(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Dice a Repubblica, Alessandro Costacurta (pilastro del Milan di Arrigo Sacchi e della Nazionale), che vota No “per non vedere le facce di Di Maio e Toninelli trionfanti”. Evvai, ci voleva un calciatore per dire la verità vera su quei No che sono convintamente No per la semplice, fondamentale ragione che se vincesse il Sì, poi toccherebbe “vedere le facce di Di Maio e Toninelli trionfanti”. Finalmente una schietta scelta di campo, lontana dai gargarismi giuridico-legislativi di tutti quei No falsi come Giuda, che si arrampicano sui vetri straparlando di rappresentanze e rappresentatività. Per non dovere ammettere che il problema non è costituzionale (del taglio dei parlamentari, chissenefrega) e neppure politico, bensì antropologico e lombrosiano. All’ex duttile difensore rossonero, Di Maio e Toninelli (e forse anche Bonafede e la Azzolina) stanno maledettamente sulle palle e pur di non vedere le loro facce trionfanti farebbe perfino autogol. Se, per dire, quelle facce avessero detto No, lui avrebbe detto convintamente Sì, perché il vero problema dei No sono i 5Stelle e tutto ciò che si portano appresso: da Virginia Raggi a Giuseppe Conte, a Nicola Zingaretti (che per i vari Costacurta ha la classica faccia del No costretto a dire Sì dai grillini). Certo, non tutti i No nascono e vivono sulle antipatie, anche se il fatto personale è politico. Infatti, non si può negare che nel flop subito dalla riforma costituzionale del 2016 c’era molto della vasta insofferenza per la faccia di Matteo Renzi. Ora è innegabile che i “No a prescindere”, di tanti politici, giornalisti e intellettuali, elencati ieri da Giacomo Salvini sul Fatto Quotidiano, abbiano nella loro pancia una tenace ostilità verso il governo giallorosa. Ciò non toglie che un’entrata alla Costacurta da parte, per esempio, dei colleghi Marco Damilano, Massimo Giannini, Maurizio Molinari contribuirebbe a fare chiarezza nel dibattito politico sottraendolo a certe fumosità da giureconsulti. Prendendo esempio da Roberto Saviano, andato oltre le facce di Di Maio e Toninelli con un takle a piedi uniti su Zingaretti, Conte e M5S, degno di quello celebre di Claudio Gentile sulle caviglie di Maradona: “Ma andate a cagare voi e le vostre bugie”. Viva la faccia.