitarie equidistanze e improbabili terzi poli, possono ignorare. Gli elettori hanno ripetuto ciò che avevano già detto alle Regionali: finché la destra sarà così impresentabile e il Pd non tornerà a somigliarle, la priorità è batterla. Meglio se con un candidato M5S, ma anche – turandosi il naso – con uno di centrosinistra. Sempreché non sia impresentabile come o peggio di quello di destra (tipo De Luca): nel qual caso va bene anche la “testimonianza” in una partita persa in partenza. Quindi le alleanze non sono obbligatorie, ma vanno tentate. Anche perché il Pd, sapendo di perdere senza i 5Stelle, è disposto a concedere molto. E lì si vede se restano un movimento o sono diventati un partito, se sono ancora il M5S o sono già l’Udeur.

Il problema non sono le poltrone, ma l’uso che se ne fa. Se per allearsi pretendono liste pulite, candidati eccellenti, cronoprogrammi vincolanti su ambiente, welfare e beni comuni, rimangono se stessi e gli elettori li premiano. Se mettono al primo posto le cadreghe, tradiscono la propria missione e vengono puniti. Di qui dovrebbero partire i loro fatidici stati generali: facendo parlare per primi Domenico Bennardi e Gianluca Del Mastro, nuovi sindaci di Matera e di Pomigliano. Il primo, 45 anni, si è laureato a Firenze in Scienze della formazione e specializzato in nuove tecnologie di restauro e beni culturali. Il secondo, 46 anni, è docente universitario di Papirologia, manager culturale e presidente delle Ville Vesuviane. Due esponenti della seconda generazione dei 5Stelle: quella che nel 2018 ha portato in Parlamento il gruppo col più alto tasso di laureati, lontanissima dalla leggenda nera degli scappati da casa incompetenti e terrapiattisti. Bennardi ha vinto da solo, strappando Matera alla destra coi voti del Pd escluso dal ballottaggio. Del Mastro – frutto del patto Di Maio-Zinga premiato pure a Caivano, Giugliano e Faenza – ha sottratto Pomigliano alla destra dopo 10 anni. Noi non li conosciamo, ma sospettiamo che abbiano priorità più concrete e contemporanee di tutte le pippe mentali su identità, terzo polo, alleanze, partito, movimento e Rousseau. Perchè non fare gli stati generali a Matera?